Nazionale

1956 – 2016 sessant’anni de “Il discobolo” - 3

Il 1968 per il discobolo (di nuovo la testata in minuscolo – direttore Ugo Ristori, Capo redattore Enrico Spinozzi), è un’annata eccezionale. I sei numeri della rivista sono densi di notizie, saggi, documenti e confronti. Non poteva che essere così, tutto il mondo è in tumulto, la guerra in Vietnam, i carri armati dell’Unione Sovietica invadono Praga, la strage di Città del Messico durante le Olimpiadi, la contestazione delle Olimpiadi di Jonh Carlos e Tommie Smith. Il discobolo seguirà gli eventi con l’ottica che gli è propria, intrecciandoli con l’evolversi della politica italiana (ci sono le elezioni politiche) e la vita interna dell’Uisp che sta per convocare il 6° Congresso nazionale.

Aumentano le pagine dedicate alla attività Uisp e all’interno di queste è inaugurata la rubrica “Vita dei centri”, indicatori positivi della crescita di tutto il movimento con il parziale superamento del dualismo tra l’attività agonistica e quella formativa.
Il 1967 ha fatto registrare un primo significativo aumento dei tesserati dovuto in gran parte alle attività formative: Case di vacanza e Centri. I risultati delle varie esperienze in corso sono messi a confronto e, pur nella diversità delle variegate situazioni locali e per tipologia di attività, è dimostrata la validità di quanto faticosamente sperimentato e attuato, con risultati quantitativi interessanti nell’ordine di diecine di migliaia di ragazzi in attività, di cui il 48% ragazze, e soprattutto il formarsi progressivamente di una cultura sportiva fuori dagli schemi e dagli steccati dello sport agonistico regolato.

I saggi dello storico francese J. Rooyer e del sociologo polacco A. Wohl, tradotti da Mario Gulinelli, allargano l’orizzonte culturale e si compenetrano con il confronto teorico e la pratica quotidiana dell’Uisp.
In parallelo, ma convergente, prosegue la pubblicazione di saggi, note politiche, idee progettuali per l’urbanistica, stimolata da Giuliano Prasca.
Nel mese di luglio l’Uisp Roma, insieme all’UDI, all’ARCI e alle Consulte popolari, organizza con successo la “Marcia per il verde pubblico e gli impianti sportivi”, sostenuta dall’architetto Mario Ghio e dall’ingegnere Edoardo Salzano. Striscioni e cartelli rivendicano il verde pubblico previsto dal Piano regolatore di Roma, chiedono lo sport per la salute dei giovani, lo sport come servizio sociale. Lo sport è sceso in campo, anzi in strada, su un percorso accidentato ma che porterà alla distanza, attraverso rivendicazioni e lotte, al formarsi di una idea nuova di fare sport anche fuori dagli impianti sportivi tradizionali.

Nell’anno della contestazione, in cui l’Unione celebra il ventesimo anniversario della sua fondazione, (e lo fa con pacata soddisfazione per i risultati raggiunti in una cerimonia sobria che si svolge a Roma nella sede centrale della CGIL), il mondo e lo sport sono attraversati da due tragici eventi.
Il 21 agosto i carri armati dell’esercito sovietico e del Patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia e stroncano quella che era stata definita la “primavera di Praga”, cioè il tentativo di riformare il “socialismo reale” dal suo interno. Il discobolo pubblica la nota ufficiale dell’Uisp che esprime “la sua condanna per l’intervento delle truppe dei Cinque paesi del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia, che ha costituito offesa al principio della sovranità e dell’autodeterminazione dei popoli”. La nota genera ostilità e diffidenza nei confronti dell’Uisp da parte delle organizzazioni sportive ufficiali e quelle facenti capo alle organizzazioni sindacali di tutti i paesi socialisti dell’Europa orientale.

