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Lo sport sociale Uisp al servizio delle comunità per salute e benessere

I dati dell’Istat e il rapporto dell’Oms dipingono un quadro in netto peggioramento. Cosa può fare l’Uisp? Risponde Massimo Gasparetto

 

Il nuovo Rapporto europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) parla chiaro: il 59% degli adulti e quasi il 30% dei bambini (29% fra i maschi e 27% fra le femmine) sono in sovrappeso o convivono con l'obesità. Le persone in sovrappeso e obese "sono state colpite in modo sproporzionato dalle conseguenze della pandemia - rileva l'Oms Europa - Ci sono stati cambiamenti sfavorevoli nel consumo di cibo e nei modelli di attività fisica che avranno effetti sulla salute della popolazione negli anni a venire e richiederanno uno sforzo significativo" per invertirli. 

“E’ ormai scientificamente confermato che i comportamenti delle persone peggiorano in base alla precarietà delle condizioni di vita generali - afferma Massimo Gasparetto, responsabile politiche per la promozione della salute Uisp - le disuguaglianze incidono tantissimo. Chi ha meno reddito, chi è meno istruito, chi vive in zone disagiate, fuma e beve di più, mangia peggio e non fa attività fisica. Quindi lottare contro le disuguaglianze è il primo passo per intervenire in un’ottica di sistema, attraverso azioni che devono nascere da alleanze, affinché siano sistemiche, coordinate, durature nel tempo e misurate. Il peggioramento di numerosi indicatori deriva proprio dagli effetti di due anni di pandemia ed ora, l’incertezza e l’aumento dei costi causati dalla guerra, sicuramente andranno ad incidere ulteriormente su questi dati”. 

I fattori di rischio per la salute sono ormai ben conosciuti, fumo alcol e obesità sono i classici elementi da tenere sotto controllo per promuovere la prevenzione delle malattie cronico degenerative. La recente indagine multiscopo dell’Istat, “Aspetti della vita quotidiana”, è andata a studiare proprio le abitudini degli italiani in rapporto a questi fattori di rischio. Nel 2021, il 19% della popolazione di 14 anni e più dichiara di essere fumatore, il 24% di aver fumato in passato e il 55,7% di non aver mai fumato. È pari al 46,2% la popolazione di 18 anni e più in eccesso di peso (34,2% in sovrappeso, 12% obeso), mentre il 50,9% è in condizione di normopeso e il 2,9% è sottopeso. Il 66,3% della popolazione di 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno. Infine, 19 milioni 667 mila persone (il 33,7% della popolazione di 3 anni e più) dichiarano di non praticare né sport né attività fisica nel tempo libero. Si osservano marcate differenze di genere: è sedentario il 36,9% delle donne contro il 30,3% degli uomini.

Cosa può fare l’Uisp per dare il proprio contributo inserendosi in una logica di bene comune e di servizio alle comunità?
“Il nostro principale intervento si rivolge alla lotta alla sedentarietà - risponde Gasparetto - dobbiamo allearci con la scuola, i Comuni, le aziende sanitarie locali, per identificare insieme le proposte e le opportunità da fornire ai cittadini, partendo dai bambini per arrivare fino agli anziani. Proprio i bambini hanno vissuto con grandi difficoltà i due anni di pandemia, in cui sono stati fermi ma anche preoccupati. Insieme alla scuola e alle famiglie dobbiamo valorizzare il nostro ruolo di facilitatore per coinvolgere i bambini in attività che, oltre a rimetterli in movimento, li facciano divertire e migliorino l'empowerment e la loro capacità di adottare corretti stili di vita. In questa logica si inseriscono ad esempio i Centri estivi multisport Uisp, opportunità di benessere, di attività fisica e di inclusione. Per la popolazione adulta ricordiamo Pillole di Movimento, campagna nazionale Uisp che ha messo al centro proprio la lotta alla sedentarietà”.

La logica di sistema, necessaria a stabilizzare questi interventi, prevede di lavorare in rete, valorizzando le caratteristiche di ogni nodo: “La mission Uisp è metterci al servizio delle comunità con il nostro sport che è stile di vita e benessere, occupazione positiva di tempo libero, relazione, connessione tra parti della società. In poche parole, dobbiamo scendere in campo nella lotta alle disuguaglianze per ciò che è di nostra competenza: per questo invito tutti i comitati Uisp ad esplorare i piani di prevenzione per trovare la modalità migliore con cui porci al servizio delle comunità in una logica di servizio”.