RELAZIONE INTEGRALE DI TIZIANO PESCE, PRESIDENTE UISP, ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE CONGRESSUALE UISP (Tivoli Terme, Roma, 10-12 marzo 2023)
"Care delegate, cari delegati, cara Rete associativa Uisp, istituzioni, invitati, l’Assemblea Nazionale che abbiamo voluto svolgere in presenza per favorire l’incontro e il confronto tra delegati e dirigenti di tutti i territori, a distanza di due anni dal Congresso tenutosi completamente in modalità remota - un pensiero commosso vada ancora una volta al ricordo dei nostri soci che hanno perso la vita a causa del covid - si svolge in un momento storico ancora molto complesso e carico di preoccupazioni ma anche ricco di opportunità e nuove sfide per il nostro ambito associativo.
Questa mia relazione vuole essere un contributo, sicuramente non esaustivo, che mi auguro possa essere stimolo agli approfondimenti in programma e al dibattito assembleare, che, sono certo, arricchirà quello che è e sarà un racconto collettivo delle fatiche e anche degli importanti risultati raggiunti, senza tralasciare, come siamo abituati noi dell’Uisp, il condividere costruttivamente criticità e nuovi traguardi.
Tutto questo senza dubbio facilitato dal racconto che ogni giorno portiamo avanti attraverso il nostro sistema di comunicazione, verso l’interno e l’esterno.
Nei tre anni di pandemia che ci siamo lasciati alle spalle, all’emergenza sanitaria si sono addizionate altre pesanti crisi, ambientale, energetica, sociale, con una inflazione che si è attestata su percentuali insostenibili.
Dall’emergenza climatica alle nuove tensioni geopolitiche, l'economia globale deve ancora una volta fare i conti con l'incertezza e su come affrontarla.
Ad oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina non si vede all'orizzonte la fine del conflitto, le logiche che continuano a prevalere sono quelle militari e degli armamenti, con pochissimo spazio per il dialogo e per una vera ricerca della pace, il rischio di giungere all’utilizzo di armi nucleari non è un più un tabù.
Purtroppo, la guerra ucraina è solo una fra tante. Sono decine e decine i conflitti aperti. Più di cento milioni, nell’ultimo anno, le persone in fuga da guerre, violenze e violazioni di diritti umani. Molte trovano la morte proprio durante la loro fuga disperata. E qua siamo alla dura attualità di queste ultime settimane, con l’ennesima tragedia nel nostro mare.
Dal 3 ottobre 2013, data in cui si verificò il tremendo naufragio di Lampedusa, che provocò 368 morti accertati, numeri che la pongono come una delle più gravi catastrofi marittime nel Mar Mediterraneo, si celebra ogni anno la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”. Eppure, queste stragi non si sono mai arrestate.
Da quel 3 ottobre, sono oltre 26 mila le donne, gli uomini e i bambini che sono stati lasciati morire nelle acque del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Arriviamo così al naufragio davanti al litorale calabrese di Crotone. Le nostre coste sono nuovamente teatro di morte, di decine e decine di morti; molte famiglie sono ancora alla ricerca dei loro cari dispersi.
L’ennesima tragedia di migranti in fuga da guerre, violenze e povertà, l’ennesima strage che andava evitata, che poteva essere evitata. Nel frattempo, questa notte, è attraccata al porto di Crotone un'imbarcazione che trasportava quasi 600 migranti, provenienti dall’Afghanistan soccorsi al largo della costa calabrese dalla Guardia Costiera, un peschereccio in pessime condizioni, che stava navigando in un mare forza 6.
Condanniamo i trafficanti di vite umane, chiediamo ai Governi, a partire da quello italiano, all’Unione Europea, agli Stati tutti, di assumere provvedimenti non più rinviabili, che fermino questi orrori.
Nel Mediterraneo si continua a morire mentre nel nostro Paese il problema più grande, per tanti, continua ad essere rappresentato dalle Ong. Si riprenda invece il senso di solidarietà umana che anima tutto il terzo settore, si diano risposte serie al fenomeno migratorio necessita di una risposta seri, mettendo la tutela della vita umana al primo posto.
Oggi, alle 14:30, saremo idealmente sula spiaggia di Cutro, alla manifestazione Fermare la strage, subito! a cui abbiamo aderito, insieme al Tavolo Asilo Nazionale, alla Rete 26 febbraio, ad AOI e ad altre centinaia di organizzazioni di terzo settore, per esprimere indignazione per quanto accaduto e solidarietà alle famiglie delle vittime.
In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, l’Uisp è scesa in campo con tantissime iniziative in tutto il territorio nazionale per ribadire ancora una volta che #ledonnedevonoesserelibere. Questo è il messaggio che lo sport sociale e per tutti lancia, con particolare riferimento alle donne che vivono in aree del mondo dove vengono negati loro i diritti o sono teatro di guerre.
L’ondata delle Corse Rosa che in questi giorni sta letteralmente invadendo tante città del nostro Paese, insieme a tanti altri eventi di sport sociale, rappresenta uno dei simboli e delle occasioni per la nostra Rete associativa nazionale di rilanciare una attenzione continuativa e quotidiana sul tema dei diritti delle donne.
L’Uisp, associazione di promozione sociale e sportiva, non può dimenticare le donne ogni giorno vittime di violenze, abusi, discriminazioni, disuguaglianze, in famiglia, nel mondo del lavoro, e le donne che spesso non sono libere di scegliere neppure nello sport, vittime di pregiudizi e stereotipi.
Di fronte anche ai dati contenuti nel report “Donne vittime di violenza”, pubblicato mercoledì dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dobbiamo rilanciare forte la nostra mobilitazione sul territorio per sensibilizzare cittadine e cittadini sul fenomeno e promuovere una cultura del rispetto e delle pari opportunità, in collaborazione con le istituzioni, le associazioni e le realtà del territorio, a partire dai Centri Antiviolenza, in un dialogo costante e continuo con le agenzie educative, a partire dalle famiglie e dalla scuola.
Il mondo in cui viviamo cambia velocemente, subisce trasformazioni significative.
