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Con Uisp Roma il cricket è strumento di coesione sociale

Monfalcone sulla BBC è “La città italiana che vieta il cricket”, e il nostro Paese non fa una bella figura, ma in altre città è strumento di inclusione

 

Mentre Monfalcone sulla BBC è “La città italiana che ha vietato il cricket”, e il nostro Paese non fa una bella figura in Europa, in altre città questo sport è strumento di inclusione. Il cricket è uno sport di squadra, praticato con mazza, palla e guantoni. Spesso questo è tutto quello che si sa su questo sport che, almeno nella sua forma moderna, nasce in India. Eppure, a ricordarci che non è poi così distante dalla nostra cultura c’è la società Roma Cricket Club, che con l’aiuto dell’Uisp Roma e della onlus Insieme per l’Aniene è riuscita, non senza fatica, a trovare il suo spazio per disputare le partite di campionato.

Un reportage pubblicato sul portale online della BBC inglese racconta come ancora oggi, a Monfalcone, migliaia di bengalesi siano costretti a giocare a cricket lontani dalla città situata in provincia di Gorizia. Tutto per un divieto voluto dalla sindaca Anna Maria Cisint, attuale europarlamentare leghista. Una situazione raccontata nei minimi dettagli dalla BBC e documentata dalle testimonianza di chi è vittima di queste limitazioni.

“Lo spirito del cricket è il rispetto degli avversari, la comunicazione con gli altri Paesi – dice Maria Lorena Haz Paz, presidente del Roma Cricket Club - la difficoltà più grande è quella di non riuscire a trovare le strutture dove poter giocare, proprio perché in Italia il cricket non è uno sport molto conosciuto”. 

Lucio Zaccarelli, presidente “Insieme per l’Aniene” dal 2020 al 2023, ci racconta di aver incontrato casualmente un gruppo di ragazzi che giocava a cricket in una zona con diversi dislivelli e insieme a Marco Ottavi, responsabile Settore di Attività Giochi Uisp Roma hanno proposto di dedicare una parte della Riserva naturale della Valle dell’Aniene a questa attività. L’area era un posto abbandonato, quasi una discarica. Insieme hanno pensato che potesse essere una buona motivazione per ridare alla cittadinanza uno spazio verde che era abbandonato a sé stesso. 

“Nel 2010, grazie alla Uisp e alla onlus Insieme per l’Aniene, che ci hanno aiutato con le pratiche per tutto l’iter burocratico, siamo riusciti ad ottenere il permesso per poter fare la base nel parco dell’Aniene – continua la presidente del club - Una volta ottenuto il permesso ci siamo adoperati per ripulire l’area. Così è divento un parco dove si gioca a cricket, si può giocare a calcio ed è anche un posto in cui le famiglie possono passeggiare”.

Gli inizi, certo, non sono stati facili, proprio come racconta Prabath Ekneligoda, fondatore e allenatore Roma Cricket Club: “È stata dura, come tutte le cose che non si conoscono. Abbiamo fatto fatica a far capire alle persone che quel pezzo di terra delimitato dal nastro era il nostro campo da gioco e che magari proprio in quel momento stavamo disputando una partita federale. C’è chi l’ha presa male. Le litigate sono state tante, ma la cosa bella è che, alla fine, quelle persone con cui magari inizialmente c’è stata qualche discussione, oggi sono diventate parte del nostro pubblico”.

“Vedere un’area verde cambiare aspetto e non trovare a terra neanche un pezzo di carta è un grande indicatore dell’amore che questa società riversa nell’area che usa. Questo atteggiamento ha contagiato anche a coloro che frequentano il parco: si sono accorti che avere nel parco i ragazzi del cricket è un valore aggiunto”, conclude Zaccarelli. (Fonte: Uisp Roma, di Miriam Palma) 

(Foto: Facebook Roma Cricket Club)