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La diretta dal Congresso nazionale Uisp

Domenica 16 marzo: cronaca e interventi della giornata conclusiva

 

 Ore 12:16 chiusura dei lavori con 'intervento del Presidente Tiziano Pesce: Questo Congresso impegna tutti quanti, me per primo, ad immaginare il futuro dell’Uisp e mettere a terra le tante idee e proposte emerse in questi tre giorni di lavori. Ci impegniamo ad accelerare i tempi per la prossima  Assemblea congressuale affinchè ci aiuti ad avviare efficacemente un nuovo percorso. Il Codice del terzo settore e la riforma dello sport ci hanno spinto a nuovi adempimenti che sono un lavoro supplementare per ognuno di noi ma non vanno considerati una burocrazia statale inutile, bensì leggi, regole e trasparenza per tutti, non esclusi i soggetti sociali. Tutti.

Trasparenza e legalità alle quali si è richiamato anche don Luigi Ciotti, che ci ha offerto l’opportunità di riflettere sulla storia e sul futuro dell’Uisp. Abbiamo la nostra base nel territorio, non siamo un soggetto associativo federalista ma siamo una grande associazione nazionale, con un’identità che è patrimonio di tutti, ci fornisce opportunità nazionali di coprogrammazione e coprogettazione attraverso una crescita continua e collettiva. Le coordinate ci vengono offerte dalla Costituzione laddove si parla di sussidierietà. Anche per questo è centrale il ruolo della nostra azione a livello regionale e dei nostri Comitati: la legislazione regionale sullo sport verrà completata a brevissimo. Lì dovremo saper incidere con le nostre proposte, con l’autonomia delle nostre idee e l’idea fissa di un sistema sportivo che va riformato anche nei livelli regionali.

Il tema del lavoro sportivo deve continuare a vederci in prima linea, dobbiamo moltiplicare le occasioni di interlocuzione anche con i sindacati. Grazie alla legislazione di nuovo conio abbiamo l’occasione di mettere in primo piano il rilancio della questione etica, dellla coerenza, dell’impegno nel dibattito pubblico.

Centralità della formazione e dell’innovazione delle attività: se ne è parlato in molti interventi e sarà un orizzonte di impegno che occuperà le nostre energie migliori. Per commentare quanto sta avvenendo nel sistema sportivo mi richiamo all'intervento di ieri fatto da Luca Pancalli, presidente Cip. Seguiremo con attenzione il suo percorso verso il prossimo Consiglio nazionale elettivo Coni.

Il prossimo Consiglio nazionale Uisp possiamo già fissarlo per il prossimo 12 aprile. Li’ completeremo la nuova governance nazionale Uisp e definiremo gli incarichi. Dopo il riconoscimento consegnato ieri ad Elio Di Summa per il suo impegno nel codice etico, oggi desidero consegnarne un altro a Franco Attilio Venturelli, che mi accolse tanti anni fa nel Comitato territoriale Uisp Genova". 

Ore 12:14 vengono approvati: l' Organo di controllo all'unanimità; elezione del nuovo colleggio dei garanti all'unanimità, ed elezione del colleggio dei garanti di secondo grado all'unanimità

 Ore 12:08: si procede con l'elezione del nuovo Consiglio nazionale, la lista è di 80 componenti che viene approvata all'unanimità insieme alla lista dei supplenti.

Ore 12:05: si procede con l'elezione del presidente nazionale Uisp: Tiziano Pesce viene riconfermato all'unanimità 

Ore 11:57 Tommaso Dorati, segretario generale: i tecnici non parlano ma si attengono alle norme avendo le stesse come stelle polari. Le norme generali e poi quelle endoassociative. Andando alla burocrazia e adempimenti formali si procede alla votazione delle modifiche di alcuni articoli dello Statuto Uisp che vengono approvati all'unanimità dall'Assemblea, sempre all'unanimità viene approvata la mozione congressuale.