Le diverse connotazioni delle crisi, che si sono susseguite dal 2008 in poi, hanno impoverito ampie fasce di popolazione del nostro Paese, le hanno rese più fragili, vulnerabili, spesso hanno addirittura distrutto i legami sociali.
La pesante eredità lasciata da un modello di sviluppo non sostenibile, rappresentata da disuguaglianze crescenti, fra persone, generazioni e territori, sta determinando trasformazioni che chiedono di essere accompagnate da una cultura del cambiamento che metta al centro le persone, le comunità, i loro diritti e la responsabilità di contribuire alla coesione sociale del Paese.
Dal “56° Rapporto sulla situazione sociale” dell’Italia pubblicato a fine 2022 dal Censis, ricordiamo come sia emerso che nel 2021 le famiglie che vivevano in condizione di povertà assoluta erano già quasi due milioni, il 7,5% del totale. Di queste, il 44,1% risiede nel Sud e nelle isole; le persone soggette al rischio di povertà o di esclusione sociale, poiché vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro o a rischio di povertà, o in condizioni di grave deprivazione, erano pari al 25,4% della popolazione, ovvero oltre uno su quattro.
La situazione non è migliore se restringiamo la nostra lente su bambine e bambine, prendendo in esame alcuni dei dati relativi a povertà ed esclusione sociale contenuti nel nuovo Rapporto europeo “Garantire il Futuro dei Bambini”, pubblicato nei giorni scorsi da Save the Children, che fa il punto sull’attuazione del programma UE Garanzia Infanzia (Child Guarantee) istituito nel 2021 dal Consiglio dell’Unione Europea per assicurare l’accesso delle bambine e dei bambini a rischio a servizi educativi per la prima infanzia, assistenza sanitaria, alloggio adeguato e alimentazione sana. Nonostante l’Europa sia una delle regioni più ricche del mondo, il numero di bambine, bambini e famiglie che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale è in allarmante aumento. Aumenti che portano il 2021 ad avere oltre 19,6 milioni di bambine e bambini a rischio di povertà, ovvero 1 bambino su 4. In un solo anno oltre 200mila bambini in più sono stati spinti sull'orlo della povertà.
In questo contesto, l’Italia è tra i paesi europei con la percentuale più alta di minorenni a rischio povertà ed esclusione sociale (29,7%). Ci posizioniamo subito dopo Romania (41,5%), Spagna (33,4%), Bulgaria (33%) e Grecia (32%), e ben al di sopra della media UE-27 (24,4%), e con oltre 16 punti percentuali in più di Islanda (13,1%) e Finlandia (13,2%) che registrano invece le percentuali più contenute.
I dati di questo rapporto sono la fotografia di un’emergenza che cresce a vista d’occhio ed evidenzia quanto sia necessario un impegno concreto per abbattere il rischio di povertà ed esclusione sociale minorile in Italia.
Una sfida che si gioca su più fronti, a partire, da quello dell’istruzione e dello sport. La dispersione scolastica inghiotte più di 1 adolescente su 7 (12,7%), una percentuale seconda in Europa, anche in questo caso, solo a quella di Romania e Spagna, mentre il numero dei NEET, ovvero 15-29enni fuori da lavoro, istruzione o formazione, raggiunge il 23,1% ed è il più elevato tra i paesi UE.
Un bambino o ragazzo su 4 non pratica mai sport (3-17 anni), e, con la pandemia, i bambini tra i 3 e 10 anni in sovrappeso o obesi sono passati dal 32,6% (biennio 2018-19) al 34,5% (2020-21).
L’Italia è anche in evidenza negativa per il maggiore impatto della povertà sui bambini con provenienza migratoria, i rifugiati, i richiedenti asilo, i bambini senza documenti e quelli non accompagnati, un divario presente in molti paesi europei, ma che in Italia ha spinto fino al 32,4% dei migranti a vivere in condizioni di povertà.
Queste ed altre situazioni sociali situazioni non hanno ancora ricevuto, ad oggi, le attenzioni che meritano. Viviamo un passaggio epocale, che rispetto alle precedenti crisi mostra una connotazione diversa. È un vero e proprio spartiacque che separa un prima e un dopo e tutto lascia pensare che il mondo che sta nascendo sarà (lo è già?) completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto e che abitiamo.
Intanto il disegno di legge sull’Autonomia differenziata rischia di aumentare ancora le diseguaglianze tra i territori del paese più ricchi e quelli che stanno più indietro, tra Nord e Meridione. Si tratta di una riforma che spingerebbe le regioni a chiedere l’autonomia sulle materie a legislazione concorrente tra cui la sanità, l’istruzione, i trasporti, la cultura, i rapporti con l’Unione Europea, la protezione civile, lo stesso ordinamento sportivo, un modo per ampliare ulteriormente la forbice delle diseguaglianze, considerando anche che non c’è ancora nessuna definizione dei LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, le soglie minime di servizi che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale, presupposto fondamentale per un sistema di welfare realmente inclusivo e universalistico, fondato sul riconoscimento di diritti e pari opportunità per tutte le persone.
Di fronte alla crisi della democrazia, all’astensionismo elettorale sempre più diffuso, alla sfiducia e sempre in più occasioni alla rabbia manifestata dalle persone, nonché al peso esiguo della rappresentanza, la politica, le istituzioni, i decisori, devono sapersi reinserire all’interno di questo contesto e non restarne al di sopra.
Tutti i dati relativi alle crisi, economico-finanziaria, sanitaria, bellica, ambientale, ci dicono che siamo davvero all’ultima chiamata utile. La politica assuma allora il ruolo concreto di facilitatore dell’attivazione diffusa dei cittadini per condividere una comune visione di futuro. Chiediamo di dare centralità ai corpi intermedi che si organizzano per rispondere a quanto indica l’articolo 3 della nostra Costituzione.
Chiediamo una politica che rivesta un ruolo finalmente generativo, che provi a ridare senso, aiutando le persone a rimettersi in azione, in relazione, con il loro capitale di competenze e passioni.
