Nazionale

Parità formale o sostanziale? Lo sport è un banco di prova globale

La lunga strada verso uno sport attento alle differenze di genere. Con questo articolo di Manuela Claysset prende il via un ciclo di approfondimenti

 

Ai Giochi olimpici di Parigi si è registrata la parità di genere tra atleti partecipanti. E' stata la prima volta ed è stato un passaggio certamente importante, ma le Olimpidi 2024 si ricorderanno anche per storie ed episodi che ci hanno aiutato a riflettere. A partire dalla vicenda della pugile algerina Imane Khelif, da molti indicata come persona transessuale, ovvero persona che ha fatto un percorso di cambio di genere. Si sono scatenate reazioni omofobiche in rete e sui media: ma come, un uomo che combatte contro una donna?

Imane khelif è una donna nata con una variante delle caratteristiche di sesso, che può produrre maggiore testosterone nel corpo. E’ una persona iperandrogina, non una donna trans. Su di lei e sulla sua partecipazione ai Giochi di Parigi si è scatenato di tutto. I commenti in rete sono crudeli e spesso ingannevoli, lo sappiamo, ma nel caso di Imane l'hate speech, il linguaggio dell'odio, ha superato ogni limite.

La pugile algerina si è difesa, in molti l'hanno fatto, per dire la verità: Imane Khelif poteva partecipare alle Olimpiadi, non ha violato nè forzato alcuna regola. La sua storia, come quella di altre atlete con caratteristiche simili – su tutte Caster Semenya - apre riflessioni più ampie e delicate, con episodi di discriminazioni e sofferenze sconosciute alla maggior parte dell’opinione pubblica: per poter gareggiare e rientrare nei parametri di “normalità” ci sono atlete costrette ad assumere farmaci, per abbassare il loro presunti vantaggi e per partecipare ad eventi sportivi. 

Parigi 2024 con le Paralimpiadi ha dato visibilità ai diritti delle persone Lgbti+.  Anche attraverso la storia di Valentina Petrillo, la prima atleta trans italiana a partecipare ai Giochi, la cui storia conosciamo come Uisp, da sempre impegnati a sostenere la sua battaglia e i suoi diritti. Storie ed esperienze che evidenziano quanto ancora ci sia da fare per  competizioni sportive attente alle differene di genere, inclusive e libere da stereotipi e pregiudizi.

Per uno sport davvero paritario dobbiamo parlare di diritti, di tutele e riconoscimenti equi per tutte le persone che gareggiano, superare quella cultura un po' sessista che ancora caratterizza lo sport. Ma occorre anche iniziare a pensare che le differenze vanno oltre la divisione di genere maschile/femminile, che ci sono vari livelli di definizione di  genere, tante sono le caratteristiche delle persone .

Come Uisp siamo impegnati a promuovere attivita sportive sempre più attente ad accogliere le differenze. A partire da questo numero di Uispress pubblicheremo contributi e approfondimenti su questi temi che verranno realizzati da ricercatrici e ricercatori delle Università, da opinionisti, atleti e dirigenti sportivi. E' il nostro modo per contribuire ad approfondire i temi ed informare l'opinione pubblica, al di là dei pregiudizi. Contribuendo a fornire all'attenzione del dibattito argomenti seri e precisi. (articolo di Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp nazionale)