Ore 11:53 Emilio Masserati, Toscana: come Uisp Aps siamo consapevoli che la nostra azione sociale ha a che fare con le nostre periferie, i nostri territori e anche con una legge sulla tutela dei minori, dalle violenze che definisce delle pratiche concrete e la nomina del responsabile safeguarding. Ognuno di noi ha anche fare con le proprie realtà ma chi produce e chi paga le pratiche necessarie? E' possibile un lavoro etico senza speculazioni? Mi pongo il problema di trasformare il "problema" in programma, cosa non semplice. Perchè richiede raccolta di dati, conoscenze e anche i suoi limiti e contattare Enti pubblici, filantropici, associazioni. Avviare un procedimento amministrativo pubblico senza regalare niente delle conoscenze della Uisp

Ore11.45, Massimo Aghilar, Piemonte: ho 55 anni, sono diversamente giovane, sono quasi 35 anni che sono nella mia associazione, ho iniziato facendo l'obiettore di coscienza, sono appassionato della Uisp, spero di continuare a stare qui e fare cose utili per la mia associazione. Dobbiamo essere capaci di essere squadra, aiutarci, accompagnarci, facendo qualcosa di bello insieme. Ho promesso di farmi portavoce nella mia regione di una cosa importante: di portare qui "il morso in più", lo scatto in avanti che dobbiamo fare è quello di coprogrammare e coprogettare. Spesso ci ricordiamo di chiamare le amministrazioni locali a farlo, ma noi lo stiamo facendo? Dobbiamo farlo seriamente, perchè se vogliamo aumentare l'impatto delle nostre azioni dobbiamo coprogettare con le persone destinatarie delle nostre azioni; siamo troppo autoreferenziali, dobbiamo lasciare l'autoreferenzialità e capire se effettivamente sono queste le necessità dei nostri destinatari.

ore 11.42, Giuseppe Pecora, Basilicata: Mi ritengo l'ultimo della classe, il mio primo congresso, ritengo che sia fondamentale per noi non solo dire le parole chiave che abbiamo sentito in questi giorni, ma andare nei nostri territori e mettere in pratica tutto quello che abbiamo detto. Diventa fondamentale trovare un linguaggio comune per accompagnare i giovani in un percorso che li porti a diventare dirigenti. Abbiamo bisogno di idee e visioni nuove ma non è una questione solo generazionale. Vorrei che il prossimo congresso non sia stare 8 ore seduti, ma riuscire a giocare e muoversi insieme.

ore 11.40 Antonio Adamo, Puglia: Quattro anni fa sono diventato presidente Uisp Puglia, l'anno scorso abbiamo deliberato che tutti i territoriali mettessero sul nostro portale della trasparenza la loro prima nota, poi a cascata le delibere per attività sportive, formative, progettazione. La trasparenza è di fondamentale importanza 

ore 11.34, Enrica Francini, Toscana: ringrazio di aver condiviso con una grande squadra un percorso importante, che ci ha visto passare momenti difficili, interessanti, abbiamo sperimentato cosa significa lavorare insieme, rispettando le diversità. Cosa ci fa crescere e diventare attrattivi e generosi è proprio rispettare le differenze e non giudicare: criticare è troppo semplice. Abbiamo lavorato trasversalmente con il supporto di operatori, dipendenti, volontari, mettendo a disposizione strumenti, consulenze, che devono essere usate. Lo sport è uno strumento che genera contaminazione positiva e consapevolezza culturale.

ore 11.29 Francesca Brienza, Lazio: parlo in veste di formatrice nazionale per l'invecchiamento attivo, il titolo del workshop di venerdì era dedicato ai giovani ma l'Italia non è un paese nemmeno per i vecchi. C'è un tema che riguarda i giovani ma anche le persone anziane. C'è un problema di linguaggio, di sessismo, di omotransfobia, di razzismo, di ageismo, dobbiamo strutturare il nostro linguaggio, che corrisponde al nostro modo di ragionare, per difenderci da tutto questo. Io immagino una Uisp accogliente e generosa verso i giovani ma che sia anche capace di stimolare il dialogo tra le generazioni. Gli anziani di oggi sono più attivi rispetto a 30 anni fa, ma abbiamo un grande problema di sedentarietà tra gli anziani: quasi la metà della popolazione si dichiara sedentaria, e nell'altra metà pochissimi partecipano ad attività organizzate o strutturate. Noi abbiamo esperienza molto importanti in questo ambito, dobbiamo metterle in rete, espanderle, valorizzarle e condividerle.