Credo che si avverta il bisogno di una forte ripresa della dimensione relazionale, che rifugga da individualismi che sempre di più sfociano in pericolosa solitudine, una dimensione relazionale da intendersi come forma civile capace non solo di ricucire gli strappi ma soprattutto di essere promotrice di una rinnovata dimensione umana, un modello di sviluppo sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale che dia piena rilevanza alla persona. Si affacciano forme creative e inedite di mutualismo, che suscitano innovative pratiche di impegno e attivazione civica. Per superare le lacerazioni, le disuguaglianze, le fragilità esistenziali che negli ultimi anni stanno assumendo proporzioni significative in tutta la popolazione e soprattutto tra le fasce giovanili.
Il contributo del terzo settore, di cui la Uisp è soggetto animatore e protagonista da sempre, alla pacifica convivenza e alla coesione sociale è senza alcun dubbio importante per le attività, i servizi che i vari enti sviluppano e portano avanti, ma lo è ancora di più perché ha in sé un vero e proprio giacimento di democrazia.
Non può allora che partire da qui la rivendicazione di un pieno riconoscimento, non più rinviabile, della pari dignità dello sport nel rapporto con tutte le altre politiche pubbliche. Ovvero, l’attivazione di una vera e propria transizione sportiva che apra un processo di piena emancipazione dello sport di base, dello sport sociale, diritto di cittadinanza, che ne valorizzi significativamente l’impatto prodotto sul benessere delle persone e sulla qualità della vita delle comunità e che lo legittimi a tutti gli effetti come componente attiva e proattiva del vasto e variegato mondo dell’economia sociale.
Per essere protagonisti di questo percorso dobbiamo mostrare una sempre più alta capacità di mobilitazione civica intorno ai temi di interesse generale che riguardano da vicino la vita, i diritti e il benessere delle persone. Farci carico delle disuguaglianze che sono cresciute tra generazioni e territori, per accompagnare una cultura del cambiamento che ci faccia esercitare al meglio il nostro dovere di rappresentanza, non solo nei confronti dei nostri associati, ma anche nei confronti delle comunità alle quali facciamo riferimento nel rapporto con le rispettive realtà territoriali, un impegno che come dimostra la storia dell’Uisp oltrepassa i confini nazionali, attraverso le attività di interculturalità e cooperazione, di contrasto alle discriminazioni, i rapporti e l’impegno all’interno dei network internazionali in cui da tempo operiamo, tra cui ISCA ed EPSI.
È allora soprattutto in questa fase storica che la Uisp deve essere capace di mostrare tutto il suo potenziale per portare l’intero sistema associativo a continuare a stare il più vicino possibile alle famiglie, alle realtà sportive di base e accanto alle istituzioni, soprattutto quelle locali, per offrirsi come un soggetto credibile, per contribuire a dare risposte e sostegno a quelle fasce di popolazione che mostrano le maggiori sofferenze e che attraversano tutte le età della vita, cittadine e cittadini fragili, con disabilità, con minori opportunità.
Questo, del resto, è l’impegno che avevamo condiviso nel nostro ampio e partecipato percorso congressuale, a tutti i livelli, e assunto con il Congresso nazionale del marzo 2021 e questo è l’impegno su cui abbiamo tenuto barra dritta, che abbiamo portato avanti in due annualità molto difficili, continuando a seguire da vicino, con responsabilità, i comitati, le attività e le società sportive del territorio, tenendo sempre uno sguardo lungo anche verso l’esterno.
Siamo la Uisp dei territori, la Uisp che ha alzato lo sguardo alla dimensione europea, che ha ancorato le proprie azioni associative, le attività, agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030; siamo quelli che da tempo richiedevano con forza riforme e siamo stati coloro che per primi hanno guardato con grande favore alle due riforme del sistema sportivo e del terzo settore.
La Uisp vuole essere protagonista, dentro la transizione sportiva, per aprire, come già detto, un vero e proprio percorso di emancipazione dello sport di promozione sociale con di fronte due primari obiettivi.
Il primo: superare le disuguaglianze del sistema sportivo olimpico, rivendicando rappresentanza, riconoscimento diretto da parte del Governo, superando le sperequazioni ancora esistenti in termini di risorse economiche, per non essere più considerati gregari ma protagonisti a pieno titolo dello sviluppo della pratica sportiva nel nostro Paese.
Il secondo: affermarsi come corpo intermedio credibile e affidabile, capace di stare sempre a pieno titolo, a tutti i livelli, e con pari dignità, nella vasta rete del terzo settore quale associazione di promozione sociale sportiva, rete associativa nazionale, soggetto generativo che aiuta il processo di trasformazione del welfare, da welfare di protezione a welfare dei diritti e dell’inclusione, di prevenzione e promozione, cogliendo appieno le opportunità della coprogrammazione e della coprogettazione.
Fare emergere l’importanza che lo sport rappresenta nel rilanciare la crescita economica, l’innovazione, la coesione sociale e la rigenerazione territoriale, è fondamentale per promuovere il potenziale dei valori europei, perché accompagna una ripresa intelligente, sostenibile, inclusiva.
Lo sport è un ambito fondamentale di qualsiasi approccio alle politiche pubbliche, come la sanità, l’istruzione, i trasporti, l’urbanistica, il lavoro e molto altro. Tra questi la prevenzione e la promozione della salute svolgono un ruolo fondamentale.
Lo sport e l’attività fisica, per il loro linguaggio universale e per le loro positive ricadute psico-fisiche, sono considerati un elemento imprescindibile del welfare, in quanto trasversale alle politiche pubbliche. Nonostante però si parli spesso della loro importanza in occasione di convegni e di iniziative pubbliche, la loro valenza sociale viene ancora sottovalutata e spesso relegata ad una funzione meramente ludica e ricreativa mentre oggi più che mai necessita di essere riconosciuta e sviluppata.
Proprio per quanto ho provato ad inquadrare sin d’ora e per quanto ci siamo già espressi nel recente passato, la proposta di riforma che inserisce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme nell’articolo 33 della Costituzione, approvata all’unanimità nei giorni scorsi dalla Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, per quanto epocale sia, non potrà fermarsi al semplice “riconoscimento”.
