Il calcio che non ha genere, la fascia rainbow della capitana Linari, Cristina Girelli e i suoi 220 gol in serie A, Manuela Giugliano, prima azzurra ad essere candidata nel Pallone d’oro del 2024 e tutte le altre azzurre: abbiamo imparato a conoscere le loro storie. Le azzurre se la vedranno martedì prossimo con l’Inghilterra, semifinale del Campionato europeo di calcio, era dal 1997 che la nazionale femminile non arrivava a questo traguardo. Che non è il solo, in campo e fuori. Ne parliamo con Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp: “Proprio così, comincia a cambiare qualcosa anche se la strada da fare sul terreno dei diritti delle donne nello sport è ancora lunga. C’è bisogno di stabilizzare le carriere per le donne che scelgono lo sport e poi si tratta di estendere diritti e tutele a tutti gli sport”.
“Indubbiamente questi straordinari successi delle azzurre hanno il potere di attirare l’attenzione e di velocizzare certi processi, che sono ormai maturi in termini di parità e uguaglianza delle donne in ogni ambito sociale e lavorativo e anche nello sport. E’ importante che ci sia attenzione e visibilità per il calcio. Dobbiamo insistere e fare in modo che la stessa attenzione sia riservata a tutti gli sport nelle quali le donne scendono in campo. Dobbiamo fare in modo che si tratti di una attenzione permanente e non momentanea, capace di coprire l’intero arco delle attività sportive. Anche in termini di popolarità e di attenzione mediatica: sicuramente le partite delle calciatrici azzurre in questo Campionato europeo stanno entusiasmando tutte e tutti, anche coloro che non seguono abitualmente lo sport. I gol di Cristiana Girelli con la Norvegia hanno contribuito a costruire un’atmosfera inedita, che lei stessa ha definito magica. Ma basta approfondire un po’ per comprendere che il calcio femminile contiene degli elementi spettacolari e tecnici particolari: il gioco è mediamente più corretto e non spezzettato, si riescono a seguire azioni prolungate, si apprezzano meglio i gesti tecnici”.
In fondo sono questi gli elementi che rendono il calcio il gioco più bello del mondo, perché non dovrebbe valere anche per le donne?
“L’Uisp lo chiede da tempo: lo sport e anche il calcio femminile hanno bisogno di spazio e di attenzione nei palinsesti tv - prosegue Claysset - Questo significa sottolineare la necessità di più attenzione anche da parte delle istituzioni sportive e politiche. Le ragazze che praticano calcio sono aumentate molto in questi ultimi anni e anche a loro fa piacere vedere il loro sport raccontato dai media e dalla televisione. Questo vale per tutti gli sport femminili. Se il circuito si amplia, aumenta anche l’interesse del mercato e degli sponsor. Allo stesso tempo migliora il linguaggio e il rispetto che viene utilizzato nelle cronache radiotelevisive, nelle riprese e nelle immmagini che vengono mandate in onda. Sto notando che migliora complessivamente l’educazione a commentare e ad assistere ad uno spettacolo sportivo senza scadere nella sessualizzazione del corpo femminile. Anche in questo caso c’è molta strada da fare ma qualcosa di importante si muove”.
“Ancora qualche considerazione sulla personalità con la quale le calciatrici azzurre scendono in campo, sul loro entusiasmo e su come ci mettono la faccia: voglio ricordare per tutte la capitana Elena Linari che, sfidando la diffidenza di alcuni, ha portato al braccio la fascia arcobaleno e spesso è stata portavoce dei diritti LGBTQ+ nel mondo dello sport”.
“Si tratta di un movimento culturale che parte dall’interno del mondo sportivo e si fa portavoce di diritti, parità, rispetto – conclude Manuela Claysset – in questo modo anche molti nostri progetti che portiamo avanti con caparbietà da decine di anni, si rafforzano e si legittimano. Penso ai progetti e alle campagne per la parità di genere, contro la violenza sulle donne, contro pregiudizi e discriminazioni, per una diversa informazione. Penso ai tanti progetti Uisp nei territori per promuovere uno sport più attento alle persone e contro ogni forma di discriminazione. Penso al progetto nazionale Differenze 2.0 che coinvolgerà sette città in altrettante regioni italiane e che abbiamo lanciato recentemente. L’intento è quello di parlare alle giovani generazioni e di rendere pratica quotidiana il contrasto alle diverse forme di violenza sulle donne e di genere. Sono valori che lo sport sociale e per tutt3 Uisp si impegna a promuovere per affermare questa idea di sport”. (a cura di I.M.)
Foto: profilo Instagram Figc femminile