Nazionale

Dall'Uisp Catanzaro la richiesta di chiarimenti sull'escursionismo

Quello che serve è chiarezza sulla pratica dell’escursionismo e delle attività sportive consentite in ambito regionale, in relazione al DPCM del 26 aprile

 

Arriva dal sud del Paese, dalla Calabria ricca di montagne e amata dagli escursionisti, una richiesta di chiarezza in merito alle attività praticabili nella cosiddetta “fase 2” dell'emergenza sanitaria che viviamo da ormai più di due mesi.

"La nostra domanda è sostenuta da tantissimi escursionisti calabresi - scrive il comitato Uisp in una lettera indirizzata alla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli - anche se a formularla per iscritto ora siamo noi. L’escursionismo, che pratichiamo da molti anni in Calabria, è infatti un’attività sportiva in grande espansione in tutta Italia ed anche nella nostra terra, che vanta risorse paesaggistiche, ambientali e naturali come nessuna altra regione d’Italia, infiniti sentieri di montagna e decine di migliaia di appassionati, società sportive, istruttori e guide che svolgevano (prima dell’emergenza sanitaria) l’attività secondo regole e normative vigenti. Tuttavia l’escursionismo non è una attività riconosciuta dal CONI, in quanto non è una disciplina olimpica; ed è ben distinta dal trekking e dalla camminata sportiva. Per cui l’escursionismo è classificato al momento non come attività sportiva, bensì come semplice attività motoria; e da ciò sorgono numerosi problemi e paradossi, tuttora irrisolti nonostante le sollecitazioni emerse da tutte le regioni d’Italia.

Le recenti ordinanze infatti fanno chiarezza sulla possibilità di praticare l’attività sportiva di base, se si osservano le prescrizioni di distanziamento sociale e se l’attività si svolge individualmente. Ma a proposito della pratica dell’attività motoria la chiarezza non è altrettanto lampante. Riteniamo quindi che, pur consapevoli che la triste circostanza della pandemia non è ancora passata e che, anzi, la cosiddetta “fase 2” si mostri come ancor più delicata, allo stesso tempo sia importante per migliaia di escursionisti calabresi, fermi da mesi come tutti gli altri sportivi, avere una risposta chiara sulla pratica della loro attività, forse non riconosciuta dal CONI ma fondamentale per la salute e il benessere psico-fisico delle persone di ogni età. Crediamo che sia importante eliminare questa discriminazione che penalizza un'attività che invece ha i vantaggi di essere ecologica, adatta a tutti e a tutte le età, accessibile a chiunque per via dei bassi costi e che si pone ad impatto praticamente zero sull’ambiente.

Chiediamo quindi che, quantomeno in Calabria, dove sono stati disciplinate dalla Regione le attività sportive ma non quelle motorie, sia consentito in questa fase, con modalità chiare, di effettuare le escursioni almeno in coppia (in montagna per motivi di sicurezza non è mai raccomandabile andare da soli!) e non obbligatoriamente con congiunti o familiari, ma pur sempre in osservanza delle misure di distanziamento sociale e con la mascherina, da usare in caso d’incontro con altri escursionisti e montanari.

Soprattutto chiediamo che sia consentito agli escursionisti di raggiungere le mete previste per l’escursione in auto, fatte salve le prescrizioni di non portare più di una persona nella vettura e di accomodarla alla dovuta distanza dal guidatore. In fondo chiediamo solo di poterci spostare all’interno della nostra amata Regione con le nostre auto per poter fare una attività salutare in piena sicurezza, forse una delle poche attività sportive che al momento si possono davvero fare senza correre alcun rischio per la salute; soprattutto se si rispettano le regole (uso di mascherina, distanza minima, numero limitato di partecipanti, attività su sentieri poco battuti, eccetera)".

Per leggere la lettera integrale clicca qui

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