Ci auguriamo che la Carta costituzionale possa essere generatrice di un nuovo paradigma culturale e politico che veda l’attività fisica e sportiva come una non trascurabile componente del progetto di vita delle persone in tutte le fasce delle età della vita.
Le due riforme, del terzo settore e del sistema sportivo, rappresentano una grande opportunità per lo sport sociale. La prima riconosce l’organizzazione e la gestione di attività sportive dilettantistiche tra le attività di interesse generale, esercitabili, senza scopo di lucro, dagli Enti di Terzo Settore, per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Assicura il coinvolgimento attivo degli ETS alle esperienze di amministrazione condivisa e sussidiarietà circolare.
La seconda ha finalmente recepito nell’ordinamento giuridico italiano la definizione di sport del Consiglio d’Europa (“Qualsiasi forma di attività fisica fondata sul rispetto di regole che, attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata, ha per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”).
I decreti attuativi, tra le altre materie, intervengono sul riordino delle disposizioni in materia di enti sportivi dilettantistici, sul lavoro sportivo, sull’impiantistica, sulle semplificazioni. La presenza di Sport e Salute S.p.A., società operativa dell’Autorità di Governo, al fianco del Dipartimento per lo Sport, nella governance del sistema sportivo ha aperto nuove forme di valorizzazione e opportunità di accesso a progetti di sport sociale, facendo registrare segnali importanti. Oltre alla capacità dell’Uisp Nazionale, nel suo complesso, a reperire nuove risorse, nonostante il periodo di grande difficoltà, sono aumentati i progetti e la loro capacità di generare attività e ricadute dirette, così come è aumentato il monte risorse complessivo destinate al territorio: + 180% nel 2021, + 275% nel 2022.
Una prima rinnovata attenzione alla promozione sportiva, anche attraverso l’adozione di criteri e parametri di assegnazione delle risorse finanziarie, che iniziano a riconoscere, al fianco delle consistenze organizzative e delle attività dichiarate, l’effettiva presenza degli Enti di Promozione sportiva sul territorio e la valutazione dei loro bilanci, ha portato l’Autorità di Governo in materia di Sport e la società Sport e Salute ad assumere decisioni che ridanno a noi dignità.
Le decisioni relative al 2023 e le relative tabelle, pubbliche e disponibili on line, lo affermano in maniera incontrovertibile ed evidenziano come l’Uisp si collochi nel panorama dei quattordici Eps ad oggi riconosciuti.
Sul tema delle risorse occorre andare avanti, così come ho avuto modo di sottolineare al ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, anche nel corso del recente incontro da lui convocato con tutti i presidenti degli Eps.
Lo abbiamo ascoltato tutti, in occasione delle audizioni presso le Commissioni parlamentari, ho avuto il privilegio di incontrarlo più volte: lo ringraziamo nuovamente per l’attenzione che sta mostrando e riservando nei confronti della promozione sportiva sin dal giorno del suo giuramento al Quirinale. Ministro Abodi, “siamo sulla strada giusta”, questo è il nostro giudizio. Come dice lei, si vada avanti, “senza tornare indietro”.
Sono tanti i temi che abbiamo avuto già modo di condividere.
Chiediamo con forza che si giunga ad un riequilibrio a favore della promozione sportiva dei parametri con i quali vengono distribuite le risorse riservate agli organismi sportivi, oggi inversamente proporzionali al numero dei tesserati e dell’attività organizzata. Si superino le disuguaglianze di rappresentanza e di riconoscimento attraverso l’istituzione del Consiglio Nazionale della Promozione sportiva presso il dicastero per lo Sport e i Giovani. Si arrivai quanto prima alla definizione degli ambiti di attività e dei rispettivi ruoli nel rapporto tra Enti di Promozione sportiva, Federazioni sportive, Discipline sportive associate. Nel frattempo, il ministro per lo Sport Abodi ha annunciato la decisione di istituire e rendere permanente un tavolo di confronto con i presidenti degli Eps da riunire con cadenza mensile, in cui si possano fare approfondimenti in modo sistematico e non incidentale".
Si superi la duplicazione dei Registri, si rendano dialoganti le diverse piattaforme del Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche e del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, si acceleri sulle procedure di semplificazione normativa, queste ultime contribuirebbero a ridurre i costi gestionali ed amministrativi a carico degli organismi sportivi, delle associazioni e delle società sportive.
Si superino quegli “inciampi”, da parte di alcuni organismi, sull’utilizzo di secondi livelli, chiaramente vietati dalla normativa vigente, e di discutibili percorsi formativi ed operazioni “sleali” di tesseramento, che ancor oggi si verificano, nel rapporto con società sportive e soci, andando quindi avanti anche sulla strada della certificazione dei bilanci degli organismi nazionali, sui percorsi di trasparenza, misurabilità, rendicontabilità.
Si accompagni e si supporti la promozione sportiva di base, a partire dal tema dell’energia e della gestione degli impianti sportivi, su cui avviare una stagione di necessaria riconversione entro canoni di risparmio energetico ed eco-efficienza. Si pensi che, ogni anno, il costo finanziario dell’inefficienza energetica degli impianti sportivi del Paese è pari al doppio dell’intero finanziamento pubblico allo sport.
Sarà poi fondamentale incentivare esperienze di urbanistica partecipata e di rigenerazione degli spazi per condividerne la flessibilità e l’uso degli stessi.
Su questi temi strategici non possiamo che cogliere con grande favore l’avvio della Piattaforma Delta dell’Istituto per il Credito Sportivo che permetterà di combinare l’analisi economico-finanziaria dei progetti con la misurazione del ritorno sociale sull’investimento (Social Return on Investment - SROI), mentre nelle attività di finanziamento, indipendentemente dalla dimensione e dalla tipologia di proponente, verranno effettuate analisi mirate a valutare il rating ESG (Environmental, Social e Governance - ambiente, sociale e governance) e l’impatto in termini di ritorno sociale sul territorio, consentendo una valutazione preventiva del progetto lungo le dimensioni del rischio, del rendimento e dell’impatto.
