Cosa significa oggi lavorare per progetti? Qual è il ruolo e il profilo di un project manager? Quali conoscenze e competenze deve avere questa figura chiave per affrontare le sfide della gestione di progetti?
Questi sono solo alcuni dei quesiti che hanno trovato risposta e strumenti operativi concreti grazie al percorso nazionale di formazione in project management promosso da Uisp Nazionale, finanziato da Sport e Salute S.p.A. e realizzato in collaborazione con il Forum Nazionale del Terzo Settore.
Un percorso formativo di 40 ore che, da metà ottobre a fine novembre, ha coinvolto in modalità mista (asincrona tramite Mooc, online su piattaforma zoom e in presenza a Bologna) 40 corsisti tra tecnici e dirigenti Uisp, provenienti da 14 regioni d’Italia.
Alla base del percorso formativo è stata proposta la metodologia Fqts basata sull’“apprendimento circolare”: un metodo innovativo che non prevede una relazione gerarchica docente-partecipante ma la sostituisce con il concetto di “comunità di apprendimento”, basato sulla condivisione dei saperi, sull’accessibilità della cultura, sull’uso di tecnologie all’avanguardia, sulla co-progettazione e auto-valutazione.
Ed è proprio a partire dalla circolarità dei saperi e dalla consapevolezza che il coordinamento di un progetto è un processo partecipativo che si svolge in luoghi reali ma anche digitali, che i formatori FqTS (Patrizia Bertoni, Mauro Giannelli, Silvio Cilento, Maria Giovanna Dessì, Maria Meduri, Massimo Papa, Giovanni Serra), hanno costantemente stimolato e coinvolto i partecipanti, con differenti livelli e gradi di esperienze, in costanti esercitazioni pratiche di gruppo prima in stanze Zoom e poi dal vivo a Bologna.
Ad ogni lezione ai corsisti, divisi in 5 gruppi, sono stati infatti assegnati uno o più compiti (tasks o pacchetti lavoro): analisi di un contesto territoriale, fattibilità dell’intervento, programmazione, gestione attività, flussi economici e rendicontazione, che il gruppo, attraverso il dibattito, il confronto, lo scambio, il protagonismo attivo, doveva risolvere in un tempo circoscritto l’uno con l’aiuto dell’altro.
Un modo e luoghi di apprendimento che hanno messo al centro le persone e la loro relazione al fine di testare e auto-valutare le proprie conoscenze e competenze, acquisendone di nuove: “il sapere e il saper fare”, dovendosi al contempo confrontare con capacità di problem solving e mediazione, gestione delle emozioni, dei conflitti ma anche con stringenti vincoli temporali, economici e di un team di progetto “dato e non scelto”. Ogni sessione si è conclusa con una restituzione in plenaria dove i formatori FqTS hanno evidenziato gli aspetti positivi dei lavori svolti indagando ed invitando ad esternare i processi di lavoro sottostanti, gli obiettivi fissati, le priorità individuate, il clima interno al team di progetto, gli eventuali problemi riscontrati, al fine di dirimere dubbi, spiegare concetti e strumenti di lavoro, condividere importanti spunti di studio e riflessione.
E proprio come un ciclo di un progetto ha un inizio e una fine, così il corso nazionale di project management ha vissuto il suo momento conclusivo a Bologna dal 22 al 24 novembre con una tre giorni di lavori in presenza. A Bologna i gruppi sono stati interamente rimescolati in modo da permettere ad ogni partecipante di lavorare e conoscere persone diverse con l’obiettivo di assegnarsi dei ruoli ben precisi e presentare un progetto inventato in loco e descritto minuziosamente in termini di obiettivi, attività ed output da tutte le cinque figure principali che costituiscono un team di progetto (project manager, segreteria, responsabile monitoraggio, responsabile amministrativo e rendicontazione, responsabile comunicazione). Attraverso una strategia di gamification a punti, i gruppi sono stati spinti dai formatori a mettersi a confronto: auto-valutarsi, ascoltare le restituzioni degli altri, trovare punti di forza e debolezza del proprio e dell’altrui lavoro sempre al fine di arricchirsi e migliorare.
