Gli ecoreati sono legge. Dopo 18 anni di battaglie, i crimini contro l'ambiente non sono più contravvenzioni ma delitti: diventano reati l'inquinamento, il disastro ambientale, l'impedimento dei controlli, l'omessa bonifica, il traffico di materiale radioattivo. I tempi di prescrizione raddoppiano e le pene possono arrivare a 15 anni di reclusione.
"Questa legge è al tempo stesso un punto di arrivo e di partenza - dice Santino Cannavò, responsabile delle politiche ambientali Uisp - il perseguimento del reato contro l'ambiente è un successo di civiltà e di dignità. Ne siamo contenti, visto che da molti anni attraverso lo sport cerchiamo di sensibilizzare i nostri soci e tutti i praticanti alla sostenibilità ambientale. Continuiamo a denunciare tutte le deturpazioni del territorio che scopriamo grazie alle nostre attività sul territorio, uno scempio senza fine che riguarda i corsi d'acqua, le campagne e gli ambienti urbani. Ci siamo scagliati contro la cementificazione selvaggia e cerchiamo di recuperare all'uso civico e sportivo aree che insieme ai cittadini strappiamo all'illegalità e al degrado. Allo stesso tempo questa legge è un punto di partenza perchè occorre incidere di più sulla coscienza e sulla conoscenza individuale dei cittadini in tema di tutela e sostenibilità ambientale. Noi utilizziamo lo sport per promuovere questa sensibilizzazione ad atteggiamenti consapevoli. Un linguaggio popolare e diretto, anche se non dobbiamo mai abbassare la guardia".
È stato il Senato a porre la parola fine alla lunga serie di rinvii che avevano paralizzato l'approvazione della legge: nella votazione di martedì 19 maggio è prevalsa la volontà di dare un segnale chiaro, rinviando a un secondo momento il perfezionamento di alcuni passaggi della norma.
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Le prime proposte di legge sono del 1997-98, nel 1999 il governo dell'Ulivo varò un disegno di legge che prevedeva quattro ecoreati per tutelare l'aria, l'acqua, il suolo e il patrimonio naturale italiano, ma il testo non fu convertito in legge. Nel marzo 2001 ci fu un nuovo passo in avanti con l'approvazione del 53 bis, la norma che consentiva di punire con sei anni di reclusione i trafficanti di rifiuti. Poi il governo Berlusconi ha invertito la rotta con il condono edilizio che ha ridato fiato a un settore da cui le cosche ricavano guadagni consistenti. Ma tre nuove proposte di legge (firmate da Paolo Russo, Ermete Realacci e Francesco Ferrante) hanno rilanciato il tema.