Nazionale

Siamo fuori dal tunnel? Le cicatrici del Covid e il ruolo dell'Uisp

Intervista a Massimo Gasparetto, Uisp: "Le conseguenze dell'isolamento e le disuguaglianze in salute: lo sport sociale è in campo"

 

Si chiama promozione della salute, è la strategia per uscire dal buio pesto della pandemia e non è più la cenerentola delle politiche pubbliche, che una volta veniva chiamata prevenzione sanitaria. Combattere i danni fisici e psicologici causati da quasi tre anni di isolamento, di paura e di malattia, soprattutto per la popolazione anziana, non sarà impresa semplice. L'attività fisica e il movimento sono strategie sociali e, allo stesso tempo, strategie per la promozione sociale. L'Uisp chiede con forza che diventino politiche pubbliche permanenti. E per questo chiama in causa i Piani nazionali e regionali di prevenzione ed è pronta ad uno sforzo colettivo per rendere concreta la coprogettazione e la coprogrammazione, avendo alle spalle decine di anni di esperienze e buone pratiche, con tutte le fasce della popolazione e tutte le età.

Di questo si è parlato giovedì 7 luglio nel corso dell'incontro on line promosso dalle Politiche per la promozione della salute Uisp, cui hanno partecipato il presidente nazionale Tiziano Pesce e i presidenti dei Comitati regionali, oltre a molti presidenti territoriali, referenti dei Settori di Attività e ai responsabili delle altre Politiche Uisp.

L’appuntamento era anche aperto a dirigenti e istruttori Uisp interessati ai temi della salute ed ha ricevuto un’ottima risposta, come spiega Massimo Gasparetto, responsabile delle politiche per la Promozione della salute Uisp: “Questa grande partecipazione ci ha fatto piacere ed è stata anche molto utile - dice - i differenti punti di vista hanno fatto emergere nuove direttrici di confronto e ipotesi di lavoro che guardano al futuro, e quindi per noi sono spunti costruttivi. Dallo scambio è emersa la necessità di maggiore interazione che dia vita ad un vero sistema Uisp, sia regionale che nazionale. Per essere sempre più una squadra unita, nei diversi territori e tra regioni, dobbiamo portare avanti proposte condivise in tutto il Paese: abbiamo buone pratiche di eccellenza che dobbiamo trasmettere con più efficacia e più convinzione. Per questo diventa sempre più importante creare opportunità di contatto diretto per scambiarsi progetti ed esperienze e dare vita ad un sistema associativo integrato”.

Una parola chiave evidenziata da Gasparetto è pazienza: “Lavorare tra soggetti che appartengono a mondi diversi prevede i tempi giusti, imparare ad ascoltare le esigenze delle diverse realtà con cui siamo seduti ai tavoli, non essere autoreferenziali. Questa è una consapevolezza condivisa tra i nostri dirigenti ma va alimentata. Infatti l’approccio partecipato fa parte delle politiche per la promozione della salute, è una delle chiavi per sentirci sistema integrato, famiglia, squadra”.

Lavorare in modo intersettoriale sarà ancora più importante dopo la recente emergenza sanitaria, che ha messo a dura prova vari sistemi, primo fra tutti quello sanitario, ma anche quello sportivo ha subito gravi ripercussioni che avranno conseguenze anche sulla cultura corporea e motoria del nostro Paese. “Sappiamo che, a causa di storici ritardi culturali e sociali che l'Uisp ha sempre contrastato, l'attività fisica e lo sport non sono percepiti tra i beni primari nel nostro Paese e i riflessi negativi di questo pregiudizio si ritrovano anche nelle scelte politiche e nell'attribuzione dei sostegni e delle risorse.  Ma qualcosa sta cambiando anche in termini di consapevolezza diffusa tra le persone: sempre meno l'attività motoria e lo sport vengono considerati come elementi accessori e si incominciano a percepire come molto gravi gli effetti della sedentarietà, dell'inattività e della distanza forzata tra le persone".

"Se osserviamo i dati che riguardano bambini e adolescenti risulta evidente lo stress e la sofferenza che hanno patito durante la pandemia, dovuti in larga parte alla mancanza di movimento e socialità, infatti è cresciuto il numero di bambini che fanno ricorso al sostegno psicologico. Allo stesso modo, gli anziani li abbiamo ritrovati estremamente più fragili, dal punto di vista dell'autonomia e della mobilità, in molti non sono proprio tornati. Tutto questo ci dice quanto la crisi pandemica abbia disgregato e spaventato le persone, tanto da non farli tornare in palestra, provocando problemi fisici ma anche di relazione, legati alla distanza”. 