Le XIX Olimpiadi di Città del Messico sono contagiate dalla contestazione studentesca in atto negli Stati Uniti, il 3 ottobre le strade di Città del Messico divengono un campo di battaglia. “Non vogliamo le Olimpiadi, vogliamo la rivoluzione” è lo slogan ritmato dagli universitari messicani quando in piazza delle Tre culture i granaderos aprono il fuoco contro i dimostranti perpetrando una strage.
In Italia il PCI chiede il rinvio delle Olimpiadi, mentre DC, PSI e PRI ne chiedono la sospensione. L’Uisp in una nota ufficiale del 25 settembre, pubblicata da il discobolo, denuncia il tentativo del governo messicano di salvare le Olimpiadi in un bagno di sangue, chiede al CIO di considerare l’eventualità di una motivata rinuncia alle Olimpiadi ed impegna il dibattito congressuale in corso a svolgere “una verifica profonda del ruolo dello sport nel mondo, dichiarando chiusa l’epoca aristocratico-borghese decoubertiana, per aprirne un’altra più realistica e meno subordinata, capace di cogliere gli elementi nuovi e i grandi fermenti che investono l’umanità”.
Le Olimpiadi ebbero regolare svolgimento, gli interessi economici camuffati abilmente in un astratto neutralismo sportivo presero il sopravvento. Tuttavia i giochi riservano qualche sorpresa. Tutti gli atleti statunitensi di colore, portano sulle loro divise il distintivo con la scritta “progetto olimpico per i diritti umani”, a seguito dei recenti violenti scontri razziali nel loro paese. La protesta raggiunge l’apice quando, inaspettatamente, durante la premiazione dei duecento metri piani, Tommie Smith e John Carlos, rispettivamente primo e terzo, ascoltano l’inno americano con il capo chino verso la medaglia ed innalzano il pugno chiuso in un guanto nero (simbolo di Black power e della lotta contro il razzismo), davanti a milioni di telespettatori che vedono per la prima volta i giochi in diretta via satellite. La foto della protesta fa il giro del mondo ed il poster della trasgressiva premiazione diventa un simbolo che i giovani contestatori affiancano a quello di Che Guevara: Il discobolo, pone la foto nella copertina del suo n. 42 novembre-dicembre 1968.

Durante la campagna elettorale per il rinnovo di Camera e Senato il discobolo (n. 38 febbraio – marzo), rende noto il documento approvato dal Comitato direttivo nazionale “Le proposte dell’Uisp per la quinta legislatura”. Un’ampia analisi affronta le questioni della scuola, del lavoro, del sistema sanitario, e del ruolo degli Enti locali rispetto alle attività sportive. E’ richiesta, non è la prima volta, e non sarà neppure l’ultima, la “modifica della legislazione sportiva, con l’istituzione di un Consiglio generale dello sport a livello statale, articolato per regioni e province, riservando al CONI il controllo dello sport agonistico di livello, la formazione delle rappresentative nazionali e la rappresentanza internazionale”. Infine, propone al Parlamento che sarà eletto, di “fare propria la convocazione della Conferenza nazionale sullo Sport”.

A fine anno il discobolo (supplemento al n. 42) pubblica i “Temi di dibattito” per la preparazione del 6° Congresso nazionale dell’Uisp, convocato a Roma dal 7 al 9 marzo 1969. Enrico Spinozzi lascia la redazione ed è sostituito da Giorgio Lo Giudice responsabile inserto giallo e Mario Gulinelli responsabile note tecniche, traduzioni e recensioni.
Il n. 44, febbraio 1969 da ampio spazio ai Congressi provinciali ed apre con “Una dichiarazione del presidente Uisp” rivolta direttamente al dibattito congressuale: “La nuova concezione di sport e di educazione fisica che l’Uisp ha portato avanti in tutti questi anni - tanto sul terreno della ricerca teorica quanto in quello della pratica e dell’azione – comincia ad affermarsi come una autentica alternativa a tutto l’impianto sportivo borghese ormai giunto alla fase più acuta della sua subordinazione alla civiltà dei consumi e della sua strumentalizzazione ai fini di una società che dovrebbe crescere nell’ordine e senza scosse”. L’articolo prosegue sottoponendo a critica l’organizzazione dello sport italiano e così si conclude: “L’Uisp con il suo 6° Congresso… consapevole che la specificità de suo lavoro è importante, con i fatti, più che con le parole, intende cambiare la faccia dello sport”.

