Settore di Attività Nazionale

Rugby

Stagione 2020/2021: distanti dalla meta (e distanziati)

Un anno nefasto in cui, tra le enormi tragedie e difficoltà della pandemia, non è stato possibile praticare il rugby in modo sicuro e responsabile

 

Avremmo preferito pubblicare notizie di ben altro tipo, riguardo alla formazione dei gironi o ai primi risultati delle partite o su qualche iniziativa, ma lo scenario è molto diverso. Ormai è evidente che quest'anno non riusciremo a disputare partite di campionato, che a questo punto sarebbe già dovuto essere avviato nella fase dei playoff. Sarà già un bel traguardo se riusciremo a fare delle amichevoli o degli incontri di rugby touch verso l'estate.

Ultimamente la situazione sanitaria è andata aggravandosi in Italia, mentre ci si aspettava il contrario, un appianamento o quantomeno lo stabilizzarsi del problema. Fin da settembre abbiamo deciso di uniformarci ai comunicati della Federazione Italiana Rugby in merito alla sicurezza medica per entrare in campo, adottando le prescrizioni e le tempistiche dettate dall'organo di coordinamento del rugby nazionale. Ripercorriamo il percorso svolto finora.

Durante l'estate le precauzioni generali sono andate allentandosi e non sono state applicate misure troppo restrittive nei confronti dello sport e dell'attività fisica, né per adulti né per minori. Nei centri estivi per bambini/e e ragazzi/e la socializzazione è stata lasciata libera e praticamente ovunque le persone giravano con la mascherina infilata sul gomito.

Ad inizio autunno ci si stava preparando per una "seconda odata" dell'epidemia e perciò nel mondo sportivo ci si apprestava ad adottare dei regolamenti più disciplinati. Per il rugby italiano era necessario sottoporsi al test sierologico per entrare in campo e i centri sportivi dovevano essere dotati di misure adeguate per il distanziamento sociale, postazioni per sanificare le mani e percorsi contrassegnati a terra per evitare assembramenti.

L'attenzione maggiore è stata posta nel perseguire il 'tracciamento personale' cioè risalire a chi-era-dove-e-con-chi per interrompere la catena del contagio. Nelle intenzioni del legislatore un provvedimento limpido, ma nella pratica si è risolto in montagne di fogli firmati e controfirmati senza poi sapere bene né come disporne. A farne le spese maggiori sono state piscine e palestre (di fitness, di arti marziali...) che hanno affrontato grossi investimenti per adeguarsi e sono poi state chiuse per decreto poco prima dell'inverno.

Intanto cominciavano a sentirsi gli effetti del coprifuoco e della chiusura anticipata dei luoghi di ritrovo. Novembre speso destreggiandosi a capire cosa si potesse fare nelle zone colorate e come questo influisse sullo sport, anche a livello di spostamenti. Giusto il tempo di aver familiarizzato con la questione e mancava un mese a Natale, tanto valeva metterla via e aspettare il 2021, anche perché allenarsi senza poter utilizzare docce e spogliatoi a dicembre era tosta.

L'anno nuovo si è aperto sotto cupi auspici ma inaspettatamente circolavano notizie ufficiali di prossima ripresa dei campionati dalla Serie A in giù (in Italia si stava disputando il Top 10, praticando un tampone a settimana ai giocatori. In Europa il Pro 14 si è disputato con partecipazione di Zebre e Benetton). L'inizio di attività a contatto era previsto per marzo, ma quello che non era previsto era l'impennata dei contagi della "terza ondata", sviluppatasi a febbraio.

Per questo motivo nemmeno ora è concesso praticare qualunque sport non individuale, men che meno gli sport da contatto come il nostro. La Federazione ha ideato un protocollo per giocare a rugby secondo il quale è necessario fare un tampone antigenico rapido ogni settimana di attività (così come il Top 10). Si chiama ‘attività agonistica facoltativa’ ed è un’ipotesi che non escludiamo per allenarci assieme in futuro o per fare delle amichevoli.

Tuttavia la principale minaccia resta sempre la diffusione di questo virus e molte delle nostre squadre non vogliono correre rischi, perciò non praticano alcuna attività, nemmeno in forma distanziata. Attendiamo con fiducia il miglioramento della situazione per poter ragionare a mente serena sullo sviluppo delle nostre pratiche. Restiamo per ora fermi, ma con una gran voglia di riprendere a giocare e divertirci insieme.

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