“Allora il paese è sbagliato!” esclama Angelo preoccupato. Il paese è Vho, frazione di Piadena, nel cremonese. E’ sbagliato perché “infatti qui la strada è troppo lunga, là è troppo corta”. La conversazione tra alunni porta ad una decisione: l’idea di rappresentare il paese dove sorge la scuola va precisata, dettagliata. La classe III elementare di Vho decide di “ridisegnarne un altro, senza errori”, pesando e misurando in presa diretta le cose che ci sono, immaginando le cose che non ci sono ma delle quali ci sarebbe bisogno. Angelo, come Carolina, Tiberio, Cosetta sono alunni-protagonisti del libro “Il Paese sbagliato” del maestro Mario Lodi nella scuola elementare di Vho dal 1964 al 1968. E’ stato il maestro di tanti bambini e di tanti maestri (guarda il video con Mario Lodi e la sua classe)
Mario Lodi è nato cento anni fa, il 17 febbraio 1922 a Piàdena. E' stato un pedagogista e uno scrittore, punto di riferimento di molto maestri. A monte dei suoi libri c' erano le esperienze francesi di Cèlestin Freinet e della sua pedagogia popolare. Come orizzonte ci sono l' importanza delle attività motorie ed espressive. Il suo libro più noto fu pubblicato nel 1970 da Einaudi e “Il Paese sbagliato” divenne un riferimento, una metafora esistenzialista non solo didattica. Esiste un nesso forte tra la sua pedagogia della strada e quella di don Milani e “Lettere a una professoressa”, sino all’esperienza dell’MCE- Movimento di Cooperazione Educativa e a Gianni Rodari.
Un’impostazione che ha orientato generazioni di educatori ed operatori Uisp: è possibile sperimentare la collaborazione nella libertà, invece che nella competizione? E’ possibile immaginare una scuola “secondo Costituzione”? Una scuola che parta dai diritti e che entusiasmi i ragazzi? Alla base della quale ci siano le domande e l’importanza della conversazione? E non i voti?
La scuola diventa la prima società in cui entrano da protagonisti i bambini. L'esperienza e i libri di Mario Lodi rappresentano un lascito ancora attuale? Lo abbiamo chiesto ad alcuni educatori ed operatori Uisp.
A cominciare da Loredana Barra, responsabile Politiche educative Uisp, insegnante di Sassari: “Io sto dalla parte dei bambini sempre e comunque; come la pedagogia del maestro Mario Lodi: la pedagogia dalla parte dei bambini. È un’eredità importante per tutti noi: per gli e le insegnanti che perseguono l’idea di una scuola “altra”, meno trasmissiva e più partecipata; per gli educatori ed educatrici come noi, che vedono nel movimento del corpo e della mente lo strumento principale di relazioni, di conoscenza, di competenze di cittadinanza e dell’io che diventa noi”.
“Mario Lodi ricordava: gli alunni sono sovente distratti, non si interessano alle lezioni che preparo scrupolosamente …. In compenso tengono in classe una disciplina passiva che mi sgomenta: fermi come statue, coi cervelli inerti, spesso non restituiscono nemmeno il sorriso. […] Indubbiamente per questi ragazzi la scuola è sacrificio; il loro comportamento passivo lo dimostra“.
“Ne parliamo ancora oggi – conclude Loredana Barra - a 100 anni di pedagogia dalla parte dei bambini per non sbagliare strada, per diventare riferimenti adulti per i nostri bambini, perché a volte gli adulti di riferimento non brillano, sono fari spenti. Ne dobbiamo parlare per abbandonare l’atteggiamento adulto di considerare i bambini come soggetti minoritari che l’adulto deve ingozzare di saperi e conoscenze. Ne dobbiamo parlare per non far spegnere il faro del maestro, che brillava di luce propria e che vale la pena continuare ad alimentare, per il bene di tutti noi e dei nostri piccoli cittadini”.
Ci spostiamo a Bolzano per ascoltare Astrid Sibilla, operatrice ed educatrice Uisp: "Il paese sbagliato ha ispirato generazioni di educanimatrici Uisp perchè Lodi è stato forse uno dei primi intellettuali a capire il vero significato del termine "competere": non il mettersi gli uni contro gli altri ma il "chiedere e andare insieme, convergere verso il medesimo punto". Se la scuola saprà educare le sue alunne e i suoi alunni al rispetto, alla cooperazione ed alla condivisione, allora saprà farne cittadine e cittadini consapevoli, capaci ed umani”.
“Mario Lodi ci ha insegnato che non esiste la letteratura per l'infanzia; esiste solo la Letteratura, quella che ci aiuta a sporgerci dal nido delle comodità ed a uscire nel cielo della vita. Cipì siamo stat* un po' tutt* noi: sono stata io, lo è mia figlia, lo sono tutte le mie studentesse ed i miei studenti. Ogni giorno”.
Da Bolzano ci spostiamo in Sicilia, a Noto, ed ascoltiamo Vincenzo Spadaro, educatore e dirigente Uisp Iblei: “Mario Lodi, come Maria Montessori, Marcello Bernardi, Gianni Rodari, Roberto Piumini e Bruno Tognolini fanno parte di quell'Olimpo della pedagogia e della letteratura che mette al centro i bambini. L'osservazione e l'ascolto sono gli atti educativi più importanti per un'azione pedagogica che tenga presente le emozioni e le capacità di ognuno. Per un'educazione libera, critica, empatica e significativa, incastonata nella cura della relazione. Avere come modelli metodologici queste persone rende ogni giorno il "lavoro" dell'educatore più consapevole di qual è la cornice in cui ci si muove nell'ambito della pedagogia viva”. (a cura di Loredana Barra e Ivano Maiorella)