Nazionale

Tiziano Pesce al 18° Congresso Arci: comuni radici, identità, futuro

Il presidente Uisp, Tiziano Pesce, è intervenuto citando le comuni radici tra Arci e Uisp e gli impegni per il futuro nel solco della Costituzione

 

La giornata d'apertura del Congresso nazionale Arci ha visto alternarsi gli interventi di rappresentanti del mondo associativo e istituzionale, dopo la relazione introduttiva del presidente uscente Daniele Lorenzi, sono intervenuti, tra gli altri, Enrico Letta, Giuseppe Conte, Maurizio Landini, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, Vanessa Pallucchi, Carlo Borgomeo. E' intervenuto poi Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, che ha parlato di comuni radici tra Arci e Uisp (con numerose citazioni, da Arrigo Diodati a Gianmario Missaglia) e di impegni per il futuro nel solco della Costituzione: diritti, partecipazione, sostenibilità, pace, cittadinanza attiva.

All'Auditorium Antonianum della pontificia università di Roma sono raccolti fino al 4 dicembre 511 delegati da tutta Italia per il XVIII Congresso nazionale dell'Arci, in rappresentanza di quasi 4 mila circoli in tutta Italia. Il titolo scelto per questo appuntamento è: “Per uscire da un incubo non basta svegliarsi. Bisogna sognare più veloce”. Un appuntamento che arriva nel 65esimo compleanno dell’Arci, per continuare a diffondere partecipazione civica e promuovere nuovo associazionismo, difendere il nostro radicamento sul territorio e le tantissime attività di prossimità.

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"Grazie al presidente Daniele Lorenzi per l’invito, grazie Daniele per il tuo impegno e i risultati raggiunti, per la tua appassionata relazione e le emozioni che ci hai donato oggi, grazie alla presidente onoraria Luciana Castellina, a tutto il gruppo dirigente e all’intera rete associativa Arci, da me e da tutta l’Uisp, grazie per quello che fate e per come lo fate. Un abbraccio forte all’infaticabile Adelmo Cervi, presente in sala, grazie compagno Adelmo. Un pensiero, anche da parte mia, ai tanti associati, dirigenti, che hanno perso la vita a causa del covid, alle loro famiglie. In un passaggio del vostro ricco documento congressuale, leggiamo: 

[…] Abbiamo una bussola: i valori e la cultura che ci hanno consegnato la nostra storia associativa, il movimento operaio, contadino, popolare, l’antifascismo e la Resistenza, le sinistre, i movimenti pacifisti, nonviolenti, femministi, ecologisti, studenteschi, antirazzisti, altermondialisti, antimafia, per i diritti civili; e i dettati che la Costituzione e il diritto internazionale sanciscono come leggi inderogabili.

In un mondo di guerra, diciamo pace.
Nella diseguaglianza crescente, noi ci battiamo per l’uguaglianza.
Allo sfruttamento, opponiamo la giustizia sociale.
All’isolamento, la socialità.
Alla ignoranza, la cultura e la conoscenza.
Alla distanza, la prossimità.
A qualunque integralismo, la laicità.
Al patriarcato e al sessismo, le differenze di genere.
All’individualismo, il valore del collettivo.
Al respingimento, l’accoglienza.
Alla xenofobia, l’antirazzismo.
Alla omologazione, le diversità.
All’egoismo, la cura.
Al leaderismo, la partecipazione. […]

…in maniera molto efficace avete fissato così una parte considerevole dell’impegno dell’Arci, anzi, fatemela dire così, dell’impegno dell’Arci e dell’Uisp, due fra i più grandi enti di terzo settore del Paese e del nostro continente, lo possiamo affermare senza timore di essere smentiti; un manifesto di due associazioni, progressiste, che nascono nel secondo dopoguerra, dai valori della Resistenza, dai sacrifici di giovani donne e giovani uomini nella Lotta di Liberazione, dal Fronte della Gioventù, e – andando più indietro, dal mutualismo avviato nel secolo precedente.

