Il 22 novembre la Commissione europea ha dato il via libera al decreto italiano che propone incentivi e un contributo a fondo perduto per la costituzione delle cosiddette Comunità energetiche rinnovabili (Cer).
L’importo complessivo degli aiuti è pari a 5,7 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per contributi a fondo perduto e 3,5 miliardi per incentivi in tariffa.
Il decreto approvato dalla Commissione europea si compone di due misure:
In particolare, la procedura di accesso per il riconoscimento della tariffa incentivante prevede la presentazione della relativa domanda al Gestore Servizi Energetici (Gse) – soggetto che avrà il compito di gestire la misura, valutando i requisiti di accesso, erogando gli incentivi e fornendo anche pareri preventivi di ammissibilità ai soggetti che ne faranno richiesta – entro i 120 giorni successivi alla data di entrata in esercizio degli impianti: un’agevolazione, questa, che verrà finanziata attraverso un prelievo sulla bolletta elettrica pagata da tutti i consumatori.
In relazione al contributo a fondo perduto (misura finanziata attraverso i 2,2 miliardi di euro messi a disposizione dal Pnrr, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt) questo è rivolto ai territori dei Comuni con meno di 5.000 abitanti e può arrivare a coprire fino al 40% dell’investimento sostenuto dai creatori di una Cer. La potenza complessiva agevolabile in questo modo, fino alla metà del 2026, è pari a 2 GW.
Il contributo a fondo perduto è cumulabile con l’incentivo in tariffa.
Le misure per la realizzazione delle comunità energetiche riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, tra cui fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse.
Gli attori di una comunità energetica possono essere cittadini, enti locali, piccole e medie imprese, enti del terzo settore, condomìni, enti religiosi.
Il passaggio iniziale per la realizzazione di una Cer, dopo l’individuazione dell’area interessata alla costruzione dell’impianto e della cabina primaria, è l’atto costitutivo del sodalizio tra i soggetti coinvolti, che dovrà avere come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. (Fonte: www.cantiereterzosettore.it – articolo di Chiara Meoli del 1 dicembre 2023)