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“Salute in città”, il manifesto per vivere meglio incontra le strategie dell’Uisp

Il documento è stato proposto dall’Italia al Parlamento europeo, proponendo l'idea di salute di cittadinanza. Interviene F. Lucidi
 

Si stima che nei prossimi decenni la popolazione urbana rappresenterà il 70% della popolazione globale. In Italia il 37% della popolazione risiede nelle 14 Città Metropolitane e il tema della salute sta diventando una priorità di azione amministrativa da parte dei sindaci. Parte da questa considerazione il manifesto “La salute nelle città: bene comune”, realizzato dalla delegazione italiana del Comitato europeo delle Regioni. Il documento, costituito da dieci punti, è stato proposto al Parlamento europeo e discusso nella riunione della Commissione risorse naturali.

Abbiamo chiesto a Fabio Lucidi, dell'Università di Roma La Sapienza, un commento sul manifesto e le connessioni con le strategie messe in campo dall’Uisp nel campo della tutela e promozione della salute. “Il documento si muove in una duplice dimensione - risponde Lucidi - la formalizzazione di un’idea generale di salute di cittadinanza in documenti riconosciuti da diversi attori strategici e l'esplicitazione che questo risultato non può essere frutto né di legislazione nè di un’azione singola, ma di un percorso di alleanze tra interlocutori diversi e con responsabilità diverse. Questi sono tutti elementi che hanno caratterizzato il percorso Uisp e la sua direzione strategica sulla promozione della salute fin dall’inizio, proponendosi come portatore di ruolo nell’alleanza, ma anche costruttore dell’alleanza. Nei diversi momenti di incontro organizzati dall’Uisp in tempi recenti (Trento, Orvieto, Verona) l’associazione ha proposto una visione generale ma anche una declinazione in azioni specifiche, con un paradigma in cui non solo si propone come soggetto disponibile ma come promotore di alleanze strategiche”.

Qual è l’elemento qualificante del documento?
“L’idea che emerge è che la salute è strategica e non si impone per legge, come elemento prescrittivo, ma è un diritto, al limite può essere inteso come dovere prescrittivo per i soggetti istituzionali, non per i cittadini. Inoltre, è importante la consapevolezza che questa dimensione è un obiettivo che si persegue attraverso reti con interlocutori differenziali”.

Ecco i dieci punti del manifesto: 1) Ogni cittadino ha diritto ad una vita sana ed integrata nel proprio contesto urbano. Bisogna rendere la salute dei cittadini il fulcro di tutte le politiche urbane; 2) Assicurare un alto livello di alfabetizzazione e di accessibilità all'informazione sanitaria per tutti i cittadini, aumentando il grado di autoconsapevolezza; 3) Inserire l'educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano; 4) Incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie; 5) Promuovere una cultura alimentare appropriata attraverso programmi dietetici mirati, prevenendo l'obesità; 6) Ampliare e migliorare l'accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani e l'invecchiamento attivo; 7) Sviluppare politiche locali di trasporto urbano orientate alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una vita salutare; 8) Creare iniziative locali per promuovere l'adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili; 9) Considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l'inclusione sociale nel contesto urbano; 10) Studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, attraverso una forte alleanza tra Comuni, Università aziende sanitarie, centri di ricerca, industria e professionisti.

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