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Toscana

Tassa per il fiume Soca, l'appello dell'acquaviva Toscana: "No al turismo d'elite"

Il coordinamento acquaviva Uisp Toscana lancia un appello ai comuni sloveni perché non aumentino il costo del tiket giornaliero necessario per chi naviga il fiume Soca.
Meta di turismo sportivo di ogni genere, il Soca (Isonzo per gli italiani), è sicuramente la “Mecca” di tutti i canoisti d’Europa per le sue caratteristiche, ambientali, tecniche e ricettive.
L'acquaviva Uisp  ormai da qualche anno completa i percorsi formativi per allievi di kayak e sup facendo almeno una tappa sul fiume Soca, dove è possibile fare pratica in acqua in un contesto paesaggistico di eccellenza.

Con la manovra messa in atto dai comuni rivieraschi sloveni che si affacciano sul Soca, dal prossimo anno gli attuali tre euro del tiket necessari per scendere il fiume passeranno a ben dieci euro con la prospettiva di arrivare entro il 2030 a circa 30 euro giornalieri.

“Riteniamo questa manovra altamente sbilanciata verso un turismo d’elite – afferma Maurizio Zaccherotti, coordinatore acquaviva Uisp Toscana - che danneggia le associazioni come la nostra e contemporaneamente danneggia gli operatori del settore sloveni che collaborano da tempo con la nostra organizzazione per la strutturazione di percorsi formativi e momenti di aggregazione importanti per la vita di una comunità sportiva. Le pubbliche amministrazioni, responsabili della gestione dei corsi d’acqua, sono deputate ad attuare politiche mirate alla gestione efficiente del contesto fluviale per lo sviluppo del settore turistico. Politiche di sviluppo eque e sostenibili danno sostegno e fiducia agli imprenditori, che investono, creano innovazione e contribuiscono al miglioramento del contesto fluviale nonché alla sua promozione. In questa logica un piccolo tiket per mantenere tutto questo è giustificabile ma non l’aumento del tiket da tre euro a dieci euro per arrivare poi a trenta euro giornaliere. Già si paga una tassa di soggiorno nel momento in cui si alloggia in Slovenia e tali risorse dovrebbero già coprire le spese per il mantenimento dei servizi necessari per la fruibilità del fiume che senza dimenticare è un bene comune".

“Trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di tutela e fruizione è la chiave dello sviluppo sostenibile di un territorio - afferma Gian Piero Russo, responsabile nazionale acquaviva Uisp - serve una costante mediazione tra i diversi stakeholders territoriali per giungere ad una auspicabile sintesi tra le diverse esigenze: idroelettrico, difesa idraulica, tutela ambientale, pesca sportiva, etc. Lo strumento per favorire il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise - prosegue Russo - è il contratto d fiume, per questo da anni la Uisp acquaviva, attraverso i suoi associati, da anni sperimenta e promuove diverse  esperienze di partecipazione alla gestione dei territori fluviali finalizzate alla definizione di un piano di azioni.

 

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