Gli studenti e le studentesse del Liceo Sportivo Marconi di Pesaro, con il supporto di operatori e operatrici Uisp Marche, hanno ideato STUMO: uno sport nuovo, inclusivo e divertente, pensato per tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità. I ragazzi e le ragazze, nell’ambito del “Progetto radici-Rete attiva per il domani”, si sono divertiti ad inventare ed elaborare uno sport inedito che fosse il più possibile inclusivo e, quindi, praticabile per persone con disabilità e non.
Il nome “Stumo” nasce dalla fusione di due termini pensati dai ragazzi stessi in precedenza, ovvero “Sumo” e “Stecca”. Il nuovo sport si compone di due fasi: nella prima c’è un gioco attivo in cui vengono coinvolti tutti i partecipanti; nella seconda, le persone con disabilità vengono messe al centro e il protagonista diventa il bowling.
Michele Totaro, tecnico Uisp e chinesiologo, descrive le caratteristiche del gioco: “Stumo nasce da un’idea composta da più parti: come primo punto, si è pensato alla divisione delle classi in gruppi diversi, ognuno dei quali ha portato avanti la propria idea selezionando, con il tempo, l’idea definitiva con il coinvolgimento di tutti”. “Stumo” mette alla prova la mente e la fantasia, lo scopo del progetto è utilizzare lo sport come strumento per combattere le disuguaglianze, e farlo diventare canale di comunicazione tra i giovani. Il progetto Radici deriva anche da una collaborazione con l’Università degli Studi di Urbino, Jennifer Lupo della facoltà di scienze motorie, evidenzia che negli sport agonistici esistono molte barriere all’inclusione che devono essere riviste affinchè tutti, indipendentemente dalle capacità e dalle prestazioni fisiche, possano divertirsi e giocare. Infatti, “l’obiettivo non è vincere soli ma in gruppo”, conclude Jennifer Lupo.
La psicologa Filomena Patella racconta che l’elemento di maggior importanza rispetto al lavoro svolto con i ragazzi sia stato la scoperta della loro fantasia e aggiunge: “Sono stati molto bravi ad organizzarsi e ad inventare questo sport da zero, con regole che tenessero conto del vero obiettivo: l’inclusione. Il risultato è stato più che soddisfacente poiché tutti i partecipanti si sono mostrati propositivi, divertendosi e, con loro, anche gli insegnanti e collaboratori del progetto”.