Ci ha lasciati ieri a Roma Giorgio Lo Giudice, 89 anni, insegnante di educazione fisica, giornalista della Gazzetta dello Sport, grande passione al servizio dello sport. I funerali si terranno a Roma, sabato 7 giugno alle 9.30, nella chiesa di San Giuseppe Cottolengo, in via Bonaccorsi 23.
La sua passione per l'atletica leggera l'aveva portato in pista già da giovanissimo, come atleta, poi come tecnico. È stato direttore tecnico del CUS Roma campione d’Italia a partire dal 1966 dove ha seguito il mezzofondo e la marcia. Nel 1960 contribuisce a fondare il Club Atletico Centrale a Roma, affiliato Uisp, insieme a Oscar Barletta, Mario Gulinelli, Enrico Spinozzi e altri. In concomitanza con i Giochi Olimpici di Roma fu protagonista dell'organizzazione, con l'Uisp, del primo Meeting dell'Amicizia a Roma. In quegli anni dà grande impulso all'atletica Uisp e contribuisce a fondare la Lega nazionale di Atletica Leggera Uisp della quale diventa presidente nazionale.
"Una notizia tristissima. Oggi ci ha lasciato Giorgio Lo Giudice, giornalista dalla penna sopraffina, insegnante, educatore, tecnico e dirigente sportivo - scrive Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp - Ha contribuito a costruire la storia dell’atletica leggera Uisp, e non solo, nel nostro Paese. Nella sua lunga carriera ha raccontato lo sport a tutto tondo, con rigore, grande competenza e straordinaria passione. Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo è davvero difficile trovare parole idonee e non banali per ricordarlo. Le più sentite condoglianze ai suoi cari, alla moglie Amalia, ai figli Guido e Fabrizio, alle amiche e agli amici del Club Atletico Centrale di cui era presidente, a Valerio Piccioni e a tutto il gruppo della Corsa di Miguel, ai colleghi dell’USSI, a tutti coloro che gli hanno voluto bene. Lo sport popolare e per tutti gli deve davvero tanto. Che la terra ti sia lieve caro Giorgio e grazie davvero di tutto".
Lo storico dello sport Sergio Giuntini ha approfondito in questo articolo il profilo di Giorgio Lo Giudice, con particolare riferimento al ruolo che ebbe nell'Uisp:
"C’è stato un tempo, e ci riferiamo a tutti gli anni cinquanta e fino alla metà del decennio successivo, in cui l’atletica leggera dell’Uisp costituì un modello quasi impossibile da imitare per quella nazionale. Ovvero la capacità di promuovere atletica di base autenticamente popolare, di quartiere e borgata, e in parallelo atletica di livello. Quantità e qualità, due termini nient’affatto inconciliabili. A riuscire in questa specie di miracolo fu soprattutto l’atletica uispina romana cresciuta sotto la guida a suo modo rivoluzionaria di Alfredo Berra, un torinese trapiantato nella capitale. Proprio a Berra si deve un libretto aureo, oggi pressoché introvabile, dal titolo abbastanza criptico:“Senza cena”. Solo il sottotitolo consente di scoprire l’arcano: “Atletica leggera a Roma (1952-1960)”. E quel “senza cena” rappresentava una efficace, persuasiva metafora: ossia voleva significare la contrapposizione tra la “grandeur” olimpica che si stava apparecchiando in vista dei prossimi Giochi romani, rispetto all’emarginazione in cui era stato sin lì tenuto il
movimento atletico uispino “povero e affamato”, “senza cena” per l’appunto.
Eppure, nonostante questo, un’atletica in grado di far fiorire al proprio interno campioni di assoluto rilievo che avrebbero recitato un ruolo di primissimo piano nella storia dell’atletica italiana: da Sandra Valenti a Enrico Spinozzi, dal triplista
Giuseppe Gentile al quattrocentista ad ostacoli Roberto Frinolli fino a Giancarlo Peris, l’ultimo tedoforo delle Olimpiadi del 1960. Sfogliando quel libretto di Berra, corredato da un apparato statistico comprensivo di prestazioni e record dell’Uisp romana accuratamente registrati, ci si imbatte ripetutamente nel nome di Giorgio Lo Giudice: più segnatamente lo troviamo al 10° posto sui 1500 con 4’10”4 (1957), all’8° sui 5000 con 16’14”0 (1957) e al 5° sui 10.000 con 35’31”2 (1957). Tutti tempi ottenuti gareggiando con il Centro Sportivo Capitolino 1919. Divenuto frattanto Berra presidente della Lega Nazionale di Atletica Leggera dell’Uisp, succedendo a Mario Vivaldi, il 9 gennaio 1959 nasceva il Club Atletico Centrale: l’esperienza più entusiasmante di quell’atletismo uispino del quale furono parte e protagonisti, tra gli altri, Spinozzi, Renato Biagioli, Milziade De Grandis, Giuseppe Fara, Mario Gulinelli, Franco Milano, Mario Pescante – futuro presidente del CONI – e Lo Giudice, nato a Roma il 5 novembre 1936. Il quale, come tutti quei giovani cresciuti alla sobria scuola di Berra, era insieme atleta - allenatore - dirigente. Occorreva, allora, far di necessità virtù, e quell’eclettismo fondato su un insieme di conoscenze dirette apprese dentro e fuori dal campo, si rivelerà assai utile soprattutto nel momento in cui, più avanti, Giorgio approdò al giornalismo specializzato per scrivere dell’amata atletica su “La Gazzetta dello Sport”.
Una sorta di contraltare all’amico Vanni Loriga che teneva invece cattedra sulle colonne del “Corriere dello Sport”. Per
molti anni, dunque, Lo Giudice è stato una colonna dell’Uisp romana e non solo. Chiusasi la presidenza di Berra, infatti, dal 1963 al 1971 sarà proprio l’ex mezzofondista di Capitolino e Centrale ad assumere la presidenza della Lega
Nazionale di Atletica Leggera dell’Unione. Una lunga presidenza appassionata e competente, e anche quando gli impegni professionali alla “rosea” gli impediranno di poter proseguire nella sua attività a favore dell’Uisp non mancherà mai di esserle vicino.
Sua la generosa prefazione al volume “L’atletica è leggera. Cinquant’anni di atletica UISP” (1998) nella quale ricordava i tempi in cui "i comunisti facevano sport ed erano malvisti ed osteggiati, quando nelle scuole l’Uisp veniva boicottata e gli insegnanti di educazione fisica dicevano ai ragazzi “attenti a dove andate a gareggiare”, quelli vi portano sulla cattiva strada".
L’ultima volta che l’ho incrociato è stato nel 2022 alla presentazione, a Roma, di un altro libro che lo toccava nel profondo: “Enrico Spinozzi e l’atletica romana degli anni ’50-‘60”. I suoi anni, quelli dell’Atletico Centrale e della sua militanza viva, convinta, nelle file dell’Uisp. Con la scomparsa di Giorgio Lo Giudice, l’Uisp perde un altro importante pezzo della sua storia. Ma non solo l’Uisp: è l’atletica leggera italiana tutta a sentirsi più sola. (a cura di I.M.)
Video intervista a Giorgio Lo Giudice che ricorda Giuliano Prasca