Queste nuove modalità, oltre a creare di fatto ulteriori opportunità nella filiera degli investimenti concessi sull’impiantistica sportiva dimostra come sia fondamentale che tutti i protagonisti del sistema sportivo rafforzino l’attenzione nel combinare analisi economico-finanziarie dei progetti con la valutazione del loro impatto, in termini quindi di sostenibilità non solo economica ma anche sociale e ambientale. Un modello che andrà ad influenzare non solo il sistema bancario ma l’intero settore della pubblica amministrazione e anche il mondo dell’economia privata. Senza dubbio si tratta di un ulteriore stimolo per rafforzare l’impegno della rete associativa Uisp sul versante della rendicontazione e del bilancio sociale. Su questo e su altre piste di lavoro, per quanto di nostra competenza, saremo per l’ICS portatori di interesse che si faranno trovare sempre attenti.
L’associazionismo di promozione sociale dello sport ha maturato da sempre comportamenti consapevoli e responsabili verso l’ambiente, carichi di innovazione e progettazione sociale, usando le piazze, le aree verdi, gli spazi destrutturati, il territorio urbano e rurale come luoghi informali per l’attività sportiva e fisica.
Anche su questo l’Uisp si sta impegnando, si pensi ai percorsi di mobilità casa-impianto sportivo, da affiancare a quelli casa-lavoro, casa-scuola nei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile, avviati dal Progetto SportPerTutti, sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un progetto che si sta dimostrando, come era nelle nostre aspettative, molto di più, a partire dalle esperienze dei Living Lab regionali, nel rapporto con interlocutori quali, ad esempio, ANCI, Unisport, CNA.
All’interno dei percorsi attuativi delle riforme dello sport e del terzo settore, stiamo continuando a portare avanti una proficua interlocuzione, oltre che con il ministro per lo Sport Abodi, con la vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, per l’armonizzazione legislativa fra le due riforme, per la loro semplificazione, compresa la gestione del Runts, con una grande attenzione alla prossima entrata in vigore del decreto sul lavoro sportivo, fissato dal decreto Milleproroghe al prossimo 1° luglio.
L'Uisp chiede da tempo le giuste tutele previdenziali ed assistenziali per lavoratrici e lavoratori ma, al tempo stesso, la necessaria sostenibilità economica per le associazioni e le società sportive di base. Bisogna riconoscere che sia il dicastero per lo Sport e i Giovani, sia quello del Lavoro e delle Politiche sociali, stanno mettendo molta attenzione a questo percorso, ascoltando organismi sportivi, parti sociali, sindacati. Contiamo quindi che nelle prossime settimane si possa registrare un ulteriore e concreto sforzo migliorativo e di accompagnamento di questo decreto. C’è bisogno che lo Stato destini risorse sufficienti per evitare che i costi ricadano in gran parte sull’associazionismo sportivo e sugli stessi lavoratori.
I dati sulla sedentarietà, dopo questi anni di crisi sanitaria e sociale danno una dimensione chiara della necessità dello sviluppo della prevenzione attraverso l’attività fisica e sportiva. La sedentarietà e il suo costo sociale e sanitario, che abbiamo analizzato in profondità nella ricerca sostenuta dalla società Sporte Salute e realizzata con Svimez, è un problema sociale che spesso accanto a problematiche fisiche nasconde pesanti impatti psicologici e relazionali, che colpiscono soprattutto i giovani.
Ogni anno, tale costo impatta sul Servizio sanitario nazionale per 4 miliardi di euro (10 volte il finanziamento statale allo sport!).
Si intervenga allora subito sul superamento delle discriminazioni e delle differenze di trattamento contenute nel Decreto Balduzzi, che limitano pesantemente l’accesso alla pratica sportiva amatoriale, alle attività ludico motorie, se organizzate all’interno degli organismi sportivi.
È necessario investire risorse per migliorare la qualità della vita dei cittadini, garantire migliore sostenibilità ambientale, migliorare l’integrazione sociale: buona parte dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e del Piano di Azione Globale OMS 2018-2030.
Proprio su questo asse avviammo a suo tempo con il Forum del Terzo Settore, attraverso il coinvolgimento di parlamentari europei e rappresentanti delle parti sociali, sindacali e datoriali, il percorso del parere di iniziativa del Comitato Economico e Sociale Europeo “L'azione dell'Unione Europea per il periodo post Covid-19: migliorare la ripresa attraverso lo sport” - il primo parere d’iniziativa, relatore Pietro Barbieri, sui temi dello sport e della cultura motoria, ad essere promosso da organizzazioni della società civile - adottato all’unanimità nella 568a sessione plenaria del marzo 2022.
Il CESE sollecita l’Unione Europea a rendere più visibili nella politica comunitaria i valori che lo sport e l'attività fisica rappresentano, garantendo loro piena dignità al pari delle altre politiche europee, raccomandando, in sintesi di:
- includere il tasso di deprivazione sportiva – ovvero il tasso di esclusione dalla fruibilità di un bene necessario, il diritto alla pratica sportiva - nell’elenco degli indici di Eurostat per misurare la deprivazione materiale;
- rendere accessibili al settore sportivo tutti i finanziamenti dell’UE per il periodo 2021-2027;
- prevedere un aumento della quota dell’importo totale dei finanziamenti destinata allo sport e alla cooperazione intersettoriale, compreso lo sport, nel programma Erasmus+;
- sviluppare piani per assistere soprattutto l’attività sportiva di base;
- favorire il sostegno delle reti di cittadinanza attiva nella realizzazione di tali obiettivi a livello locale.
Un risultato di straordinaria importanza, ottenuto grazie soprattutto al nostro Centro Studi e Terzo Settore e all’accompagnamento strategico del Programma EU…ISP, che ci ha permesso di rilanciare il dibattito pubblico, a partire dal rapporto con il Governo, il Parlamento e le Regioni, sul valore degli interventi della promozione sportiva e sull’impatto sociale che il nostro mondo produce per la comunità nazionale e soprattutto su come orientare le risorse per sostenere e rilanciare lo sport sociale e l’associazionismo sportivo di base sul territorio.