ore 11.23, Francesco Mongiovì, Piemonte: sono a testimoniare l'indispensabile supporto di Uisp Torino e Piemonte nel riconoscimento della disciplina di cui sono responsabile, urgenza che mi ha spinto fin dall'inizio ad accettare qualsiasi carica funzionale alla diffusione di questo sport. Il nostro settore è la manifestazione di come l'Uisp sappia essere accogliente con i giovani che vogliono alimentare una passione e che hanno anche l'urgenza di raccontare uno sport ancora poco conosciuto, l'hitball. La burocrazia ed emergenze sono stati i temi più trattati in questo congresso: eppure gli strumenti per combattere questi fenomeni li abbiamo in casa, cosa manca? Forse le occaisoni per condividerli ma anche le capacità che i territori possano rielaborarli e adattarli alle proprie esigenze. Oggi non può più bloccarci la burocrazia: riappropriamoci del nostro tempo e delle nostre energie per dare risposte attraverso lo sport alle disuguaglianze.

ore 11.17 Nancy Zorretti, Puglia: i giovani possono creare un clima costruttivo in cui le generazioni possano confrontarsi, dobbiamo metterci al loro fianco, indicando i percorsi. E' stato un peccato non poterli portare a questo congresso. Le università italiane formano le menti, noi abbiamo cultori formati, sappiamo fare, i ragazzi quando escono dalle università devono imparare a fare. In questa ottica di professionalizzazione il volontario cerca nuovi significati. Un umanesimo obiettivo vede le persone che attraverso lo sport realizzano i propri sogni e ambizioni. Abbiamo bisogno di un clima di pace, in cui ognuno parla con l'altro in un clima di rispetto e di ascolto. Abbiamo bisogno di formatori delocalizzati sul territorio, di un supporto economico per dare dignità alla professionalità degli operatori sportivi e per continuare gli interventi legati ai progetti. Mi auguro di riuscire ad avere classi miste con ragazzi con e senza disabilità.

ore 11.12 Massimo Gasparetto, Veneto: parlo come responsabile della salute, in questi anni ho vissuto un senso di frustrazione: ridurre la sedentarietà vuol dire fare un sacco di soldi, di tessere, di politica. Ho imparato a capire quanto sia difficile tenere insieme tutto: però abbiamo un potenziale importante su cui dobbiamo lavorare, per ridurre le disuguaglianze e contrastare le paure. Dobbiamo metterci testa, energie, forze. La salute è vivere bene la propria vita stando bene, andando verso la felicità, e vivere attraverso il corpo: è proprio quello che facciamo noi. La salute mentale è stare bene, prima ancora del corpo, fare cose insieme agli altri: come indica il progetto ABC for mental health, che ha un potenziale di cambiamento enorme. La formazione deve diventare più snella. Dobbiamo lavorare sulle persone anziane.

Ore 11:08  Paola Vasta, Lombardia: voglio portare una riflessione sul percorso che la nostra associazione ha fatto, partendo dal commissariamento della Lombardia; voglio sottolineare poi l'importanza delle nostre politiche sociali: l’inclusione è il cuore pulsante della Uisp, lavoriamo per creare percorsi che mettano al centro le persone; le politiche della salute sono un altro impegno fondamentale: la nostra è una politica di salute pubblica per prevenire la malattie, ridurre i costi sanitari. I nostri sport e attività vanno oltre, promuovono la cultura della salute e del benessere psico-fisico. Sulle Politiche di genere, è fondamentale la parità di genere nelle nostre strutture così come gli incentivi alla partecipazione femminile. La parità deve essere una pratica quotidiana per tutti e tutte. Siamo qui per fare la differenza: abbiamo fatto tanto ma c'è ancora molto da fare. Gaurdare al valore, capacità e competenze di una persona e non al genere, al sesso. 

Ore 11:02 Enrico Balestra, Emilia Romagna: dobbiamo partire dalla rivoluzione di piccoli gesti, cosa possiamo fare di preciso e puntuale: es. in macchina mettiamo la freccia, ecco la Uisp deve fare la stessa cosa perchè per molti la Uisp è solo quella dei campionati. Serve mettere la freccia, partire da piccole cose, piccoli gesti, scegliere di essere autentici, onesti: e dire cosa ci serve, che limiti abbiamo, se abbiamo bisogno di aiuto. Mettiamo le persone giuste al posto giusto, scegliendo per ognuno di fargli fare ciò che sa fare. Dobbiamo anche tornare ad aprirci, a credere in un'associazione aperta e non chiusa o sempre più rigida

