Venerdì 11 aprile 2025, dalle ore 17.30 alle 19.00, nella suggestiva cornice di Piazza Coperta della Biblioteca Salaborsa, si è svolta una tavola rotonda all’interno della Festa della Storia 2025, dal titolo “Bologna e i luoghi dello sport: mappe, memorie, identità di una città”.
L’incontro ha rappresentato un momento di riflessione e confronto sul legame profondo tra Bologna e il mondo dello sport, con uno sguardo attento al suo ruolo nella costruzione dell’identità urbana e nella valorizzazione del patrimonio culturale cittadino. A partire dai risultati del progetto ALMA IDEA 2022, il dibattito ha messo in luce le molteplici dimensioni — tangibili e intangibili — dello sport, inteso come
spazio di aggregazione, memoria e trasformazione sociale.
L’iniziativa è stata curata dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G. M. Bertin” dell’Università di Bologna, in collaborazione con Salaborsa, e ha visto la partecipazione di ricercatori, educatori, rappresentanti del mondo associativo e istituzionale.
Per UISP Bologna APS è intervenuta Teresa Di Stefano, Dirigente, Membro di Giunta e Responsabile dell’Ufficio Progettazione, Formazione e Centri Estivi, portando il contributo dell’associazione sul significato dello sport nella vita della città e nelle traiettorie di inclusione sociale e cittadinanza attiva che da sempre contraddistinguono l’azione di UISP.
Di seguito il suo intervento:
“Buonasera a tutte e tutti,
nel portarvi i saluti della presidente Paola Paltretti di UISP Bologna, oggi non solo rappresento UISP, ma vi porto anche la visione di una bolognese di adozione.
Dopo più di quindici anni a Bologna, quando penso a questa città e allo sport, non mi vengono in mente solo medaglie e campioni, ma soprattutto attività sportive e motorie che fanno bene, che mettono al centro le persone, la salute, la relazione.
Penso alle 44 primavere della StraBologna, alle 15 stagioni di Pillole di Movimento, e alle oltre 46 estati di voci allegre dei bambini nei cortili delle scuole durante i centri estivi.
E — non meno importante — penso alle tante attività dentro le carceri, ai progetti di Attività Fisica Adattata (AFA), al nuoto adattato e all’esperienza degli anni ‘80
all’interno dei centri anziani, poi centri sociali e oggi case di quartiere, in un’ottica visionaria di coprogettazione e coprogrammazione con l’amministrazione comunale.
Penso dunque a uno sport che si fa insieme, che costruisce comunità, che si prende cura dell’Altro.
Ci sono città in cui lo sport si fa negli stadi, e città — come Bologna — in cui lo sport costruisce la città e i propri cittadini, mettendo in campo piccole e grandi rivoluzioni.
Ed è proprio in una di queste rivoluzioni che, all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale, nel 1948 nasce l’UISP: come risposta concreta al bisogno di uno sport diverso.
E non è un caso che, in un fine settimana di ottobre — 29 e 30 ottobre 1949 — sia proprio a Bologna che si tiene il primo congresso nazionale di UISP, che fonda un’associazione capace di rompere gli schemi vigenti dell’epoca: quelli di uno sport riservato a pochi, e perlopiù uomini. UISP si impegna sin da subito per uno sport non fatto solo di prestazione, ma per uno sport che include, che educa, che costruisceuna cittadinanza attiva e in salute.
Oggi, più che mai, in un tempo in cui tutto sembra più frammentato e scandito dafrenesia e impegni “improrogabili”, le città rischiano di diventare luoghi che si attraversano senza fermarsi ad osservare.
Ed è per questo che splendide serate come questa — dove si parla di sport che lascia segni tangibili di sé nei luoghi, e nella memoria collettiva che costruisce l’identità di una città — assumono un significato denso di valore.
Ancor di più perché si svolgono in un luogo come questo, che voi tutti, meglio di me, sapete essere stato per molti anni adattato a palasport, ed avere ospitato molteplici partite di basket.
Permettetemi ancora una suggestione, nel ricordare Gianmario Missaglia, padre della rivoluzione linguistica di UISP, riaffermiamo con forza che un altro sport è possibile: uno SPORTPERTUTTI, davvero accessibile, inclusivo e trasformativo.”