Un dovere che ha contraddistinto la quotidianità di questi primi due anni di mandato e che mai come in questi ultimi mesi ci vede impegnati in tutti i tavoli della rappresentanza sociale e istituzionale per valorizzare significativamente l’associazionismo sportivo di base e l'impatto prodotto sul benessere delle persone e sulla qualità della vita, sulla crescita dei giovani e sull’invecchiamento attivo, sulla sostenibilità economica ed ambientale delle nostre comunità. Il valore generato dallo sport è pari al 1,37% del Pil italiano. Inoltre, lo sport garantisce 420mila occupati (fonte: Studio ICS “PIL DELLO SPORT. La dimensione economica dello sport in Italia” 2022). Qui dentro c’è anche il valore generato dallo sport sociale e per tutti in Italia, assolutamente non trascurabile, un fenomeno che contribuisce a mutare i consumi e consolidare stili di vita attivi.
Portiamo avanti tutto questo avendo rafforzato la nostra presenza all’interno degli organi del Forum del Terzo Settore, nel Coordinamento e nell’Esecutivo, così come nelle Consulte, nella nuova legislatura del Consiglio Nazionale del Terzo Settore, nell’interlocuzione con il dicastero per lo Sport e i Giovani e con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con il Dipartimento per lo Sport, con la società Sport e Salute, nel Consiglio nazionale del Coni, con il Comitato Italiano Paralimpico, in un nuovo ed interessante dialogo, nel rapporto con il Coordinamento degli Enti di Promozione sportiva, e, ancora, nel confronto con le forze parlamentari.
Una rinnovata attenzione dovrà essere posta sulla sfera del volontario e dei volontari. Sul Servizio civile auspichiamo un sempre maggiore coinvolgimento dei nostri livelli territoriali.
Come organizzazione la cui missione è esplicitamente connessa ai temi della sostenibilità e che integra la sostenibilità all'interno del proprio modello di attività, abbiamo rafforzato la presenza in ASVIS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, avviato un protocollo d’intesa con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, siglata una collaborazione con ALI, la Lega delle Autonomie Locali, con il comune impegno di valorizzare le esperienze di educazione alla cittadinanza attiva dell’associazionismo sportivo diffuso; attivare tavoli di confronto per una lettura organizzata del bisogno sportivo nel territorio che possa essere la base per orientare le scelte urbanistiche e di realizzazione dell’impiantistica sportiva di base, la spese sociale sportiva, ambientale ed educativa dei Comuni, Province e Regioni; promuovere ed incentivare percorsi e azioni di amministrazione condivisa.
Prosegue, inoltre, l’impegno all’interno del Forum Disuguaglianze e Diversità e si ravviva il patto associativo con ARCI e la sua Confederazione, a partire da ARCI Servizio Civile, e con AOI – Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà.
L’Uisp, associazione antifascista e antirazzista, è sempre al fianco dell’ANPI nel cartello #maipiùfascismi, e non solo, insieme anche alla Cgil e a Libera, una responsabilità di tutti noi da rilanciare, anche dopo i gravi fatti avvenuti davanti al liceo Michelangiolo di Firenze.
Con la CGIL, insieme ad altre realtà di terzo settore, abbiamo recentemente sottoscritto un Accordo di consultazione e confronto, per dare vita, ciascuno nella propria soggettività e ruolo, a momenti collettivi di approfondimento e riflessione, una alleanza per un nuovo modello di sviluppo e società.
Con Libera, che nel 1995 contribuimmo a fondare, saremo a Milano il prossimo 21 marzo, in occasione della XXVIII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, all’interno anche delle iniziativa #losportnonvidimentica. Un impegno convinto, quello per la lotta alle mafie e per la legalità, che ho avuto occasione di ribadire a Don Luigi Ciotti, incontrandolo giovedì a Brescia.
Già nella scorsa stagione, che abbiamo fotografato con l’approvazione del bilancio di esercizio nel consiglio nazionale di dicembre, accompagnato dal bilancio sociale (oggi a disposizione nella sua stesura grafica) la graduale diminuzione della pressione dell’emergenza da covid-19 e, soprattutto il grande impegno dell’intera nostra associazione, ha consentito di riprendere e riattivare una miriade di attività, iniziative, percorsi formativi, campagne e manifestazioni, a tutti i livelli, che nei due anni precedenti erano risultate ridimensionate o annullate a causa delle normative e dei protocolli di sicurezza per arginare il diffondersi della pandemia.
In questi mesi le attività Uisp, a tutti i livelli, cavalcano pienamente l’onda della ripresa e annunciano il palinsesto dei prossimi appuntamenti nazionali: tante novità all’insegna del piacere di ritrovarsi insieme. Nonostante le difficoltà ancora presenti i responsabili dei Settori di Attività UISP sono al lavoro da tempo con l’insieme dei gruppi dirigenti nazionali, regionali e territoriali perché è chiaro che questa stagione sarà decisiva per ripartire di slancio. È in gran parte già predisposto l’intero calendario dei Campionati, delle Rassegne e delle Finali nazionali, appuntamenti che coloreranno la stagione di qui in avanti, sino all’estate, con il coinvolgimento di decine e decine di migliaia di atleti ed atlete nelle varie categorie e con gli appuntamenti per tanti Settori di Attività sulla Riviera di Rimini nel prossimo giugno.
Intanto si registra un grande successo per Giocagin, con l’attenzione rivolta all’espressione corporea con la quale si devono poter misurare tutte e tutti, indipendentemente dall’attitudine fisica di ciascuno, la ripartenza di NeveUisp, mentre tra poche settimane sarà la volta della 38esima edizione di Vivicittà, che incentreremo ancora una volta sui temi della pace dei diritti, a partire dal ritorno della manifestazione nelle carceri, i Trofei della Liberazione per poi passare a Bicincittà, alla Move Week, a Summerbasket.
