L'Italia procede su un sentiero di sviluppo insostenibile e, nonostante gli impegni presi a livello internazionale anche con la firma del Patto sul futuro, le scelte del Paese risultano insufficienti per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Dei 37 obiettivi quantitativi legati a impegni europei e nazionali, solo otto sono raggiungibili entro la scadenza del 2030, 22 non lo sono e per altri sette il risultato è incerto. È urgente e necessario un profondo cambiamento di approccio e di passo, mettendo lo sviluppo sostenibile al centro di tutte le politiche, accelerando (non ritardando) le transizioni ecologica e digitale, lottando efficacemente contro le disuguaglianze, anche territoriali, sfruttando le opportunità derivanti dalle nuove normative europee sulla sostenibilità nelle imprese e sulla rigenerazione dei territori, e dalla modifica della Costituzione del 2022 per tutelare i diritti delle nuove e future generazioni.
È quanto emerge dal nono Rapporto ASviS, “Coltivare ora il nostro futuro. L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” presentato giovedì 17 ottobre a Roma, dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). "La sostenibilità non è semplicemente una questione legata all'energia o al clima, risolvibile con interventi marginali o piccoli aggiustamenti nelle politiche pubbliche presentati come trasformazioni epocali, mentre sono spesso espedienti di green-washing e social-washing - afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini - La costruzione dello sviluppo sostenibile richiede una visione sistemica e la consapevolezza che ogni ritardo aumenta la portata delle crisi e i costi della transizione. Il titolo del Rapporto di quest’anno, ‘Coltivare ora il nostro futuro’, esprime l’urgenza di operare adesso, nonostante le difficoltà, per prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta di cui facciamo parte attraverso azioni concrete e trasformative, pubbliche e private, orientate ad uno sviluppo pienamente sostenibile. Per riuscirci dobbiamo prendere sul serio gli impegni che sottoscriviamo a livello internazionale ed europeo, gli avvertimenti della scienza, i principi della Costituzione, le aspirazioni delle persone e dobbiamo agire di conseguenza, senza esitazioni, con il senso di urgenza che l’attuale condizione impone”.
Per scaricare il rapporto clicca qui
I dati del Rapporto descrivono con chiarezza l’enorme ritardo dell'Italia nel percorso per raggiungere i 17 Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 (Sustainable Development Goals - SDGs). Tra il 2010 e il 2023, il Paese ha registrato peggioramenti per cinque Goal: povertà, disuguaglianze, qualità degli ecosistemi terrestri, governance e partnership. Limitati miglioramenti si rilevano per sei Goal: cibo, energia pulita, lavoro e crescita economica, città sostenibili, lotta al cambiamento climatico e qualità degli ecosistemi marini. Miglioramenti più consistenti riguardano cinque Goal: salute, educazione, uguaglianza di genere, acqua e igiene, innovazione. Unico miglioramento molto consistente interessa l’economia circolare.
La situazione appare ancora più grave se si considera il divario tra le preoccupazioni della popolazione e l’azione politica. Secondo recenti sondaggi, nove italiani su dieci sono preoccupati per lo stato degli ecosistemi e il 62% è convinto che il pianeta stia raggiungendo pericolosi "punti di rottura" e chiede una transizione ecologica più rapida e incisiva, mentre il 93% ritiene che l’Italia debba rafforzare i propri impegni nella lotta al cambiamento climatico. A queste preoccupazioni si aggiunge il fatto che solo il 25% crede che le decisioni del Governo siano prese a beneficio della maggioranza del Paese (contro una media del 39% nei Paesi G20) e solo il 21% pensa che il Governo stia operando pensando alle prospettive del Paese a lungo termine (37% nei Paesi G20).