Ore 10:57 Nicola Tesi, Toscana:  l''Uisp ha fatto passi avanti ma è diventata anche una macchina sempre più grossa che si porta dietro tanta burocrazia, troppa burocrazia. Altri enti con procedure più snelle, riescono a sottrarci le attività perchè impiegano meno ad organizzare le cose, manifestazioni etc. 
Per fare un contratto sportivo, serve anche la carta della formazione, chiedo quindi una revisione dei piani formativi, una forte semplificazione: la formazione serve per il corpo dirigente ma anche a volte ad aumentare le parcelle dei docenti. Noto inoltre un'autoconservazione dei gruppi dirigenti: serve tornare ad essere attrattivi nei confronti dei giovani e mantenerli una volta terminato il sevizio civile. Infine una parola sul summerbasket: toglierlo dalle manifestazioni nazionali è stato un errore: era una manifestazione attrattiva.

Ore 10:50 Francesco Turrà, Calabria: la Uisp ci ha dato un orizzonte politico di cui pensavamo di non aver bisogno, perchè pensavamo che il nostro obiettivo fosse trovare un ruolo in questo sistema che invece sta venedno giù e che spinge ad un individualismo sfrenato. Una delle parole che manca, riprendendo l'intervento della Claysset è quella della cura: non possiamo prenderci cura dell'ambiente se non sappiamo prenderci cura di noi stessi atttraverso lo sport e poi da questo possiamo avere cura anche dell'altro e dell'ambiente. Noi non dobbiamo salvare l'ambiente, ma dobbiano prenderci cura di questo così come per i giovani l'Uisp può recuperare il valore della lotta 

Ore 10:44 Erasmo Lesignoli, Emilia Romagna: è il mio quindicesimo Congresso, festeggio 61 anni di tessera Uisp come dirigente, nel calcio e poi nei giochi. Ho ascoltato spunti ed imput importantissimi in questo congresso e la relazione di Tiziano ci ha messo sulla strada giusta e vorrei parlare della riforma del nostro settore: vedo delle discrepanze nell'adempienza delle riforme e la colpa è in parte delle sda e in parte dei Comitati, che si pestano i piedi, che a volte non collaborano. Nel 2024 ho fatto 120 manifestazioni: migliaia di persone ma tessere zero e questo perchè noi siamo nelle piazze, nelle strade. Il tesseramento per la nostra sda è difficile proprio perchè non abbiamo un luogo fisico dove si svolge la nostra attività. Per un corso di operatore dei giochi, abbiamo avuto poche iscrizioni dagli altri territori, cosa assurda perchè la richiesta era venuta proprio dal resto dello stivale.

Ore 10:40 Fabrizio Federici, Lazio: ho cercato di essere sempre presente su tutto il territorio nazionale nel settore danza e ho visto il funzionamento dell'intera rete associativa che non è altro che un insieme di persone. Pur avendo approvato il passaggio da lega a settore di attività, noto le problematiche e criticità: l'organizzazione interna e divisione dei ruoli, crea problemi perchè o si aspetta l'altro oppure perchè tutti vogliono fare tutto. Bisogna dividersi i ruoli e superare gli egoimi personali, stabilendo mansioni. Dobbiamo essere dirigenti in divenire, il cambiamento è la condizione necessaria alla vita, rinnovandoci costantemente, il dirigente in divenire, sa spostarsi e fare spazio, accompagnare la crescita di altri, rappresentando la memoria storica dell'associazione. Essere presidente di Comitato oggi significa avere competenze organizzative, legali, mediche e addirittura quasi notarili.

 Ore 10:34 Simone Ricciatti, Marche: cosa fa la differenza? Le persone, l'affetto, la cura, l'amicizia. La Uisp è questo: una casa, una famiglia. I giovani devono andare avanti, sì ma non basta dirlo, la Uisp ci deve credere. Se vogliamo che l'associazione vada avanti, le persone devono fare un passo indietro, solo così possiamo guardare al futuro. Si dice spesso che i giovani sbagliano: no, anche i vecchi fanno errori, quindi l'errore consente di procedere, andare avanti e riguarda tutti/e, l'errore è umano. Ben vengano i congressi anche dove fare autocritica ma il confronto va sempre fatto a testa alta riconoscendo anche tutto ciò che abbiamo fatto di positivo.