Dopo le annualità precedenti, in cui abbiamo ha lavorato principalmente in relazione all’emergenza sanitaria, è ripartita attivamente anche la promozione di importanti politiche e azioni sulla salute, volte a promuovere i valori dell’attività fisica e dello sport sociale per tutti come volano di benessere per i cittadini, per la riduzione dei rischi di malattia, ma soprattutto affermazione positiva di salute, per ogni cittadino, in tutte le età della vita, in tutto il Paese. Tutte le politiche associative, da quelle, appunto, per la promozione della salute a quelle per la progettazione, passando per le politiche di genere e diritti, educative e inclusione, per l’interculturalità e la cooperazione, le politiche ambientali, per i beni comuni e periferie, sono al lavoro affinché si costruisca un rapporto sempre più integrato fra di esse per renderle coerenti con quanto affermiamo in relazione al nostro contributo nella costruzione di un nuovo sistema di welfare.
In questa cornice di ripresa delle attività si è rafforzato lo sforzo complessivo dell’Uisp, ad ogni livello, territoriale, regionale e nazionale, in ogni dipartimento, settore ed ambito, anche nello spingere e nell’accompagnare la ripresa dello sport di base, sociale e per tutti, a cominciare dall’assistenza, dal supporto e dall’accompagnamento che abbiamo cercato, al meglio delle nostre possibilità, di garantire ad ognuna delle associazioni e società sportive affiliate, anche attraverso l’implementazione di servizi, di tesseramento, assicurativi, di funzionalità legate al dialogo con i Registri, la Piattaforma ‘Servizi per le associazioni e le società sportive”, con i percorsi informativi e di consulenza on line di Sport Point, che nell’edizione ‘2.0’, andranno avanti, rifinanziati da Sport e Salute sino a luglio 2024.
Prosegue l’importante impegno su due ambiti prioritari per la nostra associazione, le Attività e la Formazione, per quanto anche già evidenziato poco fa e al netto delle evidenti limitazioni di un periodo lungo ancora contraddistinto dall’emergenza pandemica.
Sulle attività occorrerà ora proseguire di buona lena sul terreno dell’innovazione, con una interazione che sia sempre più forte ed efficace con le Politiche associative e le opportunità della progettazione.
Nei limiti dei vincoli statutari, considerato che andremo a modificare il Regolamento Nazionale per adeguarlo alle disposizioni relative all’integrazione dell’art. 19 dello Statuto, quella potrà essere l’occasione per condividere semplificazioni, riguardo le modalità di funzionamento al fine di concentrare il prezioso lavoro dei dirigenti dei Settori di Attività nell’organizzazione dell’attività.
Sulla Formazione, alla messa a sistema del lavoro sin qui sostenuto, che ci ha consentito di implementare l’Albo delle qualifiche da noi rilasciate e di disporre di moduli formativi (tecnici, giudici, arbitri, dirigenti) per tutte le attività organizzate, si sono aggiunte le proposte formative per insegnanti delle scuole, sulla base della Convenzione tra Uisp e MIUR.
Sono in fase di realizzazione i corsi di aggiornamento formatori che ci consentiranno di completare il quadro dei formatori docenti riconosciuti da Uisp e avere un parco di formatori distribuiti sull’intero territorio nazionale, inoltre, si sta lavorando per completare i piani formativi per formatori e all’organizzazione di un corso per formatori dei formatori.
Grazie anche all’avvio di azioni sostenute da nuovi finanziamenti di Sport e Salute, saremmo in condizione, a partire dai prossimi mesi, di accompagnare ancor più il completamento dell’informatizzazione delle procedure oltre che dotarci dell’infrastrutturazione di una piattaforma di gestione della formazione a distanza.
Sul terreno della transizione digitale registriamo i buoni risultati raggiunti sulla implementazione dell’AppUISP, in continuo cantiere aperto (App con cui stiamo anche raccontando la nostra Assemblea), e del Gestionale Amministrativo e Tesseramento Web, realizzato con le più avanzate tecnologie cloud, che si integra con la piattaforma dell’Area Riservata Uisp. Già a disposizione dall’autunno 2021, arricchito ultimamente di ulteriori funzioni integrative, oggi in uso a tutti i Comitati Territoriali e Regionali quale indispensabile strumento di gestione amministrativa con cui ottemperare agli obblighi di legge, assicurare tutte quelle funzioni necessarie alle specifiche esigenze della rete associativa nazionale ed affrontare i nuovi adempimenti in materia previsti dal Codice del Terzo Settore.
Nell’ambito della Sostenibilità e delle Risorse, attraverso la valorizzazione del lavorare in rete con una attenzione sempre più alta rivolta alla rigenerazione delle risorse, e alla trasparenza una programmazione sottoposta a continua analisi, oltre alle nette verifiche dell’Organo di controllo, si è rafforzata la gestione economico-finanziaria e la redazione dei bilanci, pronti per il nuovo percorso, fortemente voluto, di revisione e certificazione in capo ad EY, che Sport e Salute ha avviato nei confronti degli Eps.
Attività, Formazione, Transizione digitale, Sostenibilità e Risorse, Servizi, sono senza dubbio ambiti che in modo particolare possono avviare elaborazioni su come poter essere maggiormente efficaci nel rapporto con i soci, prevedendo, a titolo esemplificativo, condivisioni di funzioni attraverso modelli di “Aree vaste”, in una rinnovata ottica di rete associativa.
L’Assemblea è occasione altresì per comunicare che nel corso delle prossime settimane procederemo con gli atti formali notarili per giungere al completamento dell’acquisizione delle quote di S.E Sport Europa Srl, la società strumentale, partecipata da Uisp Aps al 85,50%, che eroga servizi e azioni di marketing a supporto della rete associativa in coerenza con le finalità e i valori statutari, sia riguardo alla sostenibilità delle risorse, alle attività ecosostenibili che alla scelta dei partner.
