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Il documento programmatico delle Politiche nazionali Uisp di genere e diritti parte dal Congresso nazionale Uisp dello scorso marzo 2017 e dall’approvazione della riforma delle attività, con l’obiettivo di “prevedere un maggiore intreccio tra le diverse politiche e tra queste e le attività”.
Vengono poi individuati alcuni obiettivi: 1. Strutture territoriali (Comitati , asd, polisportive) più accoglienti per giovani e donne, sperimentando azioni antidiscriminatorie per coinvolgere più donne nei ruoli dirigenziali, dando maggiore visibilità all’esperienza delle donne nella nostra Associazione, creando occasioni che concilino la partecipazione alle attività, sia sportive che di vita associativa, con la cura familiare.
Progetto pilota di un Comitato; 2. Educare alle differenze: formazione rivolta agli educatori Uisp e dirigenti sulle politiche di genere per avviare un percorso di accoglienza e attenzione rivolto alle persone LGBTI ed incentivare la valorizzazione delle diverse attitudini tra pratica maschile e femminile; 3. Azioni, progetti concreti e replicabili, con esperienza di attività mista, percorsi mamme e figli, piscine ed impianti accoglienti per le donne. Coinvolgere le società sportive per questo.
Ecco la versione integrale del documento, predisposto da Manuela Claysset, responsabile nazionale politiche di genere e diritti Uisp
Ecco alcune fonti da approfondire e trasformare in iniziativa concreta: La Carta europea dei diritti delle donne nello sport per educare alla differenza e sperimentare nuove attività. La Carta dei diritti ha bisogno di un continuo confronto e azioni conseguenti per ampliare, ad esempio, le adesioni dei Comuni. Queste sono le proposte per implementare alcuni punti della Carta: progetti di attività e sostegno alle esperienze che incrementino la pratica sportiva delle ragazze; dalla presentazione della Carta a fumetti avviare percorsi di promozione delle attività nelle scuole; progetti di attività specifiche che valorizzino la lentezza, la consapevolezza di se e il rispetto degli altri; assumere i concetti di cura e consapevolezza di se come contrasto alla violenza di genere. Formazione specifica e codice etico per le linee diritto alla sicurezza e superare il concetto di “corsi di autodifesa”.
Infine alcune proposte concrete su ambiti specifici: 1.Valorizzare la presenza delle donne nell’Uisp, nella sua leadership e crearne le opportunità e le garanzie; 2. Continuare il lavoro con l’Osservatorio di Pavia e con Associazioni di giornaliste come GIULIA per un rapporto più stretto tra donne e media, ad ogni livello e per promuovere un linguaggio giornalistico rispettoso ed attento al merito sportivo; 3. Più formazione e più ricerca in ambito educativo e scolastico, per promuovere un percorso per la formazione delle dirigenti, per contrastare la violenza di genere, nell’ambito della Medicina e della formazione di genere; promuovere percorsi per l’inclusione e di educazione alle differenze.
Infine, per quanto riguarda il 2018 e il 70° della Uisp, le diverse politiche possono proporre una iniziativa da svolgere sul territorio. “Come Politiche di genere e diritti vogliamo valorizzare il coraggio delle donne nello sport, attraverso un video e una iniziativa di sport che coinvolga le donne, con una forte attenzione alle aree più in difficoltà", conclude Claysset.
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Il programma delle Politiche ambientali Uisp parte dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile dell’ONU, che ha individuato 17 obiettivi e 169 azioni riaffermando la complessità, l’interconnessione e la necessità di mettere in stretta relazione gli aspetti economici, sociali ed ambientali. Si fa riferimento anche ad altre fonti utili a definire un’azione ambientalista in ambito sportivo, come il Protocollo di Kioto, gli Accordi di Parigi e la conferenza ONU “Habitat 2014-2019”. Il Governo italiano, con la Strategia energetica nazionale ma ancora di più con la Strategia dello sviluppo sostenibile, alla quale l’Uisp ha partecipato in qualità di stakeholder, dà indicazioni come ambiti strategici per il conseguimento degli obiettivi degli SDGS in ITALIA nei temi: decarbonizzazione, competitività e sicurezza energetica.
“Oggi, più che in passato – si legge nel documento Uisp - l’implementazione della pratica sportiva sostenibile nelle sue forme strutturate e destrutturate, oltre ad essere apprezzata in ambito europeo ed internazionale, determina in termini di identità una maggiore riconoscibilità del soggetto proponente rafforzandone l’accreditamento presso le amministrazioni locali, nazionali ed internazionali”.
Ecco la versione integrale del documento, predisposto da Santino Cannavò, responsabile nazionale politiche ambientali Uisp
Il documento si conclude con alcune proposte che mirano ad un “processo partecipato di metamorfosi ecologica”, da attivare sia all’interno dell’Uisp (conoscenza, formazione), sia al suo esterno e nel mondo sportivo (contaminare sulla coscienza ambientale attraverso lo sport le pubbliche amministrazioni con le quali si entra in contatto). Queste le proposte Uisp, in estrema sintesi: 1 – progetto nazionale “Decarbonizziamo lo sport”, ovvero un maxi progetto articolato in varie azioni tese alla riduzione degli impatti generati dalle manifestazioni nazionali, dalle pratiche motorie, dagli impianti sportivi, dalle sedi dei comitati (nazionale, regionali , territoriali), certificazione di impegno ambientale. Un progetto di formazione proattiva, “imparare facendo”, per operatori, dirigenti, cittadini. Il progetto, concorrendo alla riduzione dell’impronta ecologica dello sport, potrebbe essere finanziato da fondi europei. 2 – Sviluppo attività ecosostenibile “outdoor”, le attività in armonia con la natura ed il contesto territoriale rappresentano una forma diversa di rapporto tra sport e territorio, verso una forma di turismo sostenibile. 3 – Riqualificazione ambientale e sociale dell’impiantistica sportiva: il piano prevede un audit degli impianti sportivi di proprietà o gestiti dai comitati o dalle associazioni affiliate e comprende una analisi conoscitiva degli impianti in termini ambientali. 4 – Rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, riduzione consumo di suolo con recupero aree degradate, recupero spazi urbani (piazze e strade), mobilità sostenibile tramite lo sport: ciclabilità e camminabilità. (Sintesi dei documenti a cura di I.M.)