Ore 10:30 Antonio Marciano, campania: siamo consapevoli di ciò che abbiamo fatto: la Pandemia ha sconvolto lo sport, le nostre comunità ma la Uisp ha avuto una resilienza straordinaria, lavorando per garantire continuità e difendendo il diritto di fare sport. Abbiamo affrontato una riforma sportiva del Terzo settore: non ci siamo tirati indietro, ci siamo aggiornati, abbiamo dialogato con le istituzioni, per fare in modo di rimanere un punto di riferimento. Abbiamo risposto con determinazione e intelligenza collettiva. Ora dobbiamo avere una visione più chiara ed energia rinnovata: i comitati devono avere una visione e un ruolo centrale, l'Uisp nasce come rete di solidarietà e coperazione, dobbiamo essere Rete, motori di innovazione locale, sviluppando capacità di mettere in rete esperienze e competenze, e scambio continuo di esperienze tra territori. Ora è il tempo di progettare, innovare, costruire per rendere la Uisp ancora più vicina alle persone.

Ore 10:24 Alessandro Scali, Toscana: sta crescendo il numero dei ragazzi che vogliono fare i volontari e questi vogliono flessibilità. Gliela sappiamo dare? Innovazione: forse abbiamo un modello da rivitalizzare. Competenze: è necessarie dargliele, formarli. Vogliono partecipazione: li coinvolgiamo? Bisogna fare un esame di coscienza: sappiamo motivarli, sappiamo innescare il cambiamento? Stiamo diventando ipertecnologici ma stiamo perdendo il contatto, la relazione in presenza. Ruolo dei regionali: se non facciamo servizio di autocontrollo sul territorio non siamo in grado di intervenire prima ed evitare i commissariamenti che ci dicono che qualcosa non è andato nel verso giusto

Ore 10.17 Tommaso Bisio, Liguria: mai come in questo congresso ci sono sate tante richieste di interventi, tradotte in voglia di partecipazione, testimonianze di esperienze. E' emersa la nacessità di maggiore interazione tra i livelli dell'associazione e i settori di attività. Dal mio punto di osservazione mi sento di sottoscrivere queste istanze, nei quattro anni passati ho vissuto positivamente l'esperienza della Giunte nazionali allargate ai regionali, penso che vada allargata e rafforzata, perchè il ruolo che rivestiamo è uno snodo tra il livello nazionale e il territorio. Credo però che il gruppo dei presidenti regionali debba maggiormente interagire con i settori per verificare in tempo reale le necessità dei diversi territori. L'obiettivo del prossimo mandato dovrebbe essere il consolidamento delle attività, perchè sono l'ossatura su cui innestiamo progetti e innovazione delle attività. L'Italia ovviamente non è tutta uguale, dovrebbe crescere vicinanza tra i comitati che hanno più possibilità ed esperienze e quelli che hanno bisogno di supporto. La buona notizia è che in sala ci sono tanti giovani: appena potete rottamateci ma fatelo con garbo, perchè ce lo meritiamo.

Ore 10.11 Armando Stopponi, Marche: noi parliamo sempre di rete associativa ma dobbiamo fare un salto in avanti, perchè la rete significa condivisione e spesso rimaniamo invece chiusi nel nostro orticello, come se avessimo paura di contaminarci e condividere progetti e azioni che portiamo avanti sul territorio. Dobbiamo migliorarci su questo aspetto per non rimanere rete sulla carta. I settori di attività sono al servizio dei Comitati, ci sono a volte dei problemi, è preferibile non nominare un rappresentante di un settore piuttosto che una persona che non riporta le cose che si dicono sul territorio, perchè a quel punto diventa compito del settore nazionale investire su quel territorio. Mandati: posso capire che quando abbiamo fatto la scelta dei due mandati è stata corretta, anche io l'ho sostenuta, anche se non ci è stata riconosciuta. Oggi abbiamo un'associazione più matura e ritengo che si debba andare nella direzione del numero perfetto, del terzo mandato, avviando un percorso sul tema. E' un problema che hanno più che altro nei piccoli Comitati, quindi possiamo iniziare a fare dei ragionamenti che ci portino verso un futuro diverso e migliore.

 Ore 10.07 Giuseppe Di Lella, Lombardia: lo sport è competizione ed espressione di eccellenza, si tratta di competizione collaborativa, i risultati giungono grazie alla collaborazione con gli altri, ma non si esaurisce nell'immagine dei campioni, è innanzitutto la pratica di milioni di persone, nella crescita dei giovani che mettono alla prova i loro talenti. Tocca a noi rafforzare insieme lo spettacolo dei tornei e dei campionati, nello sport si specchia la nostra società, chi si impegna per lo sport e lo diffonde, si impegna per l'intero paese. Porto una testimonianza dal comitato di Milano che era gestito malissimo, dove sono successe cose inenarrabili. L'Uisp Milano e l'Uisp Lombardia devono essere salvate: non lasciateci da soli!

