È stato emanato nelle ultime ore il decreto del ministero dell’Istruzione, di concerto con il ministero dell’Economia, relativo agli organici della scuola nella stagione 2022-2023. E c’è la notizia tanto attesa: ci sono i 2247 insegnanti di educazione fisica che entreranno nella scuola primaria, a partire da settembre, cominciando dalla quinta elementare. Nel 2023-2024 toccherà poi alle quarte elementari. Il passaggio era tutt’altro che scontato dopo che la legge di Bilancio aveva cancellato l’indicazione delle coperture economiche per sostenere il provvedimento. Il ministero ha ridisegnato la mappa dell’organico e inserito nella stima del fabbisogno anche i 2247 posti che entreranno a far parte dei 191.260 docenti impegnati nella quinta elementare. Le classi coinvolte saranno 24.693. Ora manca il passaggio del reclutamento: la legge di Bilancio di fine 2021 prevedeva entro due mesi la pubblicazione del bando per il concorso ma i tempi si sono allungati ed è chiaro che per settembre non si farà in tempo. Si interverrà quindi per ora sulle graduatorie provinciali dei precari per coprire il fabbisogno.
L’altro tema è quello della formazione su cui si dovrà lavorare duro in questi mesi. Cioè: quali contenuti per l’insegnamento dell’educazione fisica fra i bambini? Risponde Loredana Barra, responsabile Politiche educative e inclusione Uisp: "Evviva! Approvato in Legge di Bilancio 2022, uno dei concorsi attesi sia dai docenti precari che di ruolo che costituisce una novità nel panorama italiano, nonostante se ne parli da decenni. Finalmente si centra il punto focale del valore dell’educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo.
Ma, senza perdere l’entusiasmo per questa novità, penso che dovremmo farci delle domande per non perdere la bussola di ciò che realmente il corpo e l’attività motoria rappresentano per un bambino. Grandi assenti in questa proposta, infatti, sono le Linee guida che definiscono i contenuti della disciplina “educazione motoria alla primaria”. Di quale movimento ha bisogno un bambino? Sperimentare con il corpo, per un bambino significa costruire l'identità, conoscere il mondo dentro e fuori di sè e sviluppare diverse competenze emotive e cognitive che saranno alla base dei futuri apprendimenti. Un bambino che si muove poco avrà difficoltà nella scrittura, nella lettura e nella matematica ci dicono le evidenze scientifiche.
Sotto il profilo pedagogico e metodologico-didattico, la scelta delle lauree per accedere al concorso abilitante sembra infatti privilegiare unicamente l'insegnamento specialistico. Hanno bisogno di questo i bambini per ritrovare la motivazione a muoversi? Basteranno i 24 CFU-Crediti Formativi Universitari in discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche di cui al DM 616/2017 per evitare il rischio dell'avviamento e della specializzazione precoce a determinate discipline sportive? Non è anticipando certi apprendimenti che facciamo la scelta giusta ma rispettando le fasi di sviluppo che ogni essere umano percorre. Per questi motivi dalla riforma ci aspettiamo un arricchimento delle motivazioni al movimento di bambini e bambine e una liberazione del corpo, che da sempre rappresenta l’espressione comunicativa ed emotiva arcaica, e per questo più vera".