Al 6° Congresso, Il discobolo, dedica il n. 45 marzo – aprile, numero speciale con gli atti integrali dello stesso. Due iniziative fanno da cornice e precedono l’ Assemblea: la “mostra del libro sportivo” e la tavola rotonda sul tema “Letteratura e sport” cui hanno partecipato Alberto Jacometti, scrittore e presidente nazionale ARCI, gli scrittori Leonida Repaci, Alberto Bevilacqua, Giuseppe Brunamontini, Tito Feriozzi, Francesco Boneschi; il capo Ufficio stampa del CONI Donato Marcucci, i giornalisti Carlo Marcucci, Franco Scottoni e per l’Uisp Cesare Elisei e Mario Gulinelli.
Una delegazione dei giovani del Tufello contesta l’Uisp per aver convocato il congresso nel “Centro Nuova Europa”, bene patrimoniale della ex Gioventù Italiana del Littorio, ente commissariato dopo la sconfitta del fascismo, una struttura dotata di impianti sportivi e per il tempo libero, che non viene concessa per le attività dei giovani del quartiere. Nell’intervento al congresso il giovane del Tufello, saluta i partecipanti all’Uisp ma denuncia lo stato delle cose ricordando che nel quartiere, che viene definito “dormitorio”, sono totalmente assenti le attrezzature sportive. Chiede il sostegno e la solidarietà dell’Uisp affinché i beni della ex GIL siano fruibili dai giovani del quartiere.

Dopo il 6° Congresso la rivista cambia grafica e formato, la testata è nuovamente con caratteri maiuscoli. L’attività dell’Uisp non è più separata dalle altre parti della rivista a seguito di critiche e suggerimenti durante il dibattito congressuale. Il tentativo è di breve durata, dopo due numeri doppi: 46 - 47 maggio, giugno e 48 – 49 luglio, agosto 1969, la rivista riprende il vecchio formato e la testata in minuscolo, anche se cambia la grafica della copertina. Nella sostanza il cambiamento è più profondo e risente inevitabilmente del confronto interno all’Unione.

Il primo numero del 1970 contiene quattro numeri dal 52 al 54 riferiti ai mesi da gennaio ad aprile. La redazione è formata da: Raffaele Achille, Cesare Biadene, Cesare Elisei, Mario Gulinelli, Augusto Suberati, affiancata da collaboratori tra i quali il Segretario generale dell’Uisp ed Enzo D’Arcangelo dirigente di punta dell’Atletica Castello e dell’Uisp Roma. La rivista di fatto è sottoposta ad una maggiore attenzione del gruppo dirigente centrale.

È in atto lo sviluppo di una nuova impostazione dell’Uisp e si capisce dal redazionale del direttore Ugo Ristori: “Dopo una breve pausa definibile di “ripensamenti sull’impostazione della rivista ”il discobolo” ritorna al suo posto di battaglia. Le modifiche apportate alla impostazione tecnica della rivista non intaccano il contenuto finora avuto, anzi esse dovrebbero favorire, nei nostri propositi, un allargamento del rapporto tra “il discobolo” e la base associativa dell’Unione, e quindi tra l’U.I.S.P. e quanti si riconoscono nei suoi ideali. La nostra è una battaglia politica e culturale che, pure agendo sopra un terreno specifico come è quello dello sport, si collega intimamente con quella più generale che i lavoratori, gli studenti, i cittadini conducono per la loro emancipazione. Si tratta anche per noi di favorire nello sport un processo di emancipazione dal ghetto del neutralismo in cui fino ad oggi è stato relegato, per fare del movimento fisico, del gioco all’aria aperta, della pratica sportiva una forma di vita continuata, fuori dai riti, dai miti divistici o del campionismo e quindi fuori da ogni tipo di condizionamento della società consumistica che trova proprio nel campo dello sport una forte occasione per mistificare bisogni e diritti”.

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