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“E' il momento dell’emancipazione dello sport sociale”

Tiziano Pesce, presidente Uisp, è intervenuto a Roma alla Giornata dell’associazionismo, promossa dal Forum del terzo settore

 

Nella prima Giornata dell’associazionismo, che si è svolta giovedì 28 settembre a Roma, il terzo settore si è raccontato, come era negli obiettivi dei promotori del Forum del terzo settore, ma allo stesso tempo ha chiesto impegni precisi ai rappresentanti del governo, che hanno partecipato e sono intervenuti. A cominciare dalla richiesta di semplificazioni amministrative e di un alleggerimento degli oneri fiscali.

“Serve più attenzione al welfare - ha detto Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del terzo settore nelle conclusioni -  sono necessari alleggerimenti burocratici e fiscali per questo fondamentale comparto socio-economico”.

Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, è intervenuto nel terzo panel, dedicato a “Terzo settore tra riforma e adempimenti” al quale hanno partecipato i viceministri Maria Teresa Bellucci (Lavoro e Politiche sociali, con delega al Terzo settore), Maurizio Leo (Economia e finanze) e il sottosegretario Claudio Barbaro (Ambiente e sicurezza energetica).

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Lo sport è terzo settore - ha detto Pesce - un’affermazione che alcuni fa sembrava astratta ed invece oggi è diventata concreta, grazie alla riforma del terzo settore e grazie anche all’ingresso dello sport in Costituzione. Si tratta di risultati importanti, per niente scontati, che in questa Giornata dell’associazionismo trovano il loro sugello e schiudono nuove sfide”.

“Il valore sociale dello sport è un giacimento di partecipazione e di democrazia, si tratta di un fatto ormai chiaro a tutti. Così non era alcuni anni fa, quando lo sport di base e per tutti era confinato ai margini dello sport olimpico. Per questo occorre proseguire in questo percorso di emancipazione dello sport sociale e per tutti, per arrivare ad una nuova cultura dello sport, che vada oltre il mero esercizio fisico e l’attività competitiva”

“Se oggi parliamo di sport come fattore concreto di inclusione, coesione sociale e welfare è perché associazioni come la Uisp, che ha gli stessi anni della Costituzione, si sono sempre impegnate con coerenza sulla strada del diritto alla pratica sportiva per tutti e a tutte le età. Attualmente noi enti di promozione sportiva, associazioni di promozione sociale, rappresentiamo complessivamente 8 milioni di praticanti, quindi la maggioranza dei tesserati del sistema sportivo del Paese, e ci sembra perfettamente legittimo chiedere un riequilibrio della rappresentanza e delle risorse. La legge di riforma e il Codice del terzo settore ci hanno consentito di passare da un regime concessorio ad un pieno riconoscimento giuridico, con l’esercizio delle attività sportive dilettantistiche pienamente ricnosciute come attività di interesse generale dalla lettera t dell’art. 5 del Codice”.

“Martedì, nel corso del Consiglio nazionale del terzo settore, è stato formato un nuovo tavolo di lavoro ‘Terzo settore e Sport’ presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, tavolo del quale mi onoro di far parte: sono certo che sarà uno strumento in più per dare ulteriore impulso ai temi della semplificazione, dell’armonizzazione tra riforme e dei Registri, per supportare e accompagnare le associazioni di base e i loro dirigenti”.

“E’ il momento di concretizzare un principio che rilanciamo da tanti anni - ha concluso Tiziano Pesce - ovvero la necessità di un’attenzione strutturata e poliennale per programmare al meglio lo sport sociale e delle periferie. Un modo concreto per dar vita alla coprogrammazione e coprogettazione da parte dello sport sociale. È questo il nostro modo per interpretare e combinare tra di loro la riforma del terzo settore e quella dello sport”.

Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del terzo settore, nelle sue conclusioni ha detto: “Chiediamo di essere messi nelle condizioni giuste per continuare a operare a favore delle comunità e di riuscire a cogliere gli aspetti più positivi introdotti dalla riforma del terzo settore, nella direzione di una maggiore trasparenza e inclusione”.

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“Il nostro Paese vive una profonda crisi sociale e partecipativa, troppo spesso piegato sul sentimento di paura. Cresce il disagio giovanile, l’impoverimento culturale, l’isolamento delle persone. Il ruolo del terzo settore, allora, è ancora più cruciale per costruire coesione e fiducia nel futuro, creare spazi di democrazia, per realizzare un’economia sana, producendo anche occupazione”.

 “Ma molte di queste realtà, soprattutto le più piccole, da tempo portano avanti le loro attività in sofferenza, spesso a causa della mancanza di politiche di sostegno adeguate, di oneri amministrativi e fiscali eccessivi. La prossima manovra è l’occasione per dare un segnale importante, in particolare riportando il terzo settore in regime di esclusione Iva ed eliminando l’Irap: una tassa che finisce per gravare più sul non profit che su aziende profit”. (a cura di Ivano Maiorella)