Da un paio di settimane impazza su facebook l'appello Salvaciclisti, che prende spunto da un manifesto in 8 punti avviato da Times. Si tratta di un documento nel quale si individuano proposte per mettere in sicurezza i ciclisti nelle strade. L'appello è stato ripreso e ha trovato appoggio nel mondo del social network e sostegno da tante associazioni. Inoltre ha avuto grande eco su molte testate nazionali e ha trovato anche parlamentari disposti a sostenerlo con una proposta di legge. Remo Maggi è uno dei sostenitori dell'iniziativa e come Presidente del Ciclismo Uisp Toscana ha anche inviato al gruppo dei parlamentari amici della bicicletta un commento a sostegno dell'iniziativa.
Maggi, una vita nel ciclismo, ma anche una carriera nella polizia municipale, a ragion veduta sottolinea come: "Continua lo stillicidio quotidiano sulle strade italiane di persone che usano la biciclettaper andare a lavoro, a scuola, per muoversi nelle città trafficate. Lo fanno per scelta, per salvaguardare l'ambiente e la salute, per fare sport. E' necessario assicurare loro maggiore tutela, sicurezza, una cultura del rispetto, norme giuridiche più adeguate delle attuali previste da un codice della strada superato".
La grande campagna si è mossa dall'Inghilterra e ha trovato tanti sostenitori e tanti altri se ne stanno aggiungendo ogni momento.
"Ripartiamo dalle scuole, costruiamo infrastrutture ciclabili nuove - afferma Maggi - o attraverso il riutilizzo di strade secondarie o di percorsi ferroviari abbandonati; aggiungiamo strisce esterne nella viabilità secondaria adatte per le cicloescursioni, chiediamo alle amministrazioni locali di destinare strade o parti di esse all'uso esclusivo della bicicletta. Incrementiamo, con norme e informazione ad hoc, l'uso della bicicletta, l'acquisto, gli spostamenti".
La realtà somiglia a un bollettino di guerra: sono 263 i morti e 14.472 i feriti nel 2010 sulle nostre strade e nel 2012 si registrano già 37 morti (dai Istat).
"Dobbiamo impegnarci tutti a ridurne il costo sociale - conclude Maggi -fatto di tante vite spezzate ma anche per una crescita di libertà, di rispetto della salute. Per questo che sosteniamo la campagna e ci rivolgiamo ai cittadini, pedalatori e non, perché diano voce alle nostre proteste, alle esigenze di tanti italiani".
Questa la "piattaforma" proposta dal Times
1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati , ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
3. Dovrà essere condotto un'indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
(pt)