Nazionale

Formazione ambientale Uisp per le manifestazioni

Il corso di formazione nazionale promosso dal settore ambiente Uisp, sui temi della sostenibilità per le grandi iniziative, è a metà del suo percorso: lo scorso fine settimana si è tenuto l’appuntamento di Napoli, il 20 e 21 gennaio il corso ha fatto tappa a Parma.
“A Napoli abbiamo avuto venti partecipanti, a Parma una quarantina, un risultato molto soddisfacente - afferma Santino Cannavò, responsabile settore nazionale ambiente Uisp - A Napoli abbiamo distribuito una scheda per la valutazione del corso da parte dei partecipanti, il dato univoco che emerge corrisponde alle nostre aspettative: si sentiva la necessità di un‘operazione del genere, da affrontare con gradualità, perchè gli aspetti da curare sono molti e c’è bisogno di metabolizzarli”.

Con quale intenzione nasce il corso di formazione?
“Per il 2012 vogliamo attivare la sperimentazione sull’ambiente in tutte le manifestazioni nazionali e per far questo partiremo da una raccolta dati sull’evento, che descriva e quantifichi tutti gli aspetti di impatto ambientale sul territorio per quella giornata. Il passo successivo, da attivare l’anno prossimo, sarà la valutazione di un indicatore di ecoefficienza da cui partire per correggere le forme di impatto con operazioni di mitigazione e compensazione. L’auspicio è che chiunque lavori all’organizzazione degli eventi nazionali decida autonomamente di rientrare in queste procedure, rifacendosi al vademecum che spiega i comportamenti e le azioni da adottare, sia nella progettazione che nei rapporti con le istituzioni o società di servizi”.

L’obiettivo è creare un nuovo approccio sull’ambiente, condiviso all’interno dell’associazione?
“Vogliamo condividere un metodo che serva ad affrontare le problematiche: un modo comune di interpretare gli eventi e il loro contesto, utilizzabile anche nel futuro. Vorremmo, inoltre, creare un collegamento tra locale e globale, un’interazione tra processi calati nel particolare, sul territorio, e la dinamica generale. Ogni manifestazione nella sua unicità va inserita in un contesto: questo dà origine ad analisi del contesto, dei mezzi, dei rapporti politici, delle capacità del comitato, in un rapporto circolare fra progettazione, attuazione, verifica, e rimodulazione adattata. Abbiamo cercato di dare rilievo anche agli aspetti sociali ed economici dell’attività, basandoci su resoconti di attività già fatte: volevamo far notare che ognuna di queste, con le sue azioni e i suoi rapporti, pone le fondamenta degli sviluppi futuri. Dobbiamo passare dall’evento di una singola giornata all’idea di un progetto annuale complessivo, in cui la manifestazione non è il momento di arrivo ma lo step di un progetto più ampio”.

L’idea che corre lungo tutto il discorso è quella di una nuova cultura di attenzione all’ambiente, ma fuori dall’associazione le cose come vanno? Cadono nel vuoto o c’è una sensibilità che si sta allargando?
“In questo momento convivono due approcci diversi: lo sport delle grandi manifestazioni internazionali cresce, guardiamo ad esempio le Olimpiadi di Londra che saranno Olimpiadi verdi, sostenibili, mentre a livello territoriale l’organizzazione degli eventi tralascia quasi completamente l’aspetto sostenibilità. Quindi, gli eventi di grande portata mirano alla riduzione dell’impatto, mentre l’attività ordinaria lascia ancora un’impronta rilevante nell’ambiente. Ecco perché spingere sullo sport di base e le associazioni: questo tipo di intervento è la risposta ai problemi di tutti i giorni e può diventare un modo d’agire quotidiano”. (di Elena Fiorani)

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