Nazionale

Ruolo e valore dello sportpertutti in Europa. Parla Mogens Kirkeby

Il presidente dell'Isca è il protagonista della sesta puntata del podcast Uisp nazionale: "Sportpertutti, non basta dirlo"

 

Arriva su Spotify un nuovo episodio di “Sportpertutti, non basta dirlo”, il podcast dell'Uisp sull’attualità e sul significato dello sport per tutti oggi, sul ruolo sociale, culturale ed economico che ha assunto il fenomeno, sulle sue innovazioni nel corso degli anni e sulle tendenze in atto. Quale è oggi il ruolo dello sportpertutti visto dall'Europa e da una rete internazionale di sport di base?

In questo nuovo episodio del podacst  Uisp, insieme a Mogens Kirkeby, presidente Isca-International Sport and culture association e vicepresidente del Comitato consultivo sullo sport del Consiglio d'Europa abbiamo riflettuto su quale sia il ruolo dello sportpertutti oggi in Europa, quali i suoi obiettivi e le sue caratteristiche. Inoltre, gli abbiamo chiesto di formulare alcuni auspici per il prossimo Parlamento europeo che uscirà dalle elezioni dei prossimi giorni, cui hanno il diritto di partecipare circa 360 milioni di europei di 27 Paesi.

ASCOLTA L'EPISODIO 6  DEL PODCAST "SPORTPERTUTTI, NON BASTA DIRLO". PARLA MOGENS KIRKEBY

 Quale è oggi il significato dello sport per tutti, dal punto di vista sociale?
Lo sport per tutti ha avuto diverse definizioni durante gli anni, e attualmente le definizioni più calzanti secondo me sono sport di base e attività fisica e ricreativa. Le organizzazioni che lavorano in questo settore meritano che la politica le consideri come la priorità numero uno. Credo che negli ultimi anni la componente spettacolare e commerciale di alcuni sport, commercial sport, sia cresciuta drammaticamente. Per questo la componente dello sport per tutti, dello sport di base e delle attività fisiche e ricreative deve trovare maggiore forza e legittimità

Quali sono le persone chiave nello sportpertutti?
Nello sport di élite ci sono gli “idoli”, persone che vivono in un altro pianeta e che hanno uno stipendio non raggiungibile per la maggior parte delle persone. Ma per i bambini e per le organizzazioni di base abbiamo bisogno di esempi. A livello locale i “modelli di ruolo” possono essere allenatori, educatori, istruttori. Sono queste le persone chiave dello sport di base. C’è una certa mancanza per quanto riguarda i punti di riferimento teorici. Non ci sono personalità che, a livello intellettuale, parlano la lingua dello sport per tutti, e che possono inquadrare questo settore con precisione. Ci sono sicuramente delle persone che lavorano in questo ambito, ma io vorrei incoraggiare gli intellettuali e le università a fare dei passi avanti, ad essere più diretti e coinvolti nello spiegare come lo sport per tutti sia un fattore di costruzione della democrazia attraverso la società civile.

Perchè lo sportpertutti va sostenuto a livello pubblico?
Le motivazioni e le buone ragioni per supportare lo sport per tutti a livello europeo e a livello nazionale, sono che lo sport per tutti è una soluzione a molte problematiche sociali. Lo sport commerciale e gli sport d’élite si focalizzano su due aspetti: l’intrattenimento e la vittoria, mentre lo sport per tutti vuole creare società attive, stimolare la società civile, i processi democratici, la salute e la prevenzione, l’inclusione e tutti quei valori che sono cruciali nelle società odierne.  In particolare voglio soffermarmi sulla democrazia. Mentre lo sport commerciale e lo sport d’élite si concentrano su intrattenimento e vittoria, lo sport di base e la società civile si preoccupano di costruire la società.

