Nazionale

Il ruolo dei Comuni nella promozione dello sport

L'approfondimento di Openpolis sugli interventi a carico dei Comuni che potrebbero favorire la pratica sportiva tra i cittadini

 

Un recente approfondimento di Openpolis ha trattato il ruolo che i Comuni possono ricoprire nel promuovere l'attività fisica tra i propri cittadini, attraverso interventi strutturati e continuativi che colmino alcune mancanze e rendano lo sport accessibile e a portata di mano, per tutte e tutti.

Openpolis ci ricorda che l’attività fisica è molto importante per la salute dell’individuo: la pratica dell’attività motoria o di sport organizzati porta infatti a chiari benefici sia dal punto di vista fisico che psicologico, sia per gli adulti che per i bambini. In Italia, ci sono delle tendenze tipiche di alcune fasce demografiche. Istat rileva per esempio che la pratica sportiva continuativa è più diffusa tra i minori di 17 anni, mentre lo svolgimento di una qualche forma di attività fisica è maggiore all’aumentare dell’età. Considerando però il dato totale, nel 2020, il 36,6% degli italiani dichiara di praticare almeno uno sport e il 28,1% di svolgere attività motoria.
35,2% la quota di sedentari (che non praticano né attività motoria né sportiva) nel 2020.
Questi dati riportano sia delle differenze di genere – il 39,4% delle donne dichiara di non svolgere alcuna attività fisica contro il 30,8% degli uomini – che dei divari territoriali.

La percentuale di persone che praticano attività fisica o sportiva cambia drasticamente lungo la penisola: se nel nord il 74,4% degli intervistati dichiara di svolgere una qualche forma di sport o moto, le percentuali scendono al centro (67,4%) e al sud (50,2%). Inoltre, la pratica sportiva organizzata e regolare è più diffusa nelle zone settentrionali, con il 31,6% contro il 19,8% dell'area meridionale. Su questo tema l'Uisp è intervenuta recentemente grazie alla ricerca realizzata con Svimez e il sostegno di Sport e Salute, "Il costo sociale e sanitario della sedentarietà".

Per la pratica di sport organizzati, è necessaria la gestione continuativa e puntuale delle infrastrutture dedicate, oltre a un'attenzione particolare per le società che coordinano l'aggregazione di atleti a livello dilettantistico. I comuni possono intervenire su questi e numerosi altri aspetti. I bilanci delle amministrazioni comunali prevedono una voce di spesa dedicata a “Sport e tempo libero”. Al suo interno, sono considerate tutte le uscite per le società e le associazioni sportive e le relative manifestazioni e iniziative, oltre alla formazione professionale del personale dedicato al funzionamento di queste attività. Sono comprese inoltre le spese per la gestione delle opere pubbliche legate alla pratica sportiva, le strutture per le attività ricreative e le iniziative di promozione dello sport.

Trieste è tra le grandi città quella in cui si spende di più per lo sport, con 47,73 euro pro capite. Fanno seguito Padova (40,29) e Firenze (29,3). In fondo invece si trovano Genova (12,63 euro pro capite), Bari (10,41) e Roma (4,56).

Ampliando l'analisi a tutte le amministrazioni italiane, la spesa media per questa voce ammonta a 32,40 euro pro capite. I comuni della Valle d'Aosta sono quelli che riportano l'uscita maggiore con 155,47 euro pro capite. Seguono la provincia autonoma di Bolzano (129,78) di Trento (80,04) e il Friuli-Venezia Giulia (66,11), tutti territori a statuto speciale. Al contrario, le amministrazioni che in media spendono di meno sono quelle calabresi (13,08 euro pro capite), quelle pugliesi (12,05) e quelle campane (10,49).

In media, si tende quindi a spendere di più per lo sport in quelle regioni in cui le attività motorie e sportive sono maggiormente praticate. Un'uscita particolarmente alta viene riportata nella provincia autonoma di Bolzano, che è pure la zona in Italia in cui la popolazione sostiene di fare più attività motoria e sportiva e dove ci sono più persone che praticano sport in modo continuativo.
 

I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Opnepolis estrae i dati, li elabora e li rende disponibili sulla piattaforma. Attraverso openbilanci viene svolta un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.