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Quando il ciclismo era ciclostorico: i ricordi di Luciano

Luciano Baccetti è un ciclista storico dell'A.S. Lastrense Columbus. Ha condiviso con la redazione Uisp un emozionante articolo che pubblichiamo

 

Luciano Baccetti, classe 1934, è un appassionato ciclista fiorentino, che pedala da quando era un adolescente, negli anni '50. Del ciclismo ha un ricordo epico e romantico che ha voluto condividere con noi, che con piacere pubblichiamo le sue parole.

"Sono nato nel dicembre del 1934 a Scandicci. Ho esordito in bicicletta nel 1950 nella società sportiva Rinascita di Casellina. Nel 1952 non avevo ancora 19 anni, ero già un atleta conosciuto e apprezzato nel ciclismo toscano. Mi avevano invitato alcune delle società più gloriose come la Bartali e l’Aurora ma non cedetti alle loro lusinghe perché dovevo lavorare, e la garanzia di potermi allenare due volte alla settimana per gareggiare la domenica, la ebbi solo dalla Columbus Gomma, lo sponsor della Lastrense.

1952, presentazione squadra ciclistica Lastrense Columbus

Il lavoro alla Columbus era pesante: tre turni a rotazione settimanali di 8 ore (6-14; 14-22; 22-6) in piedi alla calandra, una macchina pericolosa, con due cilindri orizzontali di acciaio in cui venivano incollate gomma e stoffa per creare le tomaie delle pantofole. Il passaggio a vapore a 100 gradi esalava benzolo. Per lenirne i danni, ogni giorno l’azienda ci forniva un quartino di latte.

Una mattina verso le 11, mentre facevo il turno iniziato alle 6, dopo cinque ore di esalazioni di benzolo, svenni. La mia mano finì nei rulli. Dal dolore mi risvegliai immediatamente, la tirai via, ma lasciai nella calandra unghie e polpastrelli di due dita, un incidente che mi tenne lontano dal ciclismo per più di due mesi.

Nel 1952 a correre con la maglia della Lastrense eravamo in tre: Pierluigi Ariani che abitava a Tripetetolo, un altro che di cognome faceva Dani e che mi pare fosse di Malmantile ed io. Io correvo su una bici artigianale Bartolini, che il mio babbo Romano aveva comprato di seconda mano. Aveva il telaio troppo grande e una pedalata difettosa, che andava governata con un movimento astuto della gamba che spesso portava il puntale a incastrarsi nella ruota.

Partenza stessa gara al Ponte Rosso. Da sx Paolo Taddei, Ubaldo Vannini, Luciano Baccetti

L’episodio più bello è quello di fine agosto del 1952 quando a Firenze si disputò la Coppa dell’Unità (dalla testata del quotidiano), un evento nazionale che richiamava atleti da tutte le regioni d’Italia: Lazio, Campania, Piemonte, Marche e persino Sardegna. In palio, un trofeo bellissimo alto più di 60 centimetri: una grande U nera in legno, sormontata da una coppa d’argento ovale.

Io avevo lavorato fino alle 22 della sera prima. Arrivo e partenza erano in Viale Belfiore, dove c’era la sede della Uisp. In 176 partimmo verso Sesto, Calenzano, arrivammo fino a Prato, tornammo verso Firenze, passando da Pontassieve andammo fino al Valdarno e si tornò risalendo dall’Incisa la Torre a Cona (la salita che da S. Donato scende a Bagno a Ripoli), Piazzale Michelangelo dove io ero in terza posizione. Scattò il primo, il secondo gli andò dietro, io mi alzai sui pedali e gli presi le ruote. I due davanti a me erano marchigiani: Gaetano Pollastrelli di Civitanova Marche e Orfeo Magi della Fulgor Senigallia.

Noi prime tre in fuga scendemmo a Porta Romana, Ponte alla Vittoria, Statale 67, Casellina, Lastra a Signa, Signa, Indicatore, Campi e poi, da Via Pratese, tornammo a Viale Belfiore, per un totale di 115 chilometri.

da sx Ubaldo Vannini, Luciano BaccettiDurante la gara non avevamo molte indicazioni. Mi raggiunse in motocicletta Vinicio, il fratello dell’Ariani, che mi chiese se volessi un po’ d’acqua. Risposi di sì e me lo ritrovai qualche centinaio di metri più avanti con un secchio da imbianchino. Mi arrivò uno schiaffo di acqua gelida che quasi mi paralizzò lo stomaco e le gambe. Il primo dei compagni di fuga che scattò, sul ponte di Campi lungo la via Pratese, riuscii a riprenderlo, ma quando partì il secondo fui bloccato dai crampi. Vinse Pollastrelli, Magi secondo, a un chilometro dal traguardo mi raggiunse e superò l’Ariani e io, ormai senza forze, arrivai quarto. Ma siccome la Coppa veniva assegnata alla squadra che piazzava più atleti fra i primi cinque, la Lastrense, avendo me e l’Ariani quarto e quinto, se la aggiudicò. Spero che questa coppa si trovi gelosamente custodita nella bacheca della società sportiva Lastrense". (Scandicci-FI, 5 marzo 2023)

 

Foto 1 - 1952, presentazione squadra ciclistica Lastrense Columbus. Da sx in prima fila: Bini, Giani, Baccetti, il dir. Sportivo Antonio Calugi, Giordano, Fantini. In seconda fila: da sx il più alto un dirigente di cui non ricordo il nome; l’altro è Pierluigi Ariani.

Foto 2 - Partenza stessa gara al Ponte Rosso. Da sx Paolo Taddei, Ubaldo Vannini, Luciano Baccetti

Foto 3 - da sx Ubaldo Vannini, Luciano Baccetti