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Montagna

Hanifa Yousoufi, la prima donna afghana nella storia dell’alpinismo

La libertà delle montagne per le donne afghane

REDAZIONALE. VOLEVAMO INIZIARE UNA SERIE DI NEWS DEDICATE ALL'ATTIVITA' ALPINISTICA DI SOCI E ASSOCIAZIONI DI MONTAGNA UISP. RITENIAMO PERO' DOVEROSO PARLARE SUBITO DI DUE DONNE AFGHANE CHE ATTRAVERSO LA LORO ATTIVITA' IN MONTAGNA DIMOSTRANO - SE MAI CE NE FOSSE BISOGNO- CHE LE LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE SONO ASSURDE E ANACRONISTICHE

Punto d’arrivo di una storia di rinascita e di riscatto, nel 2018 Hanifa Yousoufi era stata la prima donna afghana a raggiungere la vetta del Noshakh che con i suoi 7.492 metri, è la montagna più alta dell’Afghanistan.

Hanifa è nata in una povera famiglia di Kabul. Ultima di sei sorelle e due fratelli non ha potuto andare a scuola e non ha mai imparato a leggere. Durante la sua infanzia, Hanifa non ha vissuto molti momenti felici: la sua famiglia non ha mai festeggiato il suo compleanno e lei stessa non conosce con precisione la propria età. Ad appena 14 anni è stata costretta a sposare un uomo più anziano di lei e si è trasferita in Pakistan.  Due anni dopo le nozze, però, Hanifa ha deciso di riprendere in mano la propria vita: ha lasciato il marito ed è tornata a Kabul dove la sua famiglia l’ha accolta nuovamente: un fatto non scontato se si pensa che molte ragazze in fuga dai mariti vengono ripudiate dai propri genitori, abbandonate e talvolta persino uccise per aver gettato “disonore” sulla propria famiglia. Ma la vita, per lei, non è stata comunque facile: per tre anni Hanifa non è uscita di casa.

La rinascita per Hanifa è arrivata dall’incontro con  un’associazione statunitense che promuove l’empowerment femminile attraverso la pratica dell’alpinismo.  Le sfide dell’alpinismo, la capacità di costruire gruppi capaci di lavorare in sintonia, il coraggio di affrontare un’arrampicata su una parete verticale aiutano le ragazze di “Ascend” ad avere maggiore fiducia in sé stesse. Al tempo stesso, a tutte le ragazze viene assicurata la possibilità di proseguire gli studi.

Per le giovani afghane la montagna non rappresenta una sfida semplice. Molte non hanno mai fatto attività fisica prima di aderire ai programmi di “Ascend”. Del resto, in Afghanistan è considerato sconveniente per una ragazza fare sport. Anche allenarsi all’aperto è difficile, perché bisogna fare i conti con problemi legati alla sicurezza e a possibili attacchi da parte di estremisti o di semplici persone che giudicano “non adatta” alle ragazze l’attività sportiva.

Quale sarà adesso il suo destino e quello di altre donne come Fatima Sultani, che a soli 18 anni è diventata la più giovane scalatrice a raggiungere nel 2020 la cima del Noshakh? Noi sappiamo solo che le "ragazze afghane sono forti e continueranno ad esserlo"!

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