Il 16 giugno il rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia - I dati regione per regione” è stato presentato a Cagliari, presso la sala Transatlantico del Consiglio regionale, nel corso di un evento organizzato dall'Uisp regionale. Il report regionale fornisce una “fotografia” aggiornata del mondo giovanile dell’isola.
Arrivato alla terza edizione, il rapporto viene pubblicato con cadenza triennale dal Gruppo CRC, ovvero il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Dal report emerge che la Sardegna è una delle regioni più fragili in Italia per quanto riguarda la situazione di bambini e adolescenti.
Durante la presentazione, la Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Carla Puligheddu, insieme al presidente dell'assemblea Piero Comandini, hanno sottolineato i dati allarmanti emersi dal report. Arianna Saulini di Save The Children Italia ha illustrato la situazione attuale, evidenziando un quadro preoccupante per l'isola: aumento della povertà, servizi inadeguati, elevata dispersione scolastica e una diminuzione costante della natalità.
È intervenuta anche Loredana Barra, presidente Uisp Sardegna, facendo leva nel suo discorso su alcuni dei punti critici evidenziati dal report. Ha introdotto il suo discorso invitando i presenti empatizzare con i diretti interessati: “Oggi parleremo dei diritti delle piccole persone, di quelle luci che dovrebbero accompagnare il cammino e illuminarlo; ma per capire profondamente questo dobbiamo cercare di immedesimarci, e immaginare per un attimo di essere un bambino o una bambina che vive in Sardegna e appartiene a quel 32,9% di minori che vivono in povertà relativa, come si evince dal rapporto (un dato superiore di 10,7 punti rispetto alla media nazionale)”.
"Immaginate di non potere avere accesso ad attività extrascolastiche - ha proseguito Barra - perché nel luogo in cui vivete, magari una periferia territoriale o un paesino in via di spopolamento, quelle attività non esistono e non esiste neanche un modo semplice per raggiungere luoghi in cui queste attività si svolgono. Immaginate di essere un bambino/a che cresce in una casa dove non ci sono libri, dove non c’è un adulto disposto a leggerli, e che non può avere accesso a altre risorse educative come un computer o internet. Immaginate di essere un bambino il cui unico pasto bilanciato è quello offerto dalle mense scolastiche e potervelo permettere però solo in un numero limitato di giorni al mese, perché altrimenti la quota da pagare è troppo alta per la vostra famiglia. Immaginate di non essere mai andati al teatro, al cinema, ad un museo, al mare. Immaginate di non avere accesso ai Centri estivi, i quali, badate bene, non rappresentano semplicemente solo una necessità di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, ma sono di fatto vere e proprie opportunità sociali ed educative, che limitano il fenomeno della perdita di apprendimenti che avviene inesorabilmente durante le chiusure scolastiche prolungate, come appunto quelle per le vacanze estive".
"Le persone di minore età in Sardegna sono 198.959, che corrisponde al 12,7% della popolazione totale della regione contro una media nazionale del 15,1%", segnala il rapporto evidenziando come quella sarda sia la percentuale più bassa tra tutte le regioni italiane e con tendenza in diminuzione rispetto al precedente rapporto di 0,6 punti.
In Sardegna la speranza di vita alla nascita è di 82,5 anni. Sono presenti 12 punti nascita, di cui il 58% con meno di 500 parti l’anno (media nazionale del 24%), con un trend in aumento rispetto ai dati riportati nel precedente Rapporto (era il 46,2%). Sono presenti 152 medici pediatri (in Italia 6.962), tendenza in diminuzione rispetto al precedente Rapporto (erano 187). Ancora, in Sardegna sono presenti 15 posti letto di ricovero ordinario NPIA (in Italia sono 401), dato in linea con il precedente Rapporto.
I dati sull'educazione indicano che la percentuale dei comuni coperti da servizi socioeducativi per la prima infanzia è del 39%, registrando un significativo aumento rispetto al precedente rapporto (25,2%), ma ancora inferiore di ben 25,4 punti rispetto alla media nazionale. Il numero di posti nei servizi socioeducativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni è di 35,2, anche in questo caso in aumento rispetto al precedente rapporto.
Questi dati indicano anche che il 17,3% dei ragazzi (dato superiore di 6,8 punti rispetto alla media italiana) abbandonano precocemente la scuola. “La Sardegna infatti detiene la percentuale più elevata di Early School Levears”, precisa nel suo discorso Loredana Barra.
La percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni che, nel tempo libero, praticano sport in modo continuo o saltuario è del 62,8%, superiore di 5 punti rispetto alla media nazionale ma in diminuzione rispetto al precedente rapporto (64,3%). Alcuni bambini hanno difficoltà ad accedere al mondo dello sport, soprattutto per motivi economici, in quanto le proprie famiglie non riescono a coprire spese come quelle relative al certificato medico non agonistico, obbligatorio dal compimento dei 6 anni di età, come precisato da Loredana Barra, che aggiunge: “Certificato che invece, per la nostra regione, è gratuito per lo sport dei primi, dei più forti, di chi forse vincerà delle medaglie”.
In Sardegna il tasso di natalità (per mille abitanti) di 4,6%, inferiore rispetto alla media nazionale, si conferma il dato più basso in confronto a quello registrato nelle altre regioni italiane. Le famiglie con 5 o più componenti sono il 2,8%, rispetto alla media italiana di 4,5%, mentre la percentuale dei nuclei familiari monogenitoriali è del 22,5%, supera la media nazionale di ben 4,7 punti percentuali e si conferma la percentuale più alta in Italia, sebbene il trend sia in diminuzione rispetto al precedente Rapporto. "Immaginate di essere un bambino o una bambina di quei 2.798 che frequentano le nostre scuole che hanno una disabilità o immaginate di essere uno dei 205 minorenni stranieri non accompagnati presenti e censiti in Sardegna; o una di quelle 557 persone piccole vittime di abusi e maltrattamenti, e moltiplicate tutte le difficoltà di cui ho parlato prima per ognuno di loro".