 Ore 9.59 Patrizia Alfano, Piemonte: un ringraziamento a noi che facciamo questa grande associazione. Tante diversità tutte insieme fanno la democrazia: così l'Uisp mette insieme le tante anime di questa galassia culturale che è lo sport, un patrimonio di donne e uomini meraviglioso. Il confronto e il dialogo sono fondamentali, ieri hanno parlato tante persone diverse, che hanno raccontato quello che è l'Uisp. I giovani sono in uno stato di ribellione permanente, facciamoci travolgere, ascoltiamo: voglio proporre un'assemblea dei territoriali in cui continuare a raccontarci prima dei congressi. La cabina di regia, responsabili formazione regionali e dei settori di attività deve essere permanente e riunirsi in modo periodico: le circolari, le mail, non bastano. La formazione è un continuo, inizia un percorso nuovo, ma noi tutti i giorni aggiungiamo pezzi, noi abbiamo voluto affidare l'organizzazione dei Corsi ai nostri Comitati, è un lavoro immane: alcuni l'hanno sempre fatta e quindi erano attrezzati, altri non l'hanno mai fatta, non possiamo tutti fare tutto, ma sulla formazione ci vogliono persone dedicate, è un sistema che va ripreso e curato. Ripartiamo anche con la formazione e la dobbiamo costruire insieme.

Ore 9:52 Salvatore Farina, Sardegna: con la tornata congressuale abbiamo cambiato 61 nuovi presidenti, abbiamo la barra dritta verso il cambio generazionale. Siamo una piccola cosa ma siamo una grande cosa! Noi stiamo lavorando sui Pums sportivi, sulle linee guida della Transizione sportiva: siamo politica, la vera sfida è acquisire la nostra consapevolezza che facciamo politica e incidiamo sulla politica e sulle politiche pubbliche. Nel progetto Sud noi non c'eravamo ma manca un tema: quello delle isole che andrebbe affrontato. La vera sfida politica non è andare a ruota di nessuno ma comprendere che siamo politica pubblica.

Ore 9:48 Roberto Meglioli, Emilia Romagna: vorrei ringraziare il Comitato regionale lombardo, il segretario generale che hanno affrontato una situazione difficile. Dobbiamo proseguire su una strada unitaria, essendo coerenti con il nostro statuto. Il sistema turbocapitalistico non può funzionare perchè da ricchezza a pochi e povertà a tutti gi altri. Gli stati autoritari non possono essere la nostra guida, con la storia che abbiamo alle spalle, suggerisco di lavorare sempre più con progetti di servizio civile. Rafforzare la carta etica e lo statuto per educare al noi

Ore 9:44 Vincenzo Manco, Emilia Romagna: tra venerdì e sabato ho colto un filo rosso: nella tavola rotonda abbiamo sentito che i giovani sono il presente non il futuro, il nostro futuro sta già nell'oggi, un'associazione che vive nel racconto che tutti i nostri ospiti hanno fatto di noi, grazie alle aspettative che hanno espresso, alla disseminazione che abbiamo costruito. I giovani ci chiedono di essere accoglienti. Di fronte ai fenomeni contemporanei la mia risposta è: dobbiamo abbandonare la competizione tra territori, abbracciare la coperazione, governare la transizione sportiva, dallo sport per tutti all'amministrazione condivisa, ovvero imparare a fare rete. Ci è stato riconosciuto il grande impegno nella progettazione, come contributo all'innovazione sociale, sperimentazione di governance comunitaria, elemento che abbraccia l'interessse generale delle attività previste dalla riforma del terzo settore. Responsabilità e coerenza verso la Costituzione: l'Uisp proponga un patto costituzionale ingaggiando le regioni per rendere concreto il dettato dell'art 33 attraverso legislazioni regionali coerenti con il dettato, verificando all'assemblea di metà mandato i relativi piani triennali e le risorse allocate. La coerenza passa dalla formazione dei quadri attraverso un percorso di aggiornamento permanente.