A circa due mesi dall’inizio delle Olimpiadi, cosa chiede il movimento dello sport per tutti al Comitato Olimpico Internazionale? Che cosa contraddistingue oggi il modello olimpico?
Io credo che le Olimpiadi cattureranno sempre l’attenzione politica, mediatica e finanziaria. Ricordiamo che le olimpiadi estive non coprono tutti gli sport esistenti, ma solo una piccola parte, e includono un numero davvero basso di atleti. Un simbolo delle olimpiadi di quest’anno è la parità tra uomini e donne. Possiamo quindi dire che qualcosa si è mosso su questo punto. La cosa negativa per il settore dello sport di base e dello sport per tutti, è che durante le Olimpiadi o le massime competizioni calcistiche europee, tutta l’attenzione si concentra lì, e le organizzazioni che sono dietro questi eventi cercano di far passare il messaggio che essi siano rappresentativi del mondo dello sport. Il livello politico dell’organizzazione olimpica e dell’organizzazione degli Europei cercherà di utilizzare questa attenzione per raggiungere i propri obiettivi, che sono diversi dai nostri.

Pensando al prossimo futuro, quali sono le tendenze e la visione dello sport per tutti?
La visione dello sport per tutti in Europa deve essere che tutti possano esercitare il diritto umano di muoversi, il diritto umano di partecipare. La visione deve essere che molte più persone, bambini, adulti, anziani, possano praticare sport, sport sociale, e fruire di tutti i benefici sociali, mentali ed emozionali che esso porta. Per molti la pratica sportiva vuol dire divertimento, specialmente per i bambini, per gli anziani vuol dire curare la propria salute e stare insieme agli amici. Questo è l’obiettivo finale: garantire la partecipazione di sempre più persone. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno del lavoro di migliaia – centinaia di migliaia – di associazioni sportive locali. 

In poche parole chiave, cosa chiede lo sport per tutti al nuovo parlamento europeo? E – questa è una domanda più personale – nel tuo ruolo appena riconfermato al Consiglio d’Europa – che obiettivi specifici ti poni?
L’auspicio per il nuovo Parlamento europeo è che continui ad avere una visione forte dello sport di base. Io spero che essi capiscano e ascoltino quello che noi pensiamo essere il vero modello sportivo europeo, che è fondato sul pluralismo e sulle diversità. Un modello nel quale il volontariato espresso dalle associazioni sportive locali si fa carico del fabbisogno di sport della popolazione europea. Chiedo al nuovo Parlamento di ascoltare con sensibilità le organizzazioni di sport sociale perchè rappresentano la situazione reale. Se posso dar loro un consiglio, eccolo: se qualcuno vi dice che lo sport europeo si basa su un modello piramidale, non credetegli. Questa non è la realtà.

Sport come strumento di prevenzione per la salute e di conseguente risparmio sulla spesa sanitaria. Credi che questo aspetto sia sufficientemente trattato dai programmi elettorali? Lo sport è considerato a sufficienza nei programmi dei partiti sulla salute?
E’ chiaro che lo sport per tutti è – o può essere – una forte componente nella prevenzione. E’ altrettanto chiaro che sviluppare una collaborazione intersettoriale è molto difficile. Nella maggior parte dei paesi europei lo sport di base trova grande difficoltà a collaborare con il sistema che si occupa di salute. Sono semplicemente due mondi differenti. Ma in alcuni paesi ci si riesce, bisogna capire quale è il meccanismo che rende possibile questa collaborazione. Per prima cosa deve essere compreso dal settore sanitario che lo sport è salute. E qui penso che ci siamo. Poi ci deve essere un po’ di buona volontà nell’includere la società civile a collaborare con le istituzioni sanitarie, e non sempre è così. Ma la domanda è se lo sport di base e è l’attività fisica sono sufficientemente inclusi nei programmi attuali per la salute. La risposta è – semplicemente – no. (Traduzione a cura di Layla Mousa)

Episodio 1 - Nicola Porro

Episodio 2 - Intervista impossibile con Gianmaria Missaglia

Episodio 3 - Sergio Giuntini

Episodio 4 - Vincenzo Manco

Episodio 5 - Simone Digennaro

 

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
UISPRESS

PAGINE UISP

AVVISO CONTRIBUTI ASD/SSD

BILANCIO SOCIALE UISP

FOTO

bozza_foto

VIDEO

bozza_ video

Podcast

SELEZIONE STAMPA

BIBLIOTECA UISP