Due associazioni del fare, che sono cresciute a braccetto con la Costituzione italiana, senza retorica e con coerenza, attraversando e influenzando il sistema culturale, ricreativo, sportivo, sociale e politico del Paese, che hanno percorso un bel pezzo di strada insieme e la continuano come corpi intermedi federati che, giorno dopo giorno, rafforzano il proprio impegno per affermare e consolidare la proprio soggettività, al servizio del bene comune, dell’interesse generale, si mettono in discussione, si autoriformano, tenendo al centro l’etica della responsabilità, la trasparenza e la rendicontabilità, per contribuire ad affermare diritti, promuovere giustizia sociale, legalità, inclusione e coesione, contrastare le disuguaglianze, promuovere partecipazione democratica, in un momento, tra l’altro, di profonda disaffezione dei cittadini dalla politica e di tremendo astensionismo al voto.

Una bussola che ci hanno consegnato i nostri padri fondatori, alcuni comuni, tra cui quello straordinario uomo di Arrigo Diodati, il Partigiano “Franco”, che, diciannovenne, unico sopravvissuto all’eccidio nazifascista di Cravasco (nel comune di Campomorone, nell’immediato entroterra genovese) del 23 marzo 1945, dedicò la sua vita al servizio dei valori di libertà e di pace, da trasmettere attraverso l’impegno associativo.

Nell’estate del 1947 organizzò il Campeggio Internazionale della Gioventù di Cogoleto, esperienza che racconta alcuni dei valori fondanti che contribuirono alla nascita dell’Uisp un anno dopo, nel 1948: amicizia internazionale tra i giovani di tanti paesi europei, volontariato, amore per la libertà, per il viaggio, per il rapporto con la natura e per l’avventura.

Arrigo “Franco Diodati” aveva creato l’Associazione Campeggiatori Escursionisti Turisti (CET), che nel ’50 si fuse con l’Uisp, diventando una delle componenti fondanti dello sport popolare.

Il Villaggio della Gioventù di Cogoleto ebbe un grande successo e andò avanti diversi anni. Ci fu anche un’estate in cui furono ospitati dei giovani “Pionieri”: attorno al fuoco, la sera, si radunavano ad ascoltare sbalorditi le prima “strane” favole-non favole di un giovanissimo Gianni Rodari. Chi fu e cosa rappresentò per l’Arci Franco Diodati non posso certo raccontarlo io a voi.

Caspita, che metafora azzeccata quella della bussola!

Una bussola, che diventa testimone, arrivata a noi attraverso altri compagni e compagne straordinarie, grazie ancora Luciana, non possiamo allora che ricordare, con profonda riconoscenza ed affetto, Tom Benetollo e Gianmario Missaglia, che un tremendo destino ci ha strappato troppo presto, ma i cui insegnamenti ed esempi resteranno per noi sempre stella polare. Tra storia, memoria, presente e futuro.

Non posso allora non pensare all’Ecoorienteering di Mix, alle sue suggestioni contenute in “Greensport”, un altro sport è possibile, per uno sport più pulito e umano, ahinoi così distante dai Mondiali di calcio in pieno svolgimento in Qatar, su cui ci siamo espressi pubblicamente pochi giorni fa, con il comunicato congiunto Arci e Uisp “Senza diritti non chiamatelo gioco. E neppure sport”.

Intanto, sempre la dura attualità ci dice che gli effetti della pandemia e dell’inflazione continuano ad aumentare le già profonde disuguaglianze in essere, la disoccupazione, le povertà, assolute e relative, colpendo soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare le donne, i giovani, gli anziani, gli stranieri, le persone sole, le persone con fragilità e disabilità.

Un divario socio-economico aggravato dalla crisi sanitaria e dagli effetti diretti e speculativi del tremendo conflitto bellico in Ucraina, che non mantiene certo indenni, anzi, i nostri circoli, le associazioni di base, gli impianti sportivi e ricreativi di prossimità, le nostre strutture nazionali e i nostri comitati sul territorio, ancora troppo poco sostenuti. Senza dimenticare la “spada di Damocle” dell’IVA che ancora pende sulla testa di tutti gli enti non a scopo di lucro che non svolgono attività commerciale.