La conclusione di Gasparetto è che non ci sia sufficiente attenzione al mondo della corporeità e anche su questo vuole intervenire il progetto nazionale SportPerTutti, che l’Uisp sta lanciando in tutta Italia in questi giorni: “Un impegno ad opporsi, sia culturalmente che attraverso le pratiche, a questo distanziamento tra le persone e all’aumento della sedentarietà, promuovendo salute. Si tratta di un lavoro ancora più necessario se pensiamo a come su queste difficoltà influiscano le disuguaglianze: nei luoghi in cui le condizioni sociali ed economiche sono più complicate i numeri su sedentarietà e disagio sono aumentati esponenzialmente. Per questo l’Uisp deve fare riferimento alle proprie competenze per proporsi come promotore di innovazione sociale che scende in campo per opporsi a questa distanza tra le persone e per contrastare la sedentarietà”.

Creare opportunità per tutti quei cittadini che vivono condizioni di disuguaglianza è un obiettivo dell’Uisp da sempre, con proposte motorie che si rivolgono ai detenuti, alle persone con disabilità, a chi vive un disagio sociale od economico, cosa si può fare di più in questa fase complessa? Cosa si intende quando si parla di “lente dell’equità”?

“Per ridurre le disuguaglianze e offrire occasioni di attività fisica e motoria a tutti è necessario creare sistemi più omogenei tra le nostre buone pratiche e valorizzare anche comunicativamente questo approccio, per fare in modo che il sistema sociosanitario abbia maggiori possibilità di incontrare l’Uisp. In questo modo potremo sviluppare concretamente nuove politiche integrate tra noi e gli altri portatori di interesse. La formula “lente dell’equità”, è utilizzata nelle politiche per la promozione della salute, si tratta di un approccio specifico che punta a ridurre le disuguaglianze e promuovere opportunità eque di accedere ai determinanti di salute e ai servizi. E’ una prospettiva che ci caratterizza e che possiamo valorizzare in maniera sistemica e sistematica per incontrare nuovi partner e interlocutori sul territorio sanitario e del welfare. Lo sport è uno strumento che si può inserire efficacemente in questo percorso: dobbiamo costruire occasioni di interazione, mettendo insieme scuola, associazioni, aziende sanitarie. Abbiamo linguaggi diversi e per questo va fatto un lavoro di cucitura per arrivare a dare risposte univoche e costruite insieme”.

Per essere protagonisti di innovazione sociale attraverso lo sport l’Uisp è entrata in relazione con Regioni e Aziende sanitarie in molti territori, in particolare per l’attuazione dei Piani nazionali e regionali di prevenzione. “Da diversi anni i Comitati Uisp sono coinvolti nella realizzazione dei Piani regionali ma c’è ancora molto da fare per connetterci al sistema della promozione della salute legato al Piano nazionale. Gli effetti della pandemia si sono sentiti anche in questo ambito e ad oggi si è visto un avvio molto graduale dei Piani regionali, questo ci permetterà di lavorare ancora per migliorare i rapporti con le Regioni e le Aziende sanitarie dove sono meno strutturati. I Piani prevedono due programmi: “Scuole che promuovono salute” e “Comunità attive”: in entrambi l’intersettorialità è alla base delle politiche integrate che permettono ai cittadini di trovare opportunità di praticare sport e attività fisica, quello che cercheremo di fare nei prossimi anni anche in coerenza con il progetto SportPerTutti”.

Dall’incontro è emersa l’urgenza di acquisire maggiore consapevolezza sul ruolo dell’Uisp come facilitatore e sulla necessità di connettere le buone pratiche associative alle esigenze del mondo istituzionale della promozione della salute. La lotta alla sedentarietà è un carico aggiuntivo sul sistema associativo ma su cui l’Uisp intende impegnarsi, puntando sulla formazione e sull’attenzione alle due categorie più colpite, bambini e ragazzi e anziani. (di E.F. e I.M.)

UISPRESS

PAGINE UISP

AVVISO CONTRIBUTI ASD/SSD

BILANCIO SOCIALE UISP

FOTO

bozza_foto

VIDEO

bozza_ video

Podcast

SELEZIONE STAMPA

BIBLIOTECA UISP