Il 3 dicembre è la Giornata internazionale per la disabilità, quest’anno dedicata all’inclusione. “L’Uisp non festeggiamo una ricorrenza, per noi è una giornata di impegno sul tema come le altre - dice Fabrizio De Meo, responsbaile politiche sociali, educative e giovanili Uisp - con le attività sportive utilizzate come veicolo di integrazione. Ogni giorno lavoriamo sul territorio per raggiungere parità di opportunità per tuti e tutte e contrastare le diseguaglianze. Però, partendo da questo appuntamento dobbiamo aprire una riflessione sulla situazione in generale, nello sport ma non solo. Si può dire che il tema della disabilità è una buona cartina di tornasole delle contraddizioni sociali di questo paese, in questo momento. Emergono soprattutto le differenze tra nord e sud, le statistiche sulle spese dei comuni per la disabilità ci dicono che al nord gli investimenti sono più alti. L’istruzione è un altro tema caldo: la scuola è già in difficoltà e per chi ha minori con disabilità i problemi si moltiplicano”.
“Lo sport sociale è in prima linea - continua De Meo - attraverso la promozione delle opportunità, anche sportive, per tutta la cittadinanza, contro le ghettizzazioni e le risposte stigmatizzanti. L’impegno e il lavoro quotidiano dell’Uisp sono rivolte in questa direzione, ma c’è ancora molto lavoro da fare, va cambiato il modello sportivo: la ricerca della prestazione, anche nella disabilità, non risponde ai nostri obiettivi di cittadinanza”.
La disabilità è affrontata con approfondimenti e raccomandazioni anche nell’8° Rapporto del gruppo CRC, di cui l’Uisp fa parte, sull’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. “Il Gruppo CRC ha inserito nell’ottavo rapporto una raccomandazione a sviluppare una politica complessiva nazionale sulla presa in carico dei minori con disabilità, che si concentra su istruzione e salute, attenzione che noi condividiamo da tempo. C’è un’elevata sperequazione tra nord e sud: - conclude Fabrizio De Meo - in Italia disabilità vuol dire ridotte opportunità e diventa un indicatore di povertà, perché ci si impoverisce ulteriormente. La richiesta avanzata, anche dal gruppo, al governo e ai ministeri è quella di garantire risposte omogenee in tutto il territorio nazionale, superando le discrepanze tra regioni e territori”.