GUARDA LA DIRETTA DELLA PRESENTAZIONE
L’ASviS avanza numerose proposte e interventi “di sistema” per migliorare le politiche nazionali ed europee. L’Italia in particolare deve attuare con urgenza la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, approvata dal Governo nel settembre 2023 e poi dimenticata, e un Programma per la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, mettendo l’attuazione dell’Agenda 2030 al centro delle decisioni politiche. In un’epoca segnata dalla crisi climatica e dalla crescente perdita di biodiversità è inoltre essenziale rispettare gli accordi internazionali e garantire una gestione sostenibile degli ecosistemi. In questo contesto si inserisce la necessità di approvare una Legge sul Clima, per guidare il Paese verso la neutralità carbonica entro il 2050. È essenziale poi dare priorità all’attuazione della Dichiarazione sulle Future Generazioni approvata in sede Onu il 23 settembre: un impegno che dovrebbe coinvolgere maggiormente i giovani nella vita democratica e decisionale del Paese: non solo un atto di giustizia ma una scelta indispensabile per garantire un futuro inclusivo e sostenibile.
"L’Italia deve definire un Piano d’accelerazione nazionale per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile,
affidandone la responsabilità direttamente alla Presidenza del Consiglio - dichiara la presidente dell’ASviS, Marcella
Mallen - Sul fronte sociale, per ridurre le disuguaglianze è essenziale contrastare la povertà e la precarietà del lavoro, garantire l’assistenza agli anziani non autosufficienti e redistribuire il carico fiscale. Occorre poi ottimizzare le risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari, mitigare l’impatto della crisi climatica sulla salute e affrontare problemi interconnessi come il disagio psichico, le dipendenze e le violenze familiari e di genere. Di pari passo occorre promuovere l’inclusione, potenziare i servizi per l’infanzia. È necessario inoltre aumentare l’occupazione femminile e prevenire le discriminazioni multiple, oltre a ridurre la fragilità sul mercato del lavoro di donne, giovani e immigrati”.
Anche l'Unione Europea, nonostante l’integrazione degli SDGs nelle politiche comunitarie nella legislatura 2019-
2024, stenta a rispettare la tabella di marcia per raggiungere l’Agenda 2030. Secondo l’analisi dell’ASviS, tra il 2010
e il 2022 gli indici sintetici registrano una crescita molto consistente solo nel caso dell’uguaglianza di genere, aumenti
significativi per energia pulita, lavoro e crescita economica, e innovazione, dinamiche moderatamente positive per dieci Goal, e peggioramenti per la qualità degli ecosistemi terrestri e la partnership. Al contrario di ciò che accade per l’Italia, su 17 obiettivi quantitativi definiti ufficialmente dall’UE, dieci sono raggiungibili entro il 2030, solo cinque non sono raggiungibili e per due il giudizio resta sospeso. Positivo è il fatto che la Presidente Ursula von der Leyen abbia riaffermato l'impegno per realizzare politiche ambientali, economiche e sociali nella direzione dello sviluppo sostenibile, nonostante il difficile contesto geopolitico, e che abbia inserito nelle lettere di missione dei nuovi Commissari l’obiettivo di raggiungere gli SDGs di propria competenza.
"Valutiamo positivamente che gli Orientamenti politici per la legislatura 2024-2029 siano in linea con il Manifesto che l’ASviS aveva pubblicato a maggio scorso, prima delle elezioni europee - sottolinea il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini - e riteniamo che il programma 2025 delle attività della Commissione debba essere strutturato come un vero e proprio 'Piano di accelerazione trasformativa' per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, come richiesto dal vertice ONU del settembre 2023 a tutti i Paesi. Il Green Deal europeo rappresenta un elemento irrinunciabile delle politiche dell'Unione, così come il Pilastro dei diritti sociali. L’Italia deve contribuire positivamente alle riforme istituzionali dell’Unione europea verso una maggiore integrazione e il rafforzamento del bilancio europeo, condizioni necessarie per attuare quanto proposto anche nei Rapporti di Enrico Letta e Mario Draghi”. (Fonte: Ufficio stampa Asvis)
Per leggere il comunicato integrale clicca qui