Il progetto nasce dalla consapevolezza che oggi giorno vi è un forte disagio che serpeggia tra i ragazzi e che coinvolge anche le loro famiglie. Ma non basta parlare genericamente di disagio, senza scendere nei dettagli sulle cause e le motivazioni da cui scaturisce.
Questo avviene perché la famiglia, così come le altre agenzie educative, oltre al ritardo che denotano riguardo all'evoluzione dei giovani, devono fare i conti con un ambiente aperto a molti stimoli differenti e con potenti concorrenti che propongono messaggi e forme diverse di vita. Il disorientamento e la devianza sono dunque sempre in agguato.
Svariati possono essere i tipi di disagio, come anche le cause che li alimentano, tra le quali: l'indigenza economica a volte estrema, la precarietà familiare, le carenze educative elementari, la discriminazione etnica o sociale, le dipendenze varie, l'appiattimento delle prospettive di vita, la mancanza di un progetto per il futuro, la solitudine affettiva. Tutte hanno nella strada il loro teatro principale di manifestazione e interazione. La strada diventa, quindi, il luogo privilegiato di osservazione e incontro.
Consapevoli di questa condizione di povertà e constatando come essa distrugga tante giovani generazioni, il cui orizzonte di vita si limita alla ricerca dell'immediato per sopravvivere o ad un ideale svuotato di senso, vogliamo rendere più consistente la nostra presenza come associazione di volontariato.
Ci sentiamo quindi impegnati a portare avanti un progetto di prevenzione e recupero oltre che un'azione di rieducazione che avvenga attraverso gli elementi che compongono un sistema integrato, in una combinazione tra ambiente favorevole, programma adeguato, rapporti personali e relazioni.
Oggi l'emarginazione e il disagio sociale sono conosciuti con modalità troppo spesso superficiali e le loro manifestazioni sono poco comprese nel loro evolversi. Con il progetto si vuole contribuire a sviluppare un'attenzione maggiore a tale realtà, alla divulgazione di ricerche specifiche e di alcune iniziative , come l'osservatorio della condizione giovanile , i convegni sul tema del disagio, la prevenzione di forme di tossicodipendenza e devianza.
L'originalità del nostro intervento nasce dal ridare valore alla prospettiva "a misura di bambino e di adolescente". Il nostro obiettivo è riprogettare il territorio attraverso la produzione e costruzione di differenti linguaggi, che tengano conto del ruolo del bambino e dell'adolescente, con i loro bisogni e le loro problematiche, all'interno delle dinamiche intergenerazionali e nei loro rapporti con la famiglia e con le altre agenzie educative.
L'azione inizierà a partire dal quartiere Bustecche, dove da anni già operiamo, per poi estendersi alle altre zone di Varese e Provincia.
In sintesi:
Il progetto si pone come obiettivo fondamentale lo sviluppo di un servizio di organizzazione e gestione delle attività sportive, formative, ricreative e culturali rivolto ai bambini e agli adolescenti, con particolare attenzione alle dinamiche intergenerazionali e con il coinvolgimento delle scuole(da quella materna agli istituti superiori), nonché ricco di proposte aggregative, di opportunità d'incontro, socializzazione, gioco e sport che nasceranno grazie all'incontro diretto con i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie perché diventino essi stessi i protagonisti attivi.
Tale progetto verrà perseguito attraverso la strutturazione di spazi di socializzazione, animazione, allenamento, momenti di formazione, di crescita individuale e di gruppo, aperti a tutti e fruibili gratuitamente. Inoltre permetterà ai ragazzi di scoprire le proprie potenzialità creative e di collaborazione, nonché il proprio spirito d'iniziativa che, da una parte, permetterebbe a loro di inserirsi attivamente nel tessuto del proprio quartiere e della propria città; dall'altra, darebbe vita ad attività di aggregazione e di solidarietà con altri gruppi, che porterebbe ad un ampliamento del coinvolgimento e alla possibilità di rendere l'azione riproducibile in altri contesti
Questo progetto, inoltre, raccoglie l'esigenza di una periferia urbana che chiede di abdicare dal ruolo, ormai sempre più stereotipato, di area " a disagio sociale" per accedere ad un più possibile "luogo di esperienze formative privilegiate, utilizzando come strumento per il riscatto individuale e sociale la pratica di attività ludico- motorie- sportive.
Fasi del progetto e relativi tempi di svolgimento:
1. Ottobre, Novembre, Dicembre: Þ mappatura del territorio e delle sue risorse; individuazione dei bisogni dei ragazzi, delle problematiche che vivono, dei loro rapporti. Avvicinamento delle famiglie e coinvolgimento delle scuole.
Þ presentazione delle attività usufruibili gratuitamente per due pomeriggi alla settimana dai ragazzi e dai loro genitori, che avranno la possibilità di trovare spazi d'incontro, di gioco e di scambio con i propri figli: cineforum, doposcuola, laboratori teatrali, laboratori con materiale di riciclo, laboratori creativi-artistici, stage di musica e danza, vari tipi di sport e corsi di allenamento alla pratica sportiva.
Inoltre organizzeremo corsi di orientamento scolastico e lavorativo, di educazione ambientale, sulla legalità, sulla prevenzione dell'obesità infantile, sulla prevenzione delle tossicodipendenze, sui danni del fumo e dell'alcool, sull'affettività e sessualità, sul disagio.
2. Da Gennaio: Þ inizio attività sopra elencate
Per tutto il corso dell'anno proseguimento svolgimento attività e corsi, produzione di materiali quali documenti scritti, foto, disegni, cd-rom. Stesura insieme ai ragazzi di un diario di viaggio, personale per ognuno, dove scrivere le proprie riflessioni, considerazioni, dubbi, paure, proposte....
Þ verifica andamento corsi.
Þ verifica andamento del progetto.
Þ inizio stesura dati dell'indagine e risultati fin qui ottenuti.
Scuola partecipante: Scuola media inferiore "A.Frank"
Nell'anno 2005 Uisp e Arci hanno stato sottoposto agli alunni dell' Istituto Scolastico "Anna Frank" un questionario volto ad analizzare e a comprendere i bisogni del territorio e le esigenze dei ragazzi.
Sono stati distribuiti 300 questionari. Ne sono stati riconsegnati 245, di cui 80 in bianco.
Dei 165 rimasti, solo 75 potevano essere utilizzati per analizzare i dati dal momento che negli altri 90 le risposte date erano inadeguate e non rispondenti alla domanda.
Dai 75 questionari correttamente compilati sono emerse le seguenti problematiche ed esigenze:
- nei quartieri di Giubiano, Bizzozero e Bustecche mancano strutture ma anche semplicemente spazi adeguati per il ritrovo dei ragazzi. Mancano spazi di gioco, ricreazione e cultura appositamente pensati per loro;
- i ragazzi si vedono costretti a trovarsi per la strada o a spostarsi in centro, dove comunque non trovano spazi per loro;
- vi è forte il desiderio di aggregazione al di fuori delle ore scolastiche, così come è forte il desiderio di sentirsi protagonisti nelle scelte extrascolastiche (cosa fare nel tempo libero);
- le maggiori richieste riguardano spazi strutturati dove poter fare i compiti, giocare o semplicemente stare insieme.
E' proprio a seguito di tali dati che è stato pensato di attivare il progetto sopra descritto per l'anno 2006-2007.