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Ferrarotti, esploratore di universi ignorati dall'accademia

Quarant'anni fa il suo testo profetico dedicato allo sport: "All'ultimo stadio-Una repubblica fondata sul calcio". Il ricordo di Nicola Porro

 

Il 13 novembre ci ha lasciato Franco Ferrarotti. Professore emerito in Sociologia, ha rappresentato per un’intera generazione di studiosi il principale punto di riferimento della ricerca sociale italiana. E’ stato anche un esploratore coraggioso e curioso di universi sociali troppo spesso ignorati dall’accademia. Esemplare è proprio il caso della ricerca applicata allo sport.

Si deve a lui l’incoraggiamento e il costante sostegno fornito alle prime ricerche dedicate, in anni ormai lontani, da me e da pochi altri studiosi alla tematica sportiva e alle sue vaste implicazioni socio-culturali.

Ferrarotti stesso già nel 1983, pubblicando insieme a Oliviero Beha All’ulitmo stadio. Una repubblica fondata sul calcio, aveva per primo riconosciuto in Italia cittadinanza scientifica e rilevanza sociale al fenomeno sportivo. Il suo approccio di ricerca non era accademicamente sistematico né metodologicamente pedante.

Procedeva per intuizioni fulminanti, attingeva ai fatti di cronaca, si nutriva di stimoli culturali delle più diverse provenienze. Non per nulla, del resto, amava definire il suo approccio sociologia critica rifiutando di sottoporlo alle rituali classificazioni accademiche o a quelle partizioni subdisciplinari ispirate a logiche concorsuali più che a reali esigenze scientifiche. Anche sotto questo profilo Ferrarotti è stato insieme un padre fondatore della nostra ricerca sociale e un osservatore outsider curioso del mondo e sanamente irriverente. Amava esplorare territori sconosciuti o poco frequentati, avvertendo i compagni d’avventura che la ricerca più autentica e più feconda è quella che si sottrae al conformismo, alle logiche di mestiere e alla pura perpetuazione di saperi obsoleti.

Anche sotto questo profilo si sentiva erede e interprete di una scuola di pensiero che aveva inteso trasferire i valori e le idealità della Resistenza – cui aveva partecipato nel suo Piemonte in giovanissima età – nell’esplorazione inquieta e insieme rigorosa di una società in continua trasformazione. (di Nicola Porro, sociologo)