Nazionale

Cadere, esplorare, imparare: a Vallesusa con SportUP Uisp

Il progetto Uisp propone lo sport come allenamento per carattere e libertà. Le attività proposte a ragazze e ragazzi sono judo e parkour

 

Non basta offrire sport: bisogna creare le condizioni perché diventi un’esperienza accessibile, riconoscibile, abitabile. È da questo principio che nasce SportUP, progetto nazionale promosso da Uisp e finanziato da Sport e Salute, attivo in 17 regioni e 18 città italiane. Pensato per bambine, bambini e adolescenti tra i 6 e i 18 anni, SportUP interviene nei territori dove più si avverte la distanza tra sport e comunità: periferie urbane, aree interne, quartieri dove mancano impianti, occasioni, figure di riferimento.

Secondo i dati più recenti, in Italia un minore su cinque non pratica alcuna attività fisica nel tempo libero. La percentuale aumenta tra i bambini delle famiglie a basso reddito e nelle zone dove è più difficile raggiungere uno spazio sicuro in cui muoversi. A questo si aggiunge il fenomeno del drop-out sportivo, l’abbandono precoce che spesso colpisce le ragazze, i ragazzi con fragilità personali o scolastiche, chi vive con insicurezza il proprio corpo.

Grazie al lavoro del comitato Uisp Vallesusa, SportUP ha preso forma in questo territorio con due attività significative, pensate per due fasce d’età diverse e avviate grazie alla collaborazione tra Uisp Vallesusa e l’Istituto Comprensivo di Pianezza. Il progetto si svolge in orario extrascolastico, negli spazi messi a disposizione dalla scuola e con il coinvolgimento diretto delle famiglie del territorio. Le attività scelte sono il judo e il parkour (GUARDA LE FOTO).

Il judo è rivolto a ragazze e ragazzi della scuola secondaria di primo grado, e si concentra sull’idea che lo sport possa essere uno strumento per rinforzare il carattere, non solo il fisico. In una fase della crescita in cui aumentano le pressioni e le insicurezze, il judo propone disciplina, rispetto e perseveranza. È anche un modo per combattere il drop-out educativo e sportivo attraverso un’attività che stimola l’intelligenza motoria, l’autoregolazione e la costruzione di fiducia.

Il parkour, invece, è destinato a bambine e bambini della scuola primaria. Questa attività, praticata all’aperto, non ha regole rigide né punteggi, ma si basa sulla scoperta del proprio stile di movimento. Come sottolinea Fabrizia Lovarini, segretaria generale del Comitato Uisp: “Il parkour ha un forte potenziale inclusivo: consente di creare un gruppo in cui l’individuo non è inglobato, ma trova le condizioni per esprimersi secondo le proprie caratteristiche e inclinazioni”. In questo senso, il parkour diventa un’alternativa concreta a modelli sportivi competitivi, spesso percepiti come esclusivi o inaccessibili.

Le attività si svolgono una volta alla settimana, presso le palestre scolastiche, e coinvolgono due gruppi da 10-15 partecipanti, seguiti da istruttori qualificati. L’interesse è alto, e le famiglie hanno risposto con entusiasmo a una proposta che unisce gratuità, qualità e continuità. I tecnici confermano anche il valore interculturale delle attività: "Sia judo che parkour aiutano a superare barriere linguistiche, perché trasmettere le tecniche non richiede solo spiegazioni verbali, ma coinvolge imitazione, attenzione, relazione corporea”, spiega Lovarini.

Il progetto non si ferma alle lezioni settimanali. A fine maggio, infatti, i ragazzi e le ragazze prenderanno parte alle Olimpiadi di Istituto dell’I.C. Pianezza, presso l’impianto sportivo gestito da Uisp Vallesusa a Rivoli. Durante l’evento, saranno presentate le attività di parkour e judo, ma anche giochi, atletica e momenti di condivisione con il resto della scuola. Una giornata di festa che sarà anche una restituzione simbolica del progetto alla comunità, visibile, accessibile e aperta.

A Vallesusa come negli altri territori coinvolti, SportUP dimostra che lo sport, se gratuito, vicino e ben accompagnato, diventa uno strumento di libertà, capace di restituire ai più giovani un tempo e uno spazio da abitare con il corpo, con la mente e con le altre persone. (Lorenzo Boffa)