Il suo fotone, con la maglia rosa-fucsia, il numero 16 e la scritta a cinque cerchi Angola sul petto, ha fatto il giro del mondo. Teresa Almeida, portiere della nazionale di pallamano della nazione africana fino al 1975 colonia portoghese, ha conquistato il pubblico con le sue parate, ma soprattutto con il suo spirito. Ma chi l'ha detto che per fare sport bisogna essere magre come un chiodo. I suoi 98 chili sono diventati una specie di spot e lei si è divertita a raccogliere il tifo della torcida brasiliana. "Molta gente non crede che con il mio corpo si possa fare questo tipo di gioco. Ma con il lavoro si fa tutto", ha detto Teresa, intervistatissima ai di là dei suoi risultati agonistici (a proposito, l'Angola è stata eliminata nei quarti di finale dopo essersi qualificata nel girone eliminatorio). C'è mancato poco che il pubblico brasiliano tifasse per lei pure quando l'Angola ha sfidato la squadra di casa.
"Il fatto di essere così", ha detto ancora Teresa, "non mi ha mai pregiudicato niente. Parliamoci chiaro: essere grande o piccola non cambia nulla, il problema è stare concentrata". A Rio, l'angolana ha raccontato che in ogni Paese che visita è sempre la stessa storia: "si identificano in me, mi vedono come una persona normale". A casa, sin da quando era bambina, la chiamano Ba'. Si chiamava così una protagonista di una telenovela che in Angola era seguitissima. Così Teresa divento Ba'. Ba' che in questi giorni non ha più tempo per raccontare agli altri la sua esperienza alle Olimpiadi. Anche se è difficile dimenticare striscioni sugli spalti del tipo: "Ba' è meglio di Neymar", il giocatore brasiliano più famoso del momento. Ma Il suo promesso sposo l'aspetta per il matrimonio, che chiuderà un 2016 intensissimo per la ragazza angolana.