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ChangeMakers: una nuova era per l’inclusione nello sport per tutti

Il progetto europeo coordinato da Isca, di cui Uisp è partner, scende in campo contro le discriminazioni nello sport

 

La discriminazione nello sport rimane un problema in tutta Europa: a volte visibile, spesso nascosto, ma sempre di grande impatto. Il progetto ChangeMakers si propone di sfidare questa realtà, dando la possibilità a persone con background culturali diversi di guidare il cambiamento all'interno delle organizzazioni dello sport per tutti.

Il progetto coordinato da ISCA-International Sport and Culture association e che ha preso avvio a febbraio a Copenhagen, riunisce una rete diversificata di organizzazioni, fra cui l'Uisp, impegnate nella lotta contro il razzismo e la discriminazione nello sport. Attraverso la formazione, la condivisione tra pari e il coinvolgimento diretto nella definizione delle politiche, ChangeMakers creerà opportunità affinché le voci non rappresentate possano essere ascoltate e le organizzazioni sportive diventino più inclusive.

Il problema non è immediatamente evidente a tutti. “Se non c'è nulla sulla carta, le persone non vedono il problema, o se lo vedono, se lo tengono per sé, soprattutto in un campo così delicato”, ha osservato Patrick Perosa della Sport Union of Slovenia (SUS). Questo evidenzia una sfida cruciale: per affrontare la discriminazione, bisogna prima riconoscerla. Il progetto mira a portare questi temi in primo piano, invitare a conversazioni aperte e stabilire standard di inclusione.

“Sono cresciuto in Norvegia come uomo nero e posso dirvi che il razzismo non è sempre evidente - ha detto Abdinor Mahamed del Comitato Olimpico e Paralimpico Norvegese e della Confederazione Sportiva (NIF) - ‘È nelle piccole cose: le persone si sorprendono quando parlo, presumendo che non parli correntemente il norvegese, o chiedono del ’mio paese' come se non appartenessi a questo posto. Queste cose sono radicate nella cultura e derivano da una mancanza di consapevolezza. Se chiedessi a una di queste persone della discriminazione, nessuna di loro direbbe di averla vista o fatta, e tutte si opporrebbero fermamente”.

La sensibilizzazione è fondamentale per scoprire pregiudizi nascosti e mettere in discussione i preconcetti. ChangeMakers lavorerà per portare alla luce questi problemi e garantire una migliore rappresentanza delle minoranze nello sport di base, creando un ambiente più inclusivo ed equo per tutti.

Uno degli obiettivi del progetto è garantire che la diversità sia rappresentata non solo sul campo di gioco, ma anche nei ruoli di leadership e decisionali. Daniela Conti e Marta Giammaria, presenti all’incontro in rappresentanza dell'Uisp hanno sottolineato questa necessità: “Abbiamo molti atleti provenienti da diversi contesti, ma non ricoprono posizioni dirigenziali. Nonostante nelle nostre associazioni di sport per tutti non esistano delle barriere (ad esempio non abbiamo i limiti che pongono le federazioni al tesseramento per gli stranieri), facciamo fatica ad avere dirigenti/tecnici provenienti da altri background culturali. Forse non siamo sufficientemente attrattivi, perché abbiamo pochi role model o perché dobbiamo trovare un nuovo modo di comunicare con i più giovani. L'Uisp da sempre ha delle politiche contro le discriminazioni nello sport, abbiamo anche lavorato su progetti di inclusione, ma forse dovremmo rinnovare il modo con cui interagiamo con le persone di diverse origini culturali che vivono in Italia anche da diversi anni e che in molti casi sono italiani, ma che fanno fatica a sentirsi rappresentati perfino nella nostra associazione”.

Per affrontare questo problema, i ChangeMakers che verranno scelti da ogni organizzazione riceveranno la formazione necessaria per acquisire capacità di leadership ed esperienza nell'elaborazione di politiche. Inoltre, verrà istituita una rete europea di ChangeMakers, persone in grado di guidare il cambiamento sistemico all'interno delle organizzazioni sportive.

I ChangeMakers sono persone che mettono a disposizione le loro esperienze uniche e diverse e la loro motivazione per migliorare l'inclusione nello sport di base. Fanno molto di più che partecipare: contribuiscono a definire le politiche, sensibilizzano e spingono per un cambiamento reale. Alla riunione di avvio del progetto, i partner hanno discusso delle caratteristiche che deve possedere un buon ChangeMaker. Hanno sottolineato qualità come la motivazione, la resilienza, la leadership, il coinvolgimento della comunità e il coraggio. Attraverso la formazione e il networking, il progetto fornirà loro gli strumenti per avere un impatto duraturo nelle organizzazioni sportive.

Nei prossimi tre anni, il progetto sperimenterà le buone pratiche in Germania, Italia, Slovenia e Norvegia, implementerà programmi di formazione e tutoraggio e svilupperà nuove politiche per combattere la discriminazione. I partecipanti lavoreranno insieme per condividere conoscenze, strategie e buone pratiche che sono state sviluppate e utilizzate nelle loro organizzazioni e nei rispettivi paesi.

Il consorzio ChangeMakers riunisce un gruppo eterogeneo di organizzazioni, alcune con politiche antidiscriminatorie già consolidate, come quelle di Norvegia e Italia, e altre, come la Slovenia e Germania, che si sforzano di essere pioniere nel loro paese. “Il nostro obiettivo in questo progetto è quello di dare un contributo reale e sostenibile alla lotta contro la discriminazione e di consentire a coloro che la subiscono di cambiare le organizzazioni per renderle più inclusive e diversificate”, spiega Laura Becker della Federazione tedesca di ginnastica.

Questo mix di esperienza e ambizione è fondamentale, perché la lotta alla discriminazione non consiste solo nel rafforzare le politiche esistenti, ma anche nel crearne di nuove dove non ce ne sono.

“Riteniamo che questa partnership abbia un grande potenziale in questo campo, grazie alla loro esperienza e al numero di persone coinvolte nelle loro attività. Come Lunaria, speriamo di poter contribuire con la nostra esperienza su questioni di antirazzismo e antidiscriminazione, temi che ci stanno molto a cuore e che affrontiamo da 30 anni”, hanno dichiarato Grazia Naletto e Roberta Pomponi di Lunaria, Italia.

Il viaggio è appena iniziato, ma la missione è chiara: creare un futuro in cui lo sport di base sia uno spazio veramente inclusivo per tutti.