Nel corso degli ultimi tempi, termini come marketing, Seo, personal branding, social media management sono entrati sempre di più nel vocabolario comune. I social media si sono affermati, moltiplicati e diffusi modificando non solo l'interazione tra gli individui, ma anche la comunicazione in ogni suo aspetto. Dalla creazione di Facebook, si è assistito allo sviluppo di piattaforme che permettono alle persone di essere sempre più interconnesse, di aver accesso ad una molteplicità di contenuti in un solo click, di abbattere distanze e barriere. Ciò che prima sembrava lontano, oggi sembra essere raggiungibile, anche solo con la mente. Ogni cosa diventa, nel mondo del web 2.0, "a portata di mano". I cambiamenti innescati dalla rivoluzione digitale sono evidenti in moltissimi settori della vita privata e pubblica tanto che oggi, per le aziende, grandi o piccole che siano, il social media marketing non è più un'alternativa, ma una priorità.
Come scrive Vanessa Cocco in un articolo su LaPalestra.it, "L'importanza della comunicazione per i centri sportivi", "il panorama sportivo italiano potrebbe essere paragonato ad un'immensa galassia, satura di pianeti apparentemente uguali ma profondamente diversi tra loro. Un settore di attività complesso, un mercato difficile, che necessita di strumenti e competenze specifiche per poter agire al suo interno". E infatti il quadro sportivo italiano è instabile e multiforme. Ci sono centri fitness, palestre, piscine, operatori sportivi che operano in vari settori, intercettando bacini d'utenza differenti. Spesso, anche a causa della mancanza di fondi, la costruzione di un piano comunicativo strutturato non rientra nelle priorità della maggior parte delle piccole e medie imprese e non viene inserito nella tabella dei lavori da svolgere. Comunicare si riduce perciò a semplici azioni di marketing pubblicitario, prive di pianificazione e di progettazione. E' importante - spiega Cocco - tener conto di tre elementi fondamentali, che rappresentano anche i punti di partenza di qualsiasi pratica di marketing orientation".
Il primo è il naming, ovvero la scelta dei nomi dei prodotti, dei servizi e dell'impresa stessa. Il nome, infatti, è il punto di partenza per la trasmissione di qualsiasi tipo di messaggio. Il nome aiuta l'identificazione e, per questo, è importante che sia subito associato ad un marchio specifico, a dei colori, a delle immagini. Un buon nome deve richiamare alla mente dei clienti concetti e idee specifici, contribuendo alla costruzione di identità e della personalità, ciò che in termini tecnici è detto personal branding. Un buon nome, insomma, è la base di qualsiasi buon business. A questo si aggiunge l'identità grafica: logo, colori, caratteri, impaginazione, foto, simboli. Un insieme omogeneo di vari elementi che siano tra di loro in equilibrio e mantengano coesione ideologica e pratica. L'aspetto orienta e definisce, crea armonia tra le parti. Un ultimo elemento è il "tone of voice", cioè il modo in cui un'azienda comunica, l'insieme delle espressioni linguistiche e semantiche. "Nome e identità grafica sono fondamentali - spiega Cocco - ma è importante scegliere come comunicare all'esterno la propria offerta, i propri servizi e tutto ciò che vi riguarda". Due le azioni preliminari ad ogni comunicazione efficace: l'individuazione del target di riferimento e la definizione della propria mission. Infatti, più sarà definita l'utenza più i messaggi saranno definiti e studiati. Infine, vision e mission rappresentano la base su cui sviluppare il tone of voice. I valori che emergono mirano a coinvolgere la fascia di pubblico più affine, definendo le tipologie di contenuti più adatti al proprio piano di comunicazione. (A cura di Chiara Feleppa)