Si chiama United for Inclusion il percorso che ha coinvolto studenti e studentesse del Liceo Scientifico Dante Alighieri di Matera all’interno del programma PCTO “A scuola per la pace”, promosso dal docente e referente Uisp Giuseppe De Ruggieri, con l’obiettivo di intrecciare esperienze e storie diverse, creando occasioni concrete di scambio tra giovani italiani e migranti.
Tre gli incontri svoltisi presso l’Istituto Comprensivo Bramante-Torraca in Piazza Degli Olmi, cuore pulsante del progetto: momenti partecipati in cui la costruzione del confronto è avvenuta in modo diretto, dialogando tra pari. Questi appuntamenti, preparatori all’evento conclusivo del 13 aprile, sono serviti a porre le basi per un’esperienza che va oltre l’iniziativa scolastica, puntando a generare legami e consapevolezze destinati a durare.
In mezzo, un evento che ha lasciato il segno: l’inaugurazione della mostra fotografica Oro verde – Il sapore amaro dei kiwi della giornalista e fotografa Stefania Prandi, svoltasi il 17 marzo presso l’Aula Magna del liceo. Un’occasione importante per affrontare temi legati allo sfruttamento lavorativo e ai diritti delle persone braccianti, spesso migranti, che rendono possibile l’agricoltura intensiva nel nostro Paese. La mostra, nata da un’inchiesta internazionale e composta da scatti e pannelli informativi, ha raccontato con lucidità e rispetto le vite dei lavoratori sikh nelle campagne del Lazio. Gli studenti del PCTO sono stati i ciceroni della mostra, illustrandola alle classi della scuola e diventando così portavoce attivi di una narrazione alternativa e necessaria.
Ad aprire l’incontro, l’intervento di Valerio Giambersio per la Fondazione Città della pace, seguito dai contributi di Marialuisa Sabino, dirigente scolastica, e di diversi rappresentanti delle realtà locali coinvolte nel progetto: il Comune di Matera, il SAI (Servizio Accoglienza Integrazione), la Cooperativa Il Sicomoro, l’associazione “Migranti Tutti”. Un dialogo arricchito dalla presenza di Stefania Prandi stessa, che ha offerto una testimonianza diretta del suo lavoro, e moderato dagli studenti in un clima di ascolto reciproco.
Il percorso United for Inclusion si è concluso il 13 aprile, dopo dei rinvii causati dal maltempo, con una giornata aperta di sport e socializzazione, organizzata in collaborazione con Uisp Matera e dedicata all’incontro tra studenti e ragazzi migranti. L’evento si è svolto in maniera sentita e partecipata, in un clima sereno e di autentica condivisione. Durante la giornata, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di conoscersi meglio e interagire attraverso attività sportive all’aperto come calcio, pallavolo e pallacanestro, che hanno favorito la collaborazione, il rispetto reciproco e la nascita di nuove relazioni. Le squadre miste hanno permesso un confronto spontaneo e gioioso, rompendo le barriere linguistiche e lasciando spazio a un linguaggio universale fatto di gioco e presenza. Per molti dei ragazzi coinvolti, si è trattato della prima occasione di partecipare a un evento sportivo aperto alla cittadinanza, vissuto non come ospiti ma come parte attiva di una comunità in costruzione. Un momento corale che ha chiuso simbolicamente il progetto, ma che ha anche acceso il desiderio condiviso di rendere queste esperienze sempre più frequenti e strutturate.
Tra i protagonisti del progetto c’è Nicole Di Stefano, operatrice presso un centro di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati a Matera, che ha scelto di partecipare sia a titolo personale sia come rappresentante del proprio lavoro: "Il mio obiettivo è fare rete, creare sinergie tra chi lavora sul territorio, coinvolgere ragazzi e ragazze in esperienze significative, che lascino un segno". Di Stefano sottolinea l'importanza di costruire progettualità future che vadano oltre l’incontro episodico, immaginando percorsi duraturi: "Penso sia necessario costruire conoscenza sul territorio – del fenomeno migratorio e delle complesse dinamiche che lo caratterizzano, nonché delle persone che ne sono protagoniste – così da aumentare la consapevolezza, e possibilmente la mobilitazione, da parte della popolazione materana. Allo stesso tempo, sarebbe stimolante e utile supportare le persone migranti che arrivano sul nostro territorio, affinché sia più facile per loro conoscere il posto, capire come muoversi e quali sono le possibilità che ci sono qui".
A fare eco a questa visione è Raffaele Giannella, operatore per l’integrazione presso la comunità "Il Volo", centro di seconda accoglienza per minori stranieri gestito dalla Cooperativa Il Sicomoro. Anche lui evidenzia la centralità dello scambio tra pari: "I ragazzi sono stati entusiasti, hanno trovato nei loro coetanei e coteanee italiani una possibilità di relazione e confronto. Abbiamo bisogno di più occasioni così, perché la conoscenza diretta è l’unico vero antidoto ai pregiudizi e alle narrazioni tossiche a cui siamo esposti quotidianamente". "Un aspetto che vorrei sottolineare - continua Giannella - è l'importanza di continuare a lavorare sui legami tra pari perché solo la conoscenza e lo scambio potranno rendere la nostra società sana, fondata sui valori reali della multiculturalità e della pace".
Alle loro testimonianze si unisce quella di Francesca Lionetti, mediatrice linguistico-culturale presso la Cooperativa Il Sicomoro, attiva sia nei progetti di prima accoglienza a Ferrandina che nel SAI di Matera. Lionetti racconta: "Abbiamo avuto un riscontro molto positivo. In molti avevano espresso il desiderio di essere coinvolti in attività di integrazione, e lo sport si è rivelato uno strumento eccezionale". Le persone migranti hanno partecipato con entusiasmo agli incontri del mercoledì e alla giornata del 13 aprile: "È stata un’opportunità per impiegare il tempo libero, praticare l’italiano in un contesto informale e costruire relazioni". Un aspetto cruciale per la mediatrice è il benessere psicologico: "Tante persone migranti presentano sintomi legati al disturbo post-traumatico. Lo sport può aiutare a rafforzare il legame col corpo e con gli altri, contribuendo al miglioramento della salute mentale".
Il coordinatore del progetto, Giuseppe De Ruggieri, pone l’accento sul valore pedagogico dell’iniziativa e sulla rete costruita attorno alla scuola: "Questo progetto nasce nell’ambito della Settimana di Azione contro il Razzismo promossa dall’UNAR, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale del 21 marzo. Grazie alla collaborazione con l'Uisp e con le realtà attive nel sociale sul nostro territorio, siamo riusciti a trasformare un tema spesso astratto in un’esperienza viva, concreta e condivisa".
Lo sforzo messo in campo da Uisp Matera, insieme alla scuola e agli altri partner, dimostra come l’inclusione non sia un concetto da celebrare a parole, ma un processo da costruire giorno dopo giorno, con pazienza e ascolto. Coinvolgere le persone migranti non solo come destinatari di interventi, ma come soggetti attivi, al centro delle attività, è l’unico modo per generare autentica partecipazione.
United for Inclusion è questo: un esercizio di presenza, un percorso collettivo per imparare a riconoscere l’altro non come un’eccezione, ma come parte integrante del nostro presente. Un piccolo seme di cambiamento piantato nella quotidianità scolastica, con la speranza che possa continuare a germogliare. (A cura di Angela Rizzo, redazione Uisp Matera)