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Periferie urbane da sostenere per promuovere sviluppo

E' quanto emerge dall'incontro promosso da Forum del terzo settore, Legambiente e ForumDD. Il commento di Michele Di Gioia

 

Il convegno “Le periferie urbane. Dagli interventi straordinari alle politiche ordinarie", organizzato a Roma mercoledì 26 aprile da Forum nazionale del terzo settore, Legambiente e Forum Disuguaglianze e Diversità, è stata l’occasione per riflettere sul tema delle periferie urbane come “luogo in cui si manifestano con più evidenza le disuguaglianze sociali e ambientali”, come ha sottolineato Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum terzo settore. Allo stesso tempo, come emerso dalle esperienze di successo raccontate nel corso dell’iniziativa, le periferie urbane rappresentano il contesto in cui negli ultimi anni si è insediato un importante attivismo sociale e culturale.

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“E’ stato un confronto molto interessante - commenta Michele Di Gioia, responsabile Politiche per i Beni Comuni e le Periferie Uisp - che ha offerto un utile contributo al dibattito sulle periferie ed in cui rientra a pieno titolo la nostra visione associativa de “i luoghi dello sport per tutti”. Spazi della città dove si pratica lo sport “a misura di ciascuno”, dove si gioca liberamente, dove si guadagna salute attraverso il movimento, dove si costruiscono comunità e si allenano cittadini. Spazi che possono diventare una grande opportunità soprattutto per quei contesti in cui degrado sociale, povertà, disuguaglianze, emarginazione e discriminazione, determinano condizioni di vita ai margini della società. Uno spazio verde vicino casa o un’area sportiva attrezzata per bambini e ragazzi, ha un impatto ancora più rilevante sulla qualità della vita complessiva, per la funzione sociale che ricopre, in quanto luogo di incontro, svago e aggregazione per tutti i cittadini, in particolare per i più piccoli. Ecco perché è importante favorire processi di innovazione sociale, civica e ambientale per l’effettiva possibilità di utilizzo di questi luoghi da parte di cittadini, adulti e minori”.

Un dibattito, quello sulle periferie, che non si è mai chiuso, ma che il convegno ha interpretato in una chiave nuova, gettando luce su una riflessione divenuta prioritaria, legata alle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): un rimbalzo irripetibile per mettere mano a nuovi strumenti di intervento per capovolgere, come mai è stato fatto, le politiche rivolte alle periferie.

Il baricentro delle priorità viene dunque spostato dai termini finora emergenziali, alla possibilità di sfruttare un’occasione unica, che deve andare di pari passo con una sensibilità civica organizzata e programmata: i territori, i cittadini e la rete delle associazioni sono, insieme, messe al centro, di una co-programmazione territoriale e una politica integrata e pubblica. L’idea di fondo è quella di mettere il piede sull’acceleratore nel processo di transizione ecologica, raggiungendo rapidamente i centri urbani partendo dalle periferie, dove stimolare interventi di efficientamento energetico, ma anche la mobilità sostenibile e la riqualificazione degli spazi pubblici e del verde; senza tralasciare il diritto energetico essenziale e la lotta alla povertà educativa. Non mancano esempi virtuosi già pienamente realizzati: la Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est, i Giardini di Pitagora di Crotone, il progetto torinese di Piazza dei Mestieri, tra i tanti.

Infatti è nei tessuti periferici che “si manifestano – come ha spiegato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – con più evidenza e forza distruttrice gli effetti della crisi climatica e le disuguaglianze sociali, senza che questo si traduca però, nei fatti, in un’azione di policy sistemica e non occasionale“.

“Una politica pubblica che metta davvero al centro le periferie, deve porsi necessariamente il tema urgente di una maggiore co-programmazione e co-progettazione territoriale - aggiunge Di Gioia - in questo percorso la nostra associazione può contribuire ad individuare risposte e interventi innovativi da mettere in campo, come già è accaduto e accade sempre in più in contesti urbani dove lo sport ha facilitato la partecipazione dei cittadini e la rigenerazione di aree dismesse attraverso l’utilizzo di strumenti di amministrazione condivisa per la cura e l’utilizzo dei beni comuni. Obiettivi raggiungibili lavorando insieme alle reti che si costituiscono nei territori, avendo un  ruolo di coprotagonista nella promozione della mobilità sostenibile, della riqualificazione degli spazi urbani e del verde, e nel contrasto della povertà educativa”.

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri: Enrico Giovannini, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili; Stefano Ciafani, presidente di Legambiente; Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità; Marta Bonafoni, consigliera Regione Lazio; Giovanni Caudo, presidente Commissione speciale PNRR del Comune di Roma; Nunzia De Capite, Caritas Italiana; Vittorio Cogliati Dezza, segreteria Legambiente e coordinamento ForumDD; Rossella Muroni, vice-presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati; Vanessa Pallucchi, portavoce Forum del Terzo Settore; Marco Rossi-Doria, presidente Impresa sociale Con i Bambini.

I fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenteranno una vera opportunità solo se saranno capaci di ridurre e sanare le disuguaglianze del nostro Paese. “Ancora una volta non si tratta di scoprire un nuovo dispositivo magico in qualche stanza di Roma, né di accontentarsi delle cento e assai più esperienze del paese dove l’arretratezza sociale e ambientale delle periferie e le disuguaglianze sono contrastate con successo; si tratta, piuttosto, di estrarre da queste esperienze i tratti di un’azione di sviluppo da portare a sistema – commenta Fabrizio Barca - Esiste un “metodo nuovo” fatto di co-programmazione, partecipazione anche dei più vulnerabili, confronto anche acceso ma ragionevole di saperi locali e globali, capacità di trovare compromessi, che prorompe da quelle esperienze e dalla ricerca. Lo si apprenda nei centri di governo e lo si metta al servizio di un paese … che è pronto”.