Ore 9:38 Enzo Dall'Osto, Friuli Venezia Giulia: rilancio del tavolo di lavoro con il Coni per risolvere i numerosi problemi con le federazioni. Formazione degli operatori rimane un tema centrale su cui lavorare a livello territoriale e nazionale. Esempi virtuosi territoriali: lavoro con la messa alla prova e lavori socialmente utili. Poi il tema della Cooperazione, del creare ponti. Nella maglietta di Vivicittà c'è la scritta "immagina di vivere in pace", per noi gente del nord est è un messaggio molto forte perchè per secoli abbiamo avuto un percorso di guerra nel nostro territorio: con tanti morti, quindi la pace è fondamentale per immaginare un futuro.  

Ore 9:33 Paolo Belluzzi, Emilia Romagna: saluto Davide Ceccaroni che non sta bene. Bilancio sociale pag.90: la valutazione d'impatto sociale. L'egemonia culturale prodotta negli anni '90 ci vedeva protagonisti, non c'era bisogno della valutazione ma i tempi sono cambiati e ora è necessaria. E' un'analisi approfondita di dati qualitativi e quantitativi, per farla si innesca un processo che richiede risorse adeguate. Se vogliamo distinguerci dobbiamo essere capaci di mettere davanti a tutti gli aspetti qualitativi non quantitativi! Abbiamo bisogno di analisti, di tempo, di confronti e risorse dedicate. Siamo una grande associazione, ma raccontarlo solo non va bene: servono dati a supporto. Come è cambiata la vita delle persone che fanno pratica sportiva e motoria con noi? Ecco servono risorse per la valutazione.

Ore 9:30 Monica Fiorese, Veneto: grazie alle nostra campagne, progetti abbiamo dato risposte concrete ai bisogni del territorio, contrastare la sedentarità ed intercettare tutti quei giovani che hanno bisogno di allontanarsi dagli sport di prestazione. Dobbiamo essere pronti al cambiamento, spogliarci di alcuni retaggi culturali, superare le diffidenze. Ci siamo detti che dobbiamo dare fiducia ai giovani e anche ai temi di loro interesse. In Veneto grazie alla collaborazione con La Santa Anna di Pisa, abbiamo avviato un percorso per ringiovanire il gruppo di lavoro e accedere a nuove sfide, prendiamo a cuore le aspettative dei giovani.

 Ore 9:25 Federica Torranova, Emilia Romagna: vorrei parlarvi del settore calcio femminile, ambito principalmente maschile. Ho scelto la Uisp tre anni fa con il bando del servizio civile e si sente spesso dire che l'Uisp non è attrativa per i giovani ma non è così: forse dobbiamo comunicare meglio. L'Uisp deve partire dalle sue radici, mettendosi in discussione e in ascolto, con la cura dal basso e l'applicazione quotidiana. Dobbiamo essere uno spazio, con lo sport, per ritrovarsi ma anche un luogo uno spazio comune, protetto e sicuro dove ci sia attenzione anche al linguaggio. Se il modello del calcio Uisp si limita ad un campionato non stiamo guardando al futuro ma occorre immaginarlo come un modello che unisce le persone, aperto alle diversità, alle identità in transizione, deve essere un'attività mista, cambiando i regolamenti.

Ore 9:18 Sergio Vinciprova, Sicilia: sono in Uisp da oltre venticinque anni e mi voglio soffermare su quello che sta accadendo nella nostra società sia in Italia, che in Europa e Stati Uniti. Una destra omofoba ha sparso il seme dell'odio e del razzismo: cosa può fare la Uisp? Non può cambiare questo vento di odio ma può contrastarlo, rallentarlo. Ci troviamo ad affrontare tanta burocrazia che andrebbe snellita, ad occuparci della formazione da allargare ai dirigenti di ASD/SSD. Nell'estate del 2020 nasce Progetto Sud che coinvolge 5 comitati del Sud e dove tutti mettono a disposizione competenze, conoscenze per crescere e costruire. Sono tanti i temi che ieri mi hanno colpito

Ore 9:20 Nico Giberti, Emilia Romagna, sono arrivato da poco in Uisp, sono stato sindaco per 10 anni e mi sono reso conto di non aver compreso bene quello che la Uisp faceva sul territorio: ora che  ci sono dentro devo dire che è necessario raccontarsi meglio, puntare sulla comunicazione. Dobbiamo rifarci allo Statuto e dobbiamo incidere di più politicamente e le battaglie dobbiamo farle sentendoci, come ha detto Don Ciotti "mai neutrali".

Ore 9:15 apertura lavori