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Grassroots Sport Diplomacy

 

Qual è il ruolo dello sport e della società civile nelle relazioni internazionali? Intorno a questa domanda ruota il nuovo progetto Grassroots Sport Diplomacy, di cui Uisp è partner e che è stato inaugurato inaugurato a Copenhagen, con il primo incontro svolto dal 5 al 7 febbraio. Ce ne parla Raffaella Chiodo Karpinsky, coordinatrice del progetto per l'Uisp.

"Si è svolta a Copenhagen la ​riunione ​di ​avvio del progetto Grassroots Sport Diplomacy - ​Diplomazia dello sport di base, ​guidato dall'ISCA-International sport and culture association e di cui l'Uisp è il partner italiano. Il progetto ha l'obiettivo di creare attività ed azioni affinchè lo sport di base riesca ad assumere un ruolo rilevante nell'agenda politica dei vari governi, a tutti i livelli. Il progetto, ​che avrà una durata di due anni, ​nasce da una proposta della Commissione Europea​ che crede nella capacità dello sport come strumento efficace di diplomazia e dunque intende investire con convinzione nella promozione di relazioni tra i cittadini europei e dei paesi terzi.

La portata dello sport di base nelle società europee evidenzia la forza dei valori europei e del civismo dei cittadini dell'Unione. Grazie al progetto si può promuovere lo sport di base a livello internazionale e così contribuire ad aumentare il riconoscimento del suo ruolo e dunque la sua posizione nelle agende politiche nazionali. Il potenziale diplomatico dello sport di base viene sempre più riconosciuto e utilizzato dai governi nazionali impegnati a creare nuovi legami internazionali. D’altra parte le relazioni internazionali possono anche essere al servizio dello sport di base, compresa la condivisione di buone pratiche e tendenze. Questo è il concetto alla base del progetto Grassroots Sport Diplomacy, che mira a favorire il riconoscimento del ruolo dello sport di base nelle relazioni internazionali. Si tratta di un progetto strutturato in modo intersettoriale, come suggerito anche dalle Strategie dell’OMS per un’efficace promozione dell’attività fisica. Infatti, sono diverse le tipologie e livelli di partner coinvolti, tra questi istituzioni governative nazionali come la Segreteria di Stato ungherese per lo Sport e l’Istituto per la Gioventù e lo Sport del Portogallo, Enti sportivi nazionali come il Comitato Olimpico Nazionale e la Confederazione Sportiva della Danimarca, l’UBAE-Unione di associazioni sportive di Barcellona e l'Uisp, così come Istituzioni settoriali e centri di studi e ricerca di paesi dell'Unione Europea come  lo European Observatory of Sport and Employement, il Think Tank Sport and Citizenship e il French Institute for International and strategic studies della Francia e infine organismi di altri paesi extra EU come il SESC (Social Service of Commerce) del Brasile ​che avranno compiti diversi nel​l’ambito del progetto​.

Ognuno di questi ​curerà specificamente una parte delle attività previste pur contando sulla collaborazione degli altri per trovare uno ​ ​sbocco ​​e un risultato ​comune​. Prima di tutto sarà decisivo costruire una definizione​ ​​chiara​ ​e condivisa ​del concetto ​di ​Grassrots Sport Diplomac​y per favorire il suo riconoscimento da parte delle istituzioni ​e della società civile. Il tutto partendo dalla raccolta di pratiche di questa speciale tipologia di azione diplomatica che dimostra l'efficacia ​in termini di impatto sociale​ per l'inclusione​, ​​l'integrazione ​e per stabilire un dialogo ​in situazioni di conflitto, sia esso sociale o di fuga dalle guerre. Il progetto ​avrà una parte dedicata all’analisi e​ alla​ ricerca sul​la definizione e ​significato della Grassrots Sport Diplomacy per​ dotare i partner del progetto di strumenti utili ad​ evidenziare il senso ​e​ le ragioni della sua efficacia ​nei tentativi di costruire il dialogo tra le persone e i popoli. Perciò un capitolo importante del progetto è rappresentato ​da alcune azioni pilota ​che verranno curate da​ UBAE-Unione Associazioni ​sportive di Barcellona e ​dall'​Uisp​, che avranno un compito essenziale poiché la rappresentazione delle esperienze pilota costituirà la base su cui si potrà  ​fondare la concretezza del ruolo dello sport di base nell’esercitare ​un'azione diplomatica​ ​​efficace​ ​nella creazione di opportunità di dialogo, anche laddove​ ​​le situazioni di conflitto appa​iono difficil​i​ se non impossibil​i.

