Lo scenario in cui le Politiche educative e inclusione Uisp operano riguarda bambini e bambine, ma anche le persone giovani e meno giovani che per diverse ragioni rischiano di non vedere riconosciuti i propri diritti di crescita, di educazione e inclusione sociale come le persone con disabilità e le persone detenute.
In vista del Congresso nazionale Uisp, che si terrà a Tivoli Terme (Roma) dal 14 al 16 marzo, riannodiamo i fili di quattro anni di attività ascoltando i responsabili e le responsabili dei Dipartimenti e delle Politiche nazionali Uisp. Loredana Barra, responsabile Politiche educative e inclusione Uisp, ricostruisce con noi quattro anni di attività e presenta gli impegni per il futuro.
“Sono stati 4 anni difficili e complessi per tutti – dice Loredana Barra - in cui abbiamo agito in modo multisettoriale e multi dimensionale su dei dati allarmanti, soprattutto riferiti alle giovani generazioni, per cui l’emergenza epidemiologica ha esacerbato situazioni che già da tempo dovevano essere messe in agenda da parte delle politiche pubbliche. Alle conseguenze dalla pandemia si sono aggiunti altri fattori devastanti che hanno cambiato l’assetto politico, sociale e economico del paese, ma il dato più preoccupante è il clima generale in cui vivono le persone, passate dalla fiducia alla paura del futuro. Noi abbiamo iniziato a ragionare su strategie e opportunità da offrire a tutte le persone, in particolare a quelle più fragili, per far fronte ad una storia che ha premuto sull’acceleratore costringendoci a misurarci con un “nuovo” incomprensibile e con troppe emergenze. Siamo partiti dal contarci, un atto politico importante per ragionare nell’ottica della costruzione di un mondo nuovo che ci consenta di affrontare problemi e criticità: troppo spesso, infatti, ciò che non viene contato, non conta. E, consapevoli che non si possono risolvere problemi nuovi con soluzioni vecchie, abbiamo promosso azioni per offrire alle persone più fragili l’opportunità di uno sport che esce dai recinti e dai campi tradizionali in cui spesso viene rinchiuso, e invade le città, i paesi, le strade, le piazze e i sentieri, rendendoli civici, giocabili e calpestabili".
"Con costanza e determinazione ci siamo seduti ad ogni tavolo istituzionale, per far sentire la nostra voce e promuovere uno sport sociale e per tutti che è strumento privilegiato per rendere effettivi i diritti esistenti e promuovere il riconoscimento di nuovi diritti. Penso al lavoro fatto col Dipartimento dello Sport, a quello del Gruppo CRC, ai progetti messi in campo con Save the Children e alla costruzione collettiva del documento delle Politiche di Safeguarding, alla presenza nel Comitato d’ascolto dell’Impresa Sociale Con I Bambini e alle innumerevoli audizioni che ci hanno visto sempre presenti e propositivi per far sentire la nostra voce e il valore di uno sport sociale per tutti e per tutte".
Quali sono le priorità per il futuro?
"In questi ultimi anni abbiamo vigilato e dobbiamo ancora vigilare sulle le manovre del governo più a destra della storia italiana del dopoguerra, che ha proposto e approvato leggi che sembrano avere l’intenzione di far crescere ancora di più le disuguaglianze. Ma non dobbiamo dimenticare i grandi risultati ottenuti: come la raccomandazione del Cese-Comitato economico e sociale europeo che già nel 2022 aveva sollecitato l’Unione Europea a includere il tasso di deprivazione sportiva nell’elenco degli indici di Eurostat per misurare la deprivazione materiale, al fine di rendere visibili nella politica comunitaria i valori che lo sport rappresenta, garantendo loro piena dignità al pari delle altre politiche europee. Penso anche all’inserimento dello sport in Costituzione all’art. 33 in cui si riconosce il valore educativo, formativo e di benessere psicofisico della pratica sportiva in tutte le sue forme. Abbiamo esultato per questo ma sappiamo che il riconoscimento di un valore non necessariamente rappresenta la tutela di un diritto e fin da subito siamo stati impegnati nei tavoli istituzionali per dare applicazione concreta all’art. 33. Perchè “sportpertutti” non basta dirlo, bisogna “agirlo”. E per agirlo è necessario che gli uomini e le donne dell’Uisp pensino veramente ad uno sport che si forma e si conforma a misura di ciascuno, che siano disposti a guardare oltre il presente, a immaginare possibilità future e sognare ciò che ancora non esiste. "Immagina", la parola chiave della campagna di tesseramento di quest’anno, non a caso, è una parola che invita ad agire, a trasformare visioni in realtà".