Tutto questo in una fase storica contraddistinta da riforme legislative, a partire da quella del terzo settore, di cui siamo stati anche promotori e di cui abbiamo voluto cogliere opportunità e relativi oneri, ma che fatica ancora, nonostante il grande impegno profuso dalla Direzione generale del terzo settore del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nel rapporto con il Forum del terzo settore, a raggiungere una completa messa a terra, una completa armonizzazione con la riforma del sistema sportivo, tutto ciò a danno soprattutto delle realtà associative più piccole, basate, completamente o quasi, sul volontariato dei propri dirigenti ed associati.

A rischio, ancora una volta, i bisogni e le necessità delle cittadine e dei cittadini più fragili, le attività di solidarietà, la socialità, e, più complessivamente, la coesione e la tenuta sociale delle nostre comunità.

Il legislatore metta allora la giusta attenzione, per davvero; dal Governo centrale sino alla più piccola amministrazione locale si investa convintamente nei nuovi istituti dell’amministrazione condivisa, si riconosca sempre di più il valore di reti associative come le nostre, vere, davvero presenti e capillarmente sul territorio; si lavori insieme per una vera sussidiarietà, per un nuovo modello sociale che abbia davvero al centro le persone.

Il nostro tessuto associativo di base, che non finiremo mai di ringraziare, rappresenta un capitale sociale, un ambiente educativo e formativo per tutte le età della vita, in grado di  sensibilizzare e far crescere una diversa cultura basata sulla partecipazione e il rispetto, sulle pari opportunità, sul valore del servizio civile, sulla promozione della salute, per far crescere una società più sostenibile, attenta e sensibile, in grado di promuovere e tutelare diritti civili e umani, contrastare ogni forme di violenza e di discriminazione, contribuire al cambiamento, parte attiva anche di una concreta transizione ecologica.     

Ho saputo della candidatura unica alla presidenza nazionale di Walter Massa, responsabile nazionale organizzazione. A Walter mi lega non soltanto l’essere genovesi, ma soprattutto, da molti anni ormai, una fraterna amicizia, cresciuta tra i nostri impegni associativi sul territorio, attraverso le presidenze di Arci e Uisp Liguria, nell’impegno importante all’interno del Forum del Terzo settore e nel rapporto con le istituzioni.

Walter, bella persona, ragazzo, uomo caparbio, grande sportivo, ottima testa e ottime gambe. Un abbraccio stretto stretto Walter, e un grande in bocca al lupo a te e a tutta noi!

Vado velocemente a concludere, ringraziandovi nuovamente per l’opportunità di essere qua oggi con voi, convinto che i vostri lavori sapranno anche indicare obiettivi comuni e strade da intraprendere e condividere nei percorsi che ci vedono già insieme sul territorio, nell'esperienza delle rappresentanze del Forum del Terzo Settore, in Fondazione con il Sud, ai tavoli del Patto di consultazione e confronto promosso dalla Cgil, o in altri ambiti in cui già agiamo o ci potremmo ancora incontrare, e, soprattutto, nella nostra Federazione, in cui, consapevoli dei nuovi e complessi compiti che ci sono assegnati, poter rilanciare, insieme, un rinnovato patto associativo, una alleanza, anche di soggetto politico e pedagogico, per rispondere sempre meglio ai sempre maggiori bisogni delle nostre comunità, anche sul terreno dei servizi, per il bene comune del nostro Paese e non solo, rendendo sempre più riconoscibile la nostra identità di organizzazioni di cittadinanza attiva, per l'affermazione di una società più solidale, più giusta ed equa per tutte e per tutti.

Lungi da noi voler essere autoreferenziali e men che meno presuntuosi, ma la storia di questo Paese e le emergenze di questi ultimi anni dicono che c’è un dannato bisogno di noi, c’è un dannato bisogno di Arci, affermatelo, affermiamolo con orgoglio! Buon Congresso a tutte e a tutti!"

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