Giovedì 11 settembre il presidente nazionale Uisp, Tiziano Pesce, e la vicepresidente Enrica Francini, sono stati auditi dalla VII Commissione della Camera dei Deputati-cultura, scienza, istruzione, ricerca, editoria e sport, nell'ambito dell'esame del DDL C. 2423, recante disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico, adottato come testo base, con abbinate le proposte di legge C. 2271 Amorese e C. 2278 Sasso. Il disegno di legge tratta il consenso informato preventivo delle famiglie per attività scolastiche su sessualità e affettività, dando ai genitori un potere di veto. Insieme all'Uisp sono state audite altre realtà del terzo settore come Arcigay.
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"L’obiettivo dell’Uisp è stato, e continua ad essere, quello di promuovere lo sport per tutti, coinvolgendo persone troppo spesso escluse dall’attività - ha esordito Pesce - ad esempio garantendo alle donne la possibilità di praticare discipline come calcio, ciclismo e rugby quando le relative Federazioni non riconoscevano l’attività sportiva femminile. Questi obiettivi si realizzano anche attraverso processi culturali tesi ad abbattere pregiudizi e stereotipi che portano sino a bullizzare donne e uomini che praticano discipline sportive considerate proprie esclusivamente dell’altro genere. Queste forme di discriminazione allontanano infatti dalla pratica sportiva, come dimostrano varie indagini, ad esempio quella su abusi e violenza nello sport italiano realizzata dall’associazione Change the Game (https://www.changethegame.it). In questo contesto si evidenzia come la popolazione LGBTQI+, e in particolare quella transgender, rischia di essere ancora più esclusa. Una recente ricerca promossa dall’Istituto Superiore di Sanità evidenzia che circa il 62% delle persone trans non svolge alcuna attività sportiva".
Nel 2017, a seguito di un confronto avviato con varie molteplici realtà associative e accademiche, la Uisp ha istituito il tesseramento Alias per le persone trans che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita, prima organizzazione a livello europeo ad operare questa scelta.
"L’associazionismo sportivo rappresenta una agenzia educativa importante - ha proseguito Pesce - dopo la famiglia e la scuola; la Uisp collabora da sempre con le istituzioni scolastiche in iniziative sportive che hanno anche funzioni educative e di contrasto alla violenza maschile sulle donne e a qualsiasi forma di discriminazione. La scuola assolve, d’altro canto, ad una funzione fondamentale in ambito educativo e formativo potendo a volte supplire all’intervento delle famiglie che molto spesso non dispongono di tutti gli strumenti per conoscere e affrontare serenamente temi delicati legati alla sessualità e all’identità di genere. Per questo vogliamo evidenziare che le proposte di legge in esame, con il consenso informato preventivo, farebbero perdere alla scuola il proprio carattere di istituzione di interesse pubblico e la sua funzione pedagogica e democratica. La scuola viene presentata come un luogo di fatto pericoloso in cui doversi “difendere”. La libertà di scelta educativa voluta e protetta dalla Costituzione non riguarda la possibilità per i singoli genitori di ingerirsi nella vita della scuola. I DDL usano l’espressione “consenso informato preventivo” nota in ambito biomedico come strumento di tutela dell’autonomia individuale. La sua funzione è quella di garantire libertà e autodeterminazione di fronte a pratiche mediche invasive o non volute. Trasferirlo nel contesto scolastico per subordinare l’educazione sessuale e affettiva in senso ampio all’approvazione familiare significa snaturarlo completamente: qui non si tratta di interventi potenzialmente dannosi, ma bensì di proposte formative fondamentali per la crescita personale e relazionale. La scuola può avvalersi di competenze, di conoscenze, essere soggetto in rete con la comunità, non essere subordinata al controllo familiare, né tanto meno piegata a logiche ideologiche. Il suo compito è offrire strumenti di comprensione e libertà mentre è compito della politica creare le condizioni perché ciascuno possa formarsi un’opinione autonoma, non imporne una precostituita. Occorre rafforzare l’alleanza scuola-famiglia, fondamentale per costruire comunità educanti solide, attraverso un rapporto di corresponsabilità tra docenti e genitori, in cui entrambe le componenti riconoscono e rispettato i propri ruoli. Riteniamo, inoltre, che richiedere il consenso dei genitori potrebbe precludere agli studenti la possibilità di affrontare tematiche delicate proprio in quei contesti familiari privi degli strumenti adeguati o comunque con competenze e conoscenze insufficienti ad affrontarle".