I giochi rompighiaccio (ice breaking), le esercitazioni pratiche di gruppo, le restituzioni in plenaria e i momenti di condivisione in fishbowl (letteralmente “vaschetta dei pesci“ o “acquario”: è una metodologia usata nelle discussioni di gruppo), sono stati quindi gli elementi chiave per ricomporre in un percorso a ritroso tutti i pezzi del puzzle, per dare cioè senso all’intera esperienza formativa, arrivando così con un bagaglio esperienziale e una cassetta degli attrezzi ampliata a delineare la figura del project manager come colui/colei che è in grado di elaborare, implementare e gestire progetti, attraverso l’integrazione ed il coordinamento delle risorse professionali, il presidio delle reti relazionali e tenendo conto del contesto di riferimento.
“Il percorso formativo è stata una tappa importante per la crescita della nostra organizzazione sul territorio - commenta Salvatore Farina, responsabile Politiche per la progettazione Uisp - approfondire tutti gli aspetti della gestione e rendicontazione dei progetti è un’esigenza sentita da tutti i nostri dirigenti. Nelle tre giornate di Bologna ho visto una grande partecipazione giovanile e il coinvolgimento di tutti i partecipanti, che da diversi mesi hanno preso parte a questo percorso formativo gestito dal Forum del terzo settore con Fqts. Sono stati condivisi con l’Uisp contributi e contenuti molto importanti, che forniranno un supporto rilevante all’attività quotidiana dei nostri Comitati. Ci tengo a sottolineare il grande lavoro svolto da Marta Giammaria, Responsabile Ufficio progetti Uisp nazionale, che ha seguito il progetto in tutto il suo percorso”.
"Il settore Formazione del Forum del Terzo Settore ha costruito in tanti anni di attività, ma anche di sperimentazione e ricerca, in particolare nella gestione del progetto FQTS, che dal 2007ad oggi ha coinvolto circa 4000 organizzazioni, proposto 10.000 ore di formazione e ha raggiunto circa 30.000 destinatari, competenze e capacità formative che devono essere messe al servizio dei soci del Forum - dicono Patrizia Bertoni e Mauro Giannelli, settore formazione del Forum del terzo settore - In questa ottica anche con l'Uisp, attraverso un lavoro comune e partecipato, abbiamo realizzato un progetto formativo per project manager: abbiamo lavorato con un gruppo di donne e uomini che si sono messi in gioco con sincerità, umiltà e consapevolezza del ruolo che hanno agito per le loro organizzazioni. Ruolo che, rafforzato attraverso la scoperta e valorizzazione delle proprie competenze, può essere sempre di più un valore per tutta la Uisp, nell’ottica dell’impegno sociale che lo sport per tutti può contribuire a realizzare come benessere collettivo. Proprio in questo si è giocata la proposta formativa che abbiamo fatto ai partecipanti: una sfida a riconoscere le qualità e le competenze che erano da loro agite, spesso inconsapevolmente nel proprio impegno associativo e che, una volta riconosciute e condivise, diventano agenti di trasformazione potente che rafforza l’azione di un movimento come quello Uisp, rendendolo sempre più e sempre meglio capace di realizzare la missione che insieme si è deciso di raggiungere. Non possiamo che esprimere una grande soddisfazione - concludono - nel leggere i risultati del test di monitoraggio e valutazione che ci hanno restituito i partecipanti alla formazione, ma soprattutto non possiamo che dire grazie ai dirigenti, ai funzionari e ai partecipanti Uisp al corso, per averci dato fiducia e aver deciso di impegnarsi insieme a noi,con costanza e caparbietà, in questo entusiasmante percorso formativo". (di Silvia Saccomanno, Ufficio progetti Uisp nazionale, corsista; Patriza Bertoni e Mauro Giannelli)