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"Palla al centro": il libro di Alberto Cei parla agli allenatori ma non solo

"Palla al centro": il libro di Alberto Cei parla agli allenatori ma non solo

 

 

Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia…cantava così Francesco De Gregori. E un allenatore da cosa lo vedi? Dalle frasi che dice ai suoi giocatori, ad esempio. Perché un leader si riconosce anche da quello: “Speriamo di commettere subito parecchi errori, così impariamo prima”, diceva Pep Guardiola. Perché “non aver paura di sbagliare è l’atteggiamento di chi ha una mentalità vincente, perché ciò che è veramente importante non è inseguire la prestazione perfetta, ma quanto si reagisce velocemente agli errori”. Si tratta di un concetto ricorrente nel libro di Alberto Cei, “Palla al centro” (ed. Il Mulino, 2025): la capacità e la velocità nel saper reagire, in quanto esigenza di miglioramento.
Il libro spiega che la grande fortuna del calcio risiederebbe nella semplicità delle sue regole, nella facilità del gioco e nell'essere lo sport più amato da adulti e bambini di tutto il mondo. Partendo da queste considerazioni l'autore propone un libro sugli aspetti psicologici del calcio ed analizza il ruolo dell'allenamento come elemento fondamentale nella creazione del gioco di squadra e del rapporto fra allenatore e giocatori.

“Chi guida un team deve saper transitare sull’orlo del caos – scrive Cei – infatti come per uno stormo di uccelli in volo, è sufficiente che anche uno solo cambi la sua posizione che la struttura si modifica e appaiono nuove proprietà sino a quel momento non visibili. L’allenatore deve essere flessibile e integrare questi cambiamenti nel suo sistema mentale”, sapendoli orientare, guidare, trasmettere. Il libro è complesso e costruisce un suo baricentro intorno alla figura dell’allenatore (o mister, o coach) che vive in equilibrio tra lavoro, vita professionale, visione, gestione dei giocatori e dello staff.

Il libro di Cei sceglie una serie di parole chiave ricorrenti, perché “allenare e allenarsi richiede di sapersi servire della propria intelligenza cognitiva, emotiva e motoria”. Ecco, la definizione di “intelligenza motoria” ci sembra possa racchiuderne un gran numero. A cominciare dalla coesione, perché “senza coesione non c’è gioco di squadra e che, quindi non bisogna cercare i migliori 11 giocatori ma bisogna costruire l’11 migliore, frutto di questi incastri in cui al sacrificio dell’Io corrisponde la crescita del Noi”.

“In questo intreccio di relazioni interpersonali tra allenatore e calciatori – scrive in conclusione Cei - emerge il ruolo svolto dai giocatori che hanno vestito la maglia più prestigiosa, la numero 10”. E la più prestigiosa di tutte la troviamo in copertina, la maglia numero 10 della Nazionale di calcio argentina.

Infine: perchè Uispress, agenzia stampa di sport sociale e per tutti, si occupa di un libro sull’allenamento sportivo nel calcio, scritto da uno psicologo che nelle ultime 7 Olimpiadi estive ha lavorato con “atleti vincitori di 15 medaglie olimpiche”?

Perché parla a tutti, non solo agli specialisti, non solo agli allenatori. Esce dalla palude della pubblicistica di genere (quella dello sport, peraltro non particolarmente fortunata in Italia) e da quella della letteratura scientifica e per addetti ai lavori. È un libro utilissimo a chiunque abbia a che fare con il lavoro di squadra e a chi crede nei team. Un libro per tutti, con baricentro sportivo e calcistico: non è impresa facile. (Ivano Maiorella)

 

Fonte: Uisp Nazionale

UISP BOLOGNA
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