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Cop 25: una rivoluzione verde per arrestare la crisi ambientale in atto

È in corso a Madrid l'appuntamento che cura interessi economici e trascura la natura scientifica della problematica ambientale. Interviene S. Cannavò

 

Tempo scaduto. Per il nostro pianeta scorrono inesorabili le lancette di un orologio che si avvicina a segnare l'ora x, quella del punto di non ritorno. Ormai è quasi unanime il grido dei sostenitori della rivoluzione verde che possa arrestare la crisi ambientale in atto. Un allarme che in questi giorni risuona a Madrid, dove il 2 dicembre si è aperta la Cop25, annuale conferenza delle Nazioni Unite sul tema del cambiamento climatico. Fino al 13 dicembre i delegati di circa 200 Paesi dibatteranno su come realizzare gli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi 2015: contenere l'aumento della temperatura media globale, ridurre l'emissione di gas serra e investire sulla sostenibilità verde.

"Vogliamo davvero passare alla storia come la generazione di struzzi che metteva la testa sotto la sabbia mentre il mondo bruciava?" Con questo pesante punto di domanda il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha inaugurato il vertice madrileno. Un monito rivolto all'intera comunità internazionale affinché già nella capitale spagnola si possano prendere delle decisioni corali. In realtà anche nelle precedenti conferenze sono state spese parole forti contro l'immobilismo delle classi dirigenti mondiali.

"Dal 1995, anno della Cop1 di Berlino, sono state lanciate tante sollecitazioni verbali e poche soluzioni pratiche. Un'onda mediatica costituita da messaggi identici che non si sono mai tradotti in azioni concrete - commenta il responsabile nazionale per le politiche ambientali dell'Uisp Santino Cannavò, critico verso il summit internazionale - Sono già 25 anni che i rappresentanti dei governi si riuniscono per cercare di invertire la rotta. Ma i risultati che hanno prodotto sono d'interesse economico, abbandonando così la natura scientifica che ha caratterizzato le prime edizioni delle Cop. Non si mettono più sul tavolo le previsioni catastrofiche del cambiamento climatico per discutere sulle strategie da adottare. Data per assodata l'emergenza, oggi la conferenza è governata da meccanismi di finanza climatica per alimentare un mercato che stimola la compravendita di crediti per le emissioni di CO2. In questo momento a Madrid sono in corso delle trattative per discutere sulle soglie di inquinamento tollerabili all'interno di un sistema che predilige le logiche del profitto alle ragioni ambientali".

Occorre dunque che la politica internazionale si assuma le proprie responsabilità e prenda dei provvedimenti contro i grandi produttori. In attesa di questo cambiamento la spinta per una rivoluzione verde arriva dalla rete associativa nei territori. "All'interno delle comunità locali - spiega Cannavò - l'Uisp è tra i principali promotori di politiche ambientali adottate attraverso iniziative di sport sociale. Sono tre, in particolare, i fattori al centro della nostra attenzione: efficienza per ridurre la quantità di energia e materia che viene impiegata in qualsiasi evento; equità che si ottiene dando ai più poveri gli strumenti per essere efficienti; educazione alla problematica ambientale e ai sani stili di vita".

Questi principi vengono attuati in occasione di alcune iniziative organizzate da Comitati e Settori d'attività. Tra le manifestazioni di maggiore rilievo il responsabile per le politiche ambientali Uisp cita Vivicittà, manifestazione podistica che si corre contemporaneamente in decine di città diverse. "Rappresenta un esempio di sostenibilità perché limita al minimo i consumi ambientali dovuti ai trasporti. Infatti, le migliaia di persone che ogni anno partecipano alla corsa più grande del mondo si spostano soltanto per raggiungere il luogo di partenza più vicino. Così non accade per le stracittadine più importanti che da Tokyo a New York registrano partecipanti da tutto il mondo accumulando un inquinamento insostenibile. Un'altra esperienza progettata per ridurre a zero la pressione ambientale è ViviMontagna, settimane di attività ad alta quota per la valorizzazione di parchi e riserve naturali. In questo caso ogni dettaglio è curato in funzione della lotta all'inquinamento. L'organizzazione punta su strutture ricettive con il minore consumo energetico, trasporti collettivi, menù a chilometro zero e tanti altri accorgimenti. Una partita altrettanto significativa l'Uisp la gioca contro l'utilizzo della plastica. Aumentano sempre più le nostre attività che si fregiano del marchio plastic-free. È successo ad esempio con la campagna Uisp No Plastic promossa dal Settore d'attività Acquaviva, che negli ultimi mesi non si è impegnata soltanto ad eliminare il consumo di materiale inquinante ma ha anche organizzato eventi specifici per salvaguardare l'ambiente. Allo stesso modo anche la Subacquea Uisp ha avviato delle iniziative volte a ripulire i fondali dei corsi d'acqua".

Che sia ad elevate altitudini oppure sotto il livello del mare dovunque l'Uisp è impegnata a promuovere azioni ambientali rispettando la linea dettata dagli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda Onu 2030. Purtroppo questi sforzi potrebbero essere vanificati se gli stessi Paesi che hanno sottoscritto l'Agenda e sono riuniti in questi giorni alla Cop25 non produrranno subito delle politiche incisive che coinvolgano i massimi sistemi di produzione. L'obiettivo resta lo stesso da oltre cinquant'anni: attuare la rivoluzione verde prima che per il nostro orologio arrivi lo scoccare della mezzanotte. (a cura di Pierluigi Lantieri)

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