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"Futura": ecco il video che racconta la campagna

Un video per raccontare l'impegno Uisp per la promozione e la difesa dei diritti. Lunedì 27 luglio si è tenuto l'incontro live contro la violenza sulle donne

 

“Futura” è uno spazio di lavoro, di incontro e confronto con proposte di attività sociale, motoria e sportiva per riprendere cura del proprio corpo come tempo (e spazio) per sé, per le donne e non solo. Un percorso promosso dalle Politiche di genere e diritti Uisp per promuovere campagne di sensibilizzazione e una nuova e diversa cultura dello sport e del movimento, per una stagione di diritti. Dallo sport, infatti, può affiorare un’idea di rilancio, di autonomia e di libertà del corpo delle donne, avvicinandole a nuovi spazi di consapevolezza e di socialità da condividere, a cominciare dalla formazione su queste tematiche. "Futura" è ora accompagnato da un video, che parte dall'illustrazione realizzata dalla fumettista Franziska e ne racconta il significato: un gomitolo di lana rossa che collega in rete varie esperienze sul territorio, un filo che unisce e riduce le distanze. Il filo che unisce le donne dell'Uisp nel lavoro di difesa e promozione dei diritti è rosso, colore che richiama l’impegno contro la violenza sulle donne e parla di vita e passione. La stessa che l'Uisp mette ogni giorno nelle sue attività, campagne e iniziative proposte in tutto il Paese. Il video è stato realizzato dall'Uisp nazionale.

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"Attraverso questo video vogliamo promuovere gli appuntamenti che abbiamo in programma - spiega Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp - e continuare a costruire una rete di esperienze e di progetti che la Uisp sta portando avanti. Un'occasione per approfondire tematiche che riguardano le donne e non solo, per promuovere una cultura inclusiva e di uguaglianza".

Iniziative, progetti e confronto per far emergere la violenza maschile sulle donne. Questi i contenuti dell'evento live trasmesso dall'Uisp lunedì 27 giugno. L’Uisp su questo campo, come ha sottolineato in chiusura il presidente nazionale Vincenzo Manco, deve essere un megafono per le pari opportunità, un agente culturale dove il piano di attenzione deve essere sempre molto alto e infine un’agenzia formativa su queste delicate tematiche.

La diretta “In campo contro la violenza sulle donne” è stata l’occasione per presentare diverse esperienze attivate dall'Uisp sul territorio e confrontarsi con altre realtà impegnate sul tema dei diritti.

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Ad introdurre l'incontro Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp: “Attraversiamo tutte le fasce d'età età ed il nostro ruolo di educatori è fondamentale. Per questo forniamo una formazione specifica agli educatori multisport, per proporre fin da bambini attività che favoriscono l’inclusione e abbattono le barriere”. L’Uisp lavora a stretto contatto con altre associazioni creando una rete di lavoro e attraverso lo sport punta ad essere un punto di riferimento per queste tematiche sociali. 

Stefania Campisi, dell’associazione D.i.Re-Donne in Rete contro la violenza, è intervenuta mettendo in primo piano il concetto di cambiamento culturale: “Il nostro obiettivo è quello di portare avanti un cambiamento che riteniamo sia necessario operare nei ragazzi e nelle ragazze”. Durante il periodo di lockdown i dati di accesso e richiesta di aiuto ai centri antiviolenza sono crollati e l’associazione si è fin da subito preoccupata: “Appena terminata l’emergenza, ci siamo nuovamente organizzate e ad oggi siamo tornati ai numeri pre-lockdown. In questo momento – ha proseguito la Campisi - tutti i centri antiviolenza sono attivi e hanno ripreso a incontrare le donne in difficoltà, in alcuni casi anche in videochiamata. C’è stato però al contempo un maggiore impatto sui bambini e le bambine che hanno assistito a episodi di violenza dentro casa”. D.i.Re cerca di arrivare a un agire politico affinché venga prodotto un cambiamento concreto che vada contro la violenza sulle donne.

In queste tematiche, la comunicazione assume un ruolo di fondamentale importanza. Il linguaggio che arriva dai giornali e dalla televisione è cruciale e se un fatto viene raccontato in maniera sbagliata si possono causare gravi danni alla persona colpita. Silvia Garambois, presidente di Giulia giornaliste, ha affermato: “Se si riesce a raccontare il punto di vista corretto, si porta in superficie la realtà dei fatti e forse si aiuta anche la società. La narrazione che aiuta è fatta di parole e narrazioni multiple. È sicuramente quella dei centri antiviolenza e quella dei telegiornali”. In contesti di questo tipo, lo sport è fondamentale perché è uno dei momenti di aggregazione più importanti di cui disponiamo.

