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La progettazione Uisp guarda al futuro dello sport e della società

Salvatore Farina, responsabile Politiche per la progettazione Uisp, presenta le prospettive del lavoro Uisp tra innovazione e comunità

 

Lo sport sociale e per tutti è un formidabile strumento di coesione sociale, inclusione, benessere per tutti e per tutte. Non sono parole ma fatti e la dimostrazione ci viene dai progetti, dal modo di concepirli, di realizzarli e di verificarne la ricaduta sociale: “L’Uisp è impegnata in decine di progetti nazionali e internazionali di qualità, misurabili e verificabili, realizzati con ricadute positive su tutto il territorio nazionale – dice Salvatore Farina, responsabile delle Politiche per la progettazione Uisp – non si tratta di parole ma di banchi di prova molto importanti, concreti, misurabili. E, a noi dell’Uisp piace scavare dentro le parole, come nelle cose della vita quotidiana”.

“Sport e progetti sono facce della stessa medaglia – prosegue Farina - fatti di quotidianità che diventa cambiamento sociale, stili di vita attivi che diventano permanenti e consolidano nuovi modi di essere comunità coese: basti pensare al ruolo delle società sportive nei quartieri metropolitani o anche nei contesti urbani periferici e in quelli rurali”. 

La modalità del lavoro a progetti all’interno di un’organizzazione complessa come l’Uisp, si costruisce per gradi e per sperimentazioni successive, creando una comunità progettuale capillarmente diffusa sul territorio nazionale: una vera e propria rete di competenze capace di promuovere partnership con altre organizzazioni sociali del terzo settore, amministrazioni, università, centri di ricerca, fondazioni.

“Ci guida l’idea strategica della Transizione Sportiva nelle tre dimensioni sociale, economica ed ambientale, in quanto strumento che ci può permettere di operare quei cambiamenti che vedono lo sport non solo come pratica fisica, ma come leva multifunzionale per promuovere benessere, salute, socialità. Questo ci deve dare la possibilità di affrontare nuove sfide che sono sempre più globali. SportPerTutti, Sport Civico, Sport ACT, Tran-Sport, sono degli esempi concreti di come si stanno portando avanti azioni innovative, facilitando i Comitati nell'accreditarsi ai tavoli di concertazione insieme alle reti di cittadinanza e agli Enti locali”.

E il futuro della progettazione nello sport?
“Alla luce delle innovazioni che l'intelligenza artificiale sta apportando in vari ambiti, anche il futuro della progettazione è da scoprire ed è difficile da prevedere oggi. In questi anni abbiamo prodotto molti risultati tangibili anche in partenariato con altre reti, amministrazioni, Università, Centri di ricerca, Fondazioni. Proseguiremo su questa strada, è importante attenerci al Piano di lavoro dell’UE sullo sport 2024/2027, con l’ambizione di emancipare lo sport e renderlo sempre di più grande fenomeno sociale e culturale, non solamente come attività fisica, ma come strumento multifunzionale di innovazione, inclusione e rigenerazione. L'evoluzione del progetto “EU..ISP”, prevede la pianificazione strategica nell'ambito della progettazione e un’azione di advocacy affinché lo sport sia incluso e considerato agente di cambiamento nelle politiche europee. Una continua azione generativa che fa dell'Uisp un soggetto innovatore e propositivo nella reti internazionali come ISCA ed EPSI”.

Cosa siamo chiamati a fare in questi prossimi quattro anni? Quali strumenti possiamo dare al territorio perché maturino le competenze per la gestione dei progetti?
“Occorre puntare ad una maggiore trasversalità e sinergia tra Comitati e attività Uisp, tra settori e politiche, in particolare tra Politiche della progettazione, Dipartimento formazione e sviluppo, Centro Studi e Ricerca, al fine di attivare forme di innovazione sociale, in collaborazione con università e centri di ricerca".

"Una prima risposta è stata data con il progetto formativo Project Management, percorso fatto in collaborazione con il Forum del terzo settore e finanziato da Sport e Salute, sicuramente molto utile ma che ha bisogno di essere completato, affinché dia una certificazione riconoscibile e spendibile. La formazione non deve essere esclusivamente tecnica, ma deve essere ampliata per poter avere una vision che consenta alla Uisp di trasferire sul territorio competenze capaci di affrontare le sfide del cambiamento che la progettazione richiede”.

“Ci sono due progetti che in particolare ci possono aiutare ad affrontare quel cambiamento che la società richiede - conclude Salvatore Farina - si tratta di AGE- Affrontare il cambiamento demografico attraverso lo sport e di Non Profit Digital Leaders. Attraverso la lente dello sport l’Uisp affronta due fenomeni del nostro tempo, che stanno modificando profondamente la nostra società. Da una parte c’è il mutamento demografico e dall’altra l’esigenza di una transizione digitale per migliorare la vita di tutti, che l’Uisp sta affrontando già da alcuni anni". (I.M.)