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Lo sportpertutti nell'epoca del postumano: parla Simone Digennaro

Il sociologo dell'Università di Cassino è il protagonista della quinta puntata del podcast Uisp nazionale: "Sportpertutti, non basta dirlo"

 

L’Uisp pubblica su Spotify un nuovo episodio di “Sportpertutti, non basta dirlo”, un podcast sull’attualità e sul significato dello sport per tutti oggi, sul ruolo sociale, culturale ed economico che ha assunto il fenomeno, sulle sue innovazioni nel corso degli anni e sulle tendenze in atto.

In questo episodio, insieme a Simone Digennaro, professore associato e presidente del Corso di Laurea di Scienze Motorie dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale abbiamo fatto il punto sulla situazione della ricerca sociale sullo sportpertutti, sulle motivazioni e sull'identità oggi di chi pratica sportpertutti.

ASCOLTA L'EPISODIO N.5 DEL PODCAST "SPORTPERTUTTI, NON BASTA DIRLO". PARLA SIMONE DIGENNARO

A che punto è la ricerca sociale sullo sportpertutti?

"La ricerca sociale in questo ambito non ha ancora una identità definita - risponde Digennaro - Si procede in ordine sparso, alcune intuizioni sono molto belle, l’Italia continua ad essere un punto di riferimento in Europa. Sport sociale e per tutti in ambito accademico rappresenta una nicchia. Tuttavia all’interno di quella nicchia, noi dell’Università di Cassino abbiamo una forte caratterizzazione sullo sport sociale e per tutti”.

C’è qualche riferimento che puoi indicarci in merito all’atuale ricerca sociale sullo sport?

“Farei una riflessione di tipo geografico, in particolare la scuola francesce è riuscita a fare sistema intorno a riflessioni sullo sportpertutti. Il mio riferimento è il professor William Gasparini essendomi io formato nell'Università di Strasburgo".

Qual è il rapporto tra corspo e sportpertutti, oggi?

"Siamo nell’epoca del postumano. C’è una rivoluzione in atto rispetto alla matrice culturale del corpo, che è all’interno della nostra riflessione. Di che corpo parliamo?".

 Qual è la tendeza dello sportpertutti oggi, anche in termini di visione?

"Oggi c’è un’accelerazione fortissima, una generazione si sussegue all’altra molto velocemente. Che tipo di linguaggio parlano i giovani e i giovanissimi?  Che tipo di proposte sportive si aspettano? Ad esempio si parla di nuove fruizioni dello sport, molto legate agli smart phone di utilizzo quotidiano e alle nuove tecnologie. Prima si poteva pensare che il punto dove si pratica sport fosse la società sportiva o l’oratorio. Oggi i luoghi di incontro sono altri, penso alle comunità virtuali. E poi ci sono le modalità di pratica sportiva che cambiano continuamente, sto sul mio monopattino e mi collego con il mio amico in Australia e ho l’impressione di fare attività sportiva al suo fianco".

Quali sono le motivazioni che spingono oggi le persone ad avvicinarsi allo sportpertutti, ad una pratica a propria misura?

"Sono molte diversificate, ci sono influenze culturali che determinano il mio modo di fare sport e le mie aspettative. C’è la ricerca della bellezza, la ricerca della salute e del benessere ma c’è anche la ricerca di nuove matrici di senso, in cui le vecchie sembrano superate".

A proposito di matrici di senso. All’inizio degli anni 90 l’Uisp puntò su queste tre: diritti, ambiente, solidarietà. Oggi a quali ci si può riferire?

"Oltre a quelle storiche ce ne sono altre nuove, come la ricerca di identità individuale e collettiva. Come realizzarla è un discorso a parte. I giovani si chiedono: qual è la mia identità? Come cittadino e come componente di una comunità. E lo sport può essere un modo per trovarla, per vederla manifestata". 

Ed infine un aspetto che chiediamo ai protagonisti di questa serie di podcast: è plausibile che tra le motivazioni allo sportpertutti ci sia l’aspetto agonistico?

"L’agonismo è all’interno dello sport, bisogna vedere in che modo. Anche la competizione ha una valenza educativa.  Per questo la competizione deve assumere nuove forme all’interno dello sportpertutti, non omologante ma arricchente. Dove ognuno puo competere al prorpio livello, secondo le proprie esigenze e aspirazioni. Questa è la sfida. Non vogliamo una competizione selettiva. Vogliamo una competizione  come fosse una piattaforma educativa, dove gli individui possono sperimentarsi e crescere". (a cura di Ivano Maiorella)

Episodio 1 - Nicola Porro

Episodio 2 - Intervista impossibile con Gianmaria Missaglia

Episodio 3 - Sergio Giuntini

Episodio 4 - Vincenzo Manco