La presentazione di esperienze​ e buone pratiche di questo genere a Copenhagen è stata affidata all'Uisp: le esperienze e i progetti Uisp che sono già considerat​i​ concrete e buone pratiche sono molti. Vengono considerate di rilevante importanza, ad esempio, le esperienze di Vivicitt​à​ in Libano​ realizzate da ormai più di un decennio nei campi profughi palestinesi dove, grazie alle attività Uisp, è stato possibile stabilire un dialogo tra popolazione locale, profughi palestinesi e siriani.  Non solo, l'Uisp è stata oggetto di particolare attenzione per la sua esperienza in Italia​ nei diversi contesti ​in cui opera per l'integrazione e l'inclusione sociale dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo ​e soprattutto​ i Mondiali antirazzisti ​riconosciuti come prototipo​ efficace​ di incontro e dialogo​  attraverso lo sport.  Altro obiettivo del progetto ​sarà l​'elaborazione di raccomandazioni da presentare in occasione di una conferenza Internazionale.

La Commissione Europea, prendendo spunto ​dall'ispirazione di Nelson M​andela "Lo sport ha il potere di cambiare il mondo...."​, vuole sostenere il potenziale fenomenale rappresentato dalla diplomazia dello sport, investendo ​su queste ​attività ​e collegandole a quelle sviluppate​ dalla stessa Commissione per il sostegno e lo sviluppo dell'integrazione dei ​cittadini dei ​paesi ​membri dell'Unione così come tra questi e ​quelli dei paesi​ di altri continenti. ​All'incontro di avvio del progetto ha partecipato Agata Dziarnovska del DG Sport della Commissione Europea, che ha illustrato come il potenziale dello sport ​in campo diplomatico ​venga già utilizzato nella promozione dell'integrazione dell’Unione, affermando che su questo tema si intende concentrare l'attenzione della Settimana Europea dello sport 2018 (EWOS).

Nel 2015 la Commissione ha iniziato a promuovere la diplomazia dello sport come concetto utile​ su cui investire​ all’interno dell​'U​nione ​Europea stessa e nella convinzione che lo sport offra una buona opportunità anche per la promozione ​delle relazioni esterne della UE e che pu​ò​ essere uno strumento importante​ ​nella promozione dei valori della democrazia che la UE vuole diffondere, contribuendo al rafforzamento delle ​proprie ​relazioni internazionali. Tra i passaggi importanti per il riconoscimento della diplomazia dello sport c'è quello che si è verificato sotto la presidenza slovacca del semestre di Presidenza di turno dell`UE nel novembre del 2016 quando  i 28 ministri con delega allo Sport della UE hanno approvato e sottoscritto un documento che nel  quale si fa riferimento all'uso dello sport quale mezzo per influenzare le relazioni diplomatiche, interculturali, sociali, economiche e politiche. La diplomazia dello sport di base è un concetto che può essere rilevante per  favorire il riconoscimento del valore dello sport di base e il suo ruolo nello sviluppo di relazioni tra cittadini dei paesi membri  dell’Unione Europea e le sue diverse istituzioni, governi nazionali e agenzie governative nazionali e ONG nazionali e altre parti interessate nello sport di base. Il progetto si rivolgerà a tutti e tre i gruppi di soggetti interessati, nella convinzione che come parte della diplomazia pubblica, la componente della società civile tra cui lo sport di base risulta essenziale per la credibilità e il successo di relazioni basate sul dialogo e la reciproca comprensione.