«Se il pallone finisce ancora nel mio giardino, ve lo buco». Una minaccia che ha segnato l’infanzia di molti di noi, mai presa troppo sul serio. Ma rischia di diventare una cosa seria a Gallarate, da quando l’esponente leghista Antonio Trecate l’ha espressa pochi giorni fa, sulle pagine de La Prealpina, contro i ragazzi pachistani che, in mancanza di altri spazi, nel fine settimana si ritrovano nei piazzali come quello di via Torino per giocare a cricket.
Lo sport più popolare del subcontinente indiano è arrivato in Italia e a Gallarate insieme ai pachistani, che si ritrovano nel fine settimana per passare qualche ora facendo il loro sport preferito, in modo del tutto simile ai ragazzi italiani che giocano a pallone. Magari per strada, come abbiamo fatto tutti almeno una volta nella giovinezza.
Questa volta, però, il vicino che minaccia di «bucare il pallone» è un politico, che strumentalizza la voglia di sport dei ragazzi pachistani per attaccare l’amministrazione Guenzani. Amministrazione che, in realtà, una soluzione l’ha già trovata, proposta da Uisp e dall’Apv Sport Club, l’associazione che promuove il cricket tra i pachistani del gallaratese: «Abbiamo già fatto richiesta dello spazio in via Passo Sella – spiega Alessandra Pessina, responsabile dei progetti Uisp – è un campo sportivo abbandonato. I ragazzi dell’Apv lo gestirebbero, organizzando la manutenzione. In cambio, avrebbero uno spazio dove giocare a cricket in sicurezza, senza disturbare gli altri gallaratesi e senza rischiare di ammaccare le loro auto, come denunciato da Trecate».
Insomma: Trecate vuole che i pachistani non giochino più per strada e la Uisp, insieme all’associazione dei gallaratesi di origine pachistana amanti dello sport, risponde proponendo una soluzione di buon senso: dare loro uno spazio adatto che, per di più, ora giace abbandonato. «Anche la parrocchia di Cajello ha chiesto l’utilizzo della struttura – racconta Pessina – e sappiamo che il Comune è intenzionato a concederla in condivisione con l’Apv: non potrebbe esserci soluzione migliore. In questo modo, il cricket e lo sport in generale diventerebbero un’occasione in più di incontro, uno spazio educativo di condivisione. E le portiere dei gallaratesi si salverebbero una volta per tutte».