Il lavoro svolto dall’Uisp è quello mettere in campo progetti che portino cambiamenti nella società. Tra questi rientra l'esperienza di “Differenze in gioco”, progetto che si sviluppa in Emilia-Romagna, grazie al contributo della Regione e del Comitato regionale Uisp e che coinvolge diversi comitati territoriali. A Rimini, l’Uisp con l’associazione Rompi il silenzio da qualche anno sta provando a contrastare la violenza sulle donne attraverso lo sport. Claudia Petrosillo, Uisp Rimini, ha sottolineato l’importanza del progetto: “Siamo partite da una classe liceale fino ad arrivare a coinvolgere una scuola media, con il contributo di sei operatori Uisp e qusatro di Rompi il silenzio. Nello specifico siamo intervenuti sulle violenze verbali che capitano spesso, cercando di far capire ai ragazzi che le donne possono fare qualsiasi tipo di sport e che tutti gli stereotipi sono delle sciocchezze. Durante il periodo di emergenza abbiamo comunque mandato il materiale sportivo ai ragazzi e video tutorial di ginnastica posturale per le donne rifugiate”. A fare eco alle parole di Claudia, è stata Antonella, volontaria dell’associazione Rompi il Silenzio: “Il nostro lavoro è stare vicino alle donne, ascoltarle e fare il possibile per aiutarle. L’esperienza nelle scuole è importante sia per noi che per i ragazzi e le ragazze, che in palestra attraverso il movimento, si aprono e si sentono più liberi”.

Si va a Reggio Emilia dove Vida Borciani, Uisp Reggio Emilia, ha illustrato il progetto locale: “Il percorso si è sviluppato in una prima parte teorica e in una seconda pratica. In uno degli incontri è stato messo in evidenza lo stile di vita e sono state fatte tre proposte pratiche. Nella prima ci si concentrava in un avviamento alla pratica sportiva mandando madre e figlio in palestra; nella seconda è stata avanzata la proposta di danze tradizionali di tutto il mondo per capire al meglio le affinità tra i vari Paesi; nell’ultima invece è stato organizzato un corso di avviamento all’uso della bicicletta per donne migranti, per raggiungere un obiettivo di emancipazione attraverso l'autonomia concessa dal movimento in bici”.

Dall’esperienza dell’Emilia-Romagna è nato il progetto nazionale, "Differenze”, promosso in collaborazione con la rete D.i.Re-donne in Rete contro la violenza. Il progetto, come ha ricordato durante la diretta Manuela Claysset, si svolgerà in 14 città (con altrettanti comitati coinvolti) e si rivolgerà a una particolare fascia d’età, quella che va dai 16 ai 19 anni.

Per entrare nel dettaglio del progetto è stata chiamata in causa Maria Rosa Lotti, dell’associazione D.i.Re-Donne in Rete contro la violenza: “I giovani dai 16 ai 19 anni rappresentano una fascia molto importante, in cui i ragazzi vivono i loro primi problemi all’interno delle relazioni. Il progetto con l’Uisp sarà sviluppato in tutta Italia e il problema che dovremo fronteggiare sarà il rientro a scuola dopo il lockdown. Sarà quindi una grande scommessa attuare il progetto in questo particolare momento”. Verranno messe insieme competenze diverse in maniera da produrre un modello che possa essere replicato a lungo termine. “Un dono da lasciare – prosegue Lotti – che possa essere riutilizzato in futuro. La questione non è solo lavorare sugli stereotipi, ma sul cambiamento culturale, che è ancora più profondo, e su come si strutturano le relazioni. Altro punto importante, da rendere pubblico ed evidente, è come questo insieme di competenze e visioni per cambiare il mondo possano diventare un patrimonio collettivo, un bene da preservare e mantenere nel tempo”.

Una delle realtà coinvolte nel progetto “Differenze” è quella di Potenza e, dalle parole di Lucia Destino presidente Uisp Potenza, è di fondamentale importanza educare ai pari diritti i ragazzi. Con il progetto, infatti, si mira proprio all’educazione dei giovani e partirà da un liceo della città di Melfi che ha mostrato fin da subito molto entusiasmo.

A chiudere la diretta è stato Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp: “L’obiettivo è quello di lasciare un’eredità sociale. Credo che l’Uisp abbia dimostrato, ancora una volta, con il lavoro in rete di poter mettere a disposizione i luoghi dello sport, che sono costantemente solcati da un piano culturale ed educativo. Non siamo mai stati neutri nella politica sportiva e vogliamo allargare la nostra rete perché ci sentiamo protagonisti. Sul terreno della parità di genere, la Uisp deve assumersi la responsabilità di essere un megafono per le pari opportunità, deve essere un agente culturale e tenere il piano di attenzione molto alto e, infine, deve essere un’agenzia formativa. Le nostre politiche associative e di genere danno una grande spinta e credo che sia arrivato il momento di creare un percorso di formazione specifica che deve investire tutti i livelli. Una formazione basata su percorsi tradizionali, frontale o online, ma soprattutto sulle buone pratiche, la nostra capacità di agire il nostro corpo, investendo sui nostri educatori per abbattere gli stereotipi”. (A cura di Sergio Pannocchia)

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