Per rispondere pienamente ai cambiamenti sociali in atto e a nuovi bisogni emergenti, già da prima della pandemia si era prospettata la necessità di una riorganizzazione aziendale che potesse sostenere l’attività Uisp in completa coerenza con la sua natura di associazione di promozione sociale e sportiva e di rete associativa nazionale.
Essere associazione al passo con i tempi significa anche poter garantire servizi di marketing, di convenzioni, di partnership, con una attenzione particolare alla gestione e allo sviluppo della digitalizzazione e ad ogni tipologia di consulenza.
Tutti servizi applicabili alla nostra fattispecie e aderenti ai bisogni attuali e futuri della nostra rete, finalizzati a soddisfare tali bisogni con continuità, regolarità, qualità e capacità tecnico-professionali.
Ritengo, altresì, che questo sia il momento idoneo anche per avviare le opportune verifiche sulla possibilità di riaggiornare la capitalizzazione della sede nazionale Uisp, con una operazione che, sussistendone i requisiti di sostenibilità, possa riportare nuovamente rappresentanza associativa, funzionalità e possibilità di incontro interno ed esterno con istituzioni e portatori di interessi, nel centro della città di Roma Capitale, così come accade per la totalità delle grandi Organizzazioni nazionali e degli Organismi sportivi.
In ultimo, ma certamente non per importanza, anzi, l’essere Rete associativa Nazionale.
La validazione del nostro Statuto Nazionale da parte dell’Ufficio statale del Runts, con l’unica richiesta di inserire alla prima occasione utile, l’indicazione dell’organo competente a deliberare in materia di responsabilità dei componenti degli organi sociali e di promuovere l’azione di responsabilità nei loro confronti (domattina procederemo in tal senso con la modifica dell’articolo 19), insieme alla validazione degli Statuti dei nostri Comitati Regionali e Territoriali, da parte degli Uffici Regionali del Runts, ci permette oggi di entrare in profondità in quello che è il nuovo riconoscimento giuridico dell’Uisp.
Ringraziamo allora, ancora una volta, il prof. Luca Gori e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per averci accompagnato sin dal primo momento, in cui, primo fra gli Eps/Aps, decidemmo di avviare, da subito il percorso di revisione statutaria per uniformarci da subito alle previsioni normative del Decreto legislativo 117/2017, il Codice del Terzo Settore. Ringraziamenti che, nel tempo, abbiamo esteso e oggi ribadiamo, al dott. Alessandro Lombardi, direttore generale Terzo settore e responsabilità sociale delle imprese del MLPS, che, sia in prima persona che con le sue Divisioni dipendenti e gli Uffici, ci ha sempre riservato massima attenzione, disponibilità, supporto.
Nel ruolo e nelle funzioni dell’essere Rete associativa, a partire dallo svolgere attività di coordinamento, tutela, rappresentanza, promozione e supporto degli enti del terzo settore associati e delle loro attività di interesse generale, anche allo scopo di promuoverne ed accrescerne la rappresentatività presso i soggetti istituzionali, unitamente a compiti di monitoraggio dell’attività degli enti associati, anche con riguardo al suo impatto sociale, di promozione e sviluppo delle attività di controllo, anche sotto forma di autocontrollo e assistenza tecnica”, vediamo sicuramente ulteriori responsabilità ma, ancor di più, ulteriori sfidanti ed importanti opportunità.
I temi specifici dell'autocontrollo, della rendicontazione, della trasparenza, della reputazione sono da leggersi anche in una chiave di coerenza delle battaglie che noi abbiamo sempre portato avanti, e non come un mero adempimento o onere amministrativo.
Intanto il recente riconoscimento di risorse aggiuntive da parte del Ministero di assegnazione all’Uisp, attraverso l’Avviso 3/2022, destinate all’attività delle Reti associative di interesse nazionale, ci permetterà di rafforzare la nostra articolazione associativa, per implementare servizi e digitalizzazione.
Ulteriori opportunità che rappresentano un invito a creare sul territorio ulteriori legami ed alleanze.
1948-2023, celebriamo quest’anno il 75° dell’Uisp.
ECCO IL VIDEO CHE RACCONTA I VALORI E GLI IMPEGNI DI QUESTI 75 ANNI DI STORIA UISP
Queste giornate di fine inverno sono simbolicamente evocative perché tra poche settimane ricorderemo una data importante, il 4 aprile, di 75 anni fa appunto, il 4 aprile del 1948, a Roma, in piazza Sonnino, al cinema Esperia di Roma (poi Cinema Reale e Cinema Roma), promossa dai giovani del Comitato di Liberazione Nazionale, si tenne una prima Assemblea organizzativa dell’Unione Italiana Sport Popolare che contribuì a dare impulso a quello che fu, qualche mese più tardi, dal 20 al 23 settembre, presso il Teatro Comunale di Bologna, il Congresso nazionale costitutivo.
Chiudo con il più sentito ringraziamento a tutta l’Uisp, a tutte e tutti voi, delegate e delegati, alla Giunta e al Consiglio nazionale, a tutta la Governance ampia, che abbraccia tutti gli ambiti di intervento, all’Organo di Controllo, ai Collegi di Giustizia, al Comitato Etico, a tutta la tecno-struttura, uffici, dipendenti, collaboratori, Comitati Regionali e Comitati Territoriali, con tutte le loro strutture, dirigenti, praticanti, associazioni e società sportive.
Mi permetterete, poi, un grande e particolare ringraziamento a Tommaso Dorati, il nostro Segretario generale, punto di riferimento imprescindibile non solo per il livello nazionale ma per l’intera rete associativa.
Avanti Uisp! Con la forza dell’etica e dei valori che hanno contraddistinto questi primi 75 anni di cittadinanza attiva, per continuare ad essere protagonisti del futuro! W l’Uisp!"
(questa è la versione integrale della relazione introduttiva di Tiziano Pesce, presidente Uisp, all'Assemblea nazionale congressuale Uisp. La relazione è stata tenuta nella mattinata di sabato 11 marzo 2023, in apertura della seconda giornata di lavori, dopo la tavola rotonda di venerdì 10 marzo, con i rappresentanti del sistema istituzionale, sportivo e del terzo settore italiano)