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Il progetto Sardinia-Dakar, un ponte tra culture diverse

Fino al 10 novembre in corso una spedizione a Gorèe, in Senegal, per un intreccio culturale. Tra loro anche Loredana Barra, presidente Uisp Sassari

 

Creare ponti tra culture diverse per favorire le amicizie nel nome dell’educazione ai mari e agli oceani, preservando la vita, educando allo sport come sbocco al benessere fisico, con obiettivi sociali e sostenibili: tutto questo è alla base del progetto Sardinia-Dakar che, proprio in questi giorni, è nel vivo dell’attività. Dal 2 al 10 novembre, Manolo Cattari, presidente del progetto Albatross, Loredana Barra, presidente Uisp Sassari, Giuseppe Salis, esperto in progettazione comunitaria e il filmaker Mattia Uldanck saranno i protagonisti di un intreccio culturale.

Il simbolo di questa interconnessione è segnato da due isole: l’Asinara (Porto Torres), nel mediterraneo, e Gorèe, a 2 km da Dakar, nell’Atlantico. Nel territorio senegalese, Gorèe da sempre è stato preda delle potenze coloniali europee: da qui, infatti, partivano le imbarcazioni cariche di uomini indifesi che col loro lavoro forzato avrebbero trasformato le sorti delle Americhe. “È un testamento per capire cosa può succedere quando non siamo vigili nel difendere i diritti umani”, disse Barack Obama nel 2013, quando si trovò a visitare l’isola, che dal 1978 è patrimonio mondiale dell’Unesco.

Loredana Barra commenta: “Tra gli incarichi che ho all’interno dell’Uisp vi è quello di responsabile nazionale delle politiche educative e per l’inclusione. Da anni mi occupo con la mia associazione di alcuni progetti di cooperazione internazionale, cercando di diffondere il modello metodologico dello sportpertutti, ossia una proposta sportiva diversa che sia centrata sulla persona e non sulla performance, sulla prestazione personale e non sul record assoluto. Anche in Senegal parlerò di sport come strumento di inclusione e come mezzo per abbattere barriere sociali, culturali, economiche e di abilità. Uno sport che è un diritto di tutti e non un privilegio di pochi”.

“Per otto giorni i nostri protagonisti non staranno mai fermi – si legge su Medasa.it - devono coltivare più contatti possibili per implementare uno schema articolato, condiviso con il contributo della Fondazione di Sardegna e dell’Aquatic Freedom. Significativa anche la tappa al Lago Retba (o Lago Rosa) dove sorge un’altra scuola importante nell’affinare il gemellaggio con i bimbi sardi frequentanti le due classi di seconda elementare del Villaggio Satellite Bellieni (Istituto comprensivo n. 2 don Antonio Sanna di Porto Torres). Le due realtà si interfacceranno regolarmente attraverso lo scambio di giochi identitari, esperienze di vita e la cultura del mare. A Dakar ha sede la Fondazione Internazionale Olympafrica che promuove lo sviluppo sociale dei giovani attraverso lo sport. Non mancheranno altri incontri istituzionali con alcune ONG e la Federazione senegalese nuoto con i cui dirigenti si approfondiranno, fra gli altri, i temi legati al dramma degli annegamenti".

 

Questa è la terra che sta ospitando i membri del progetto Sardinia-Dakar, in attesa che poi la visita venga ricambiata nel nord Sardegna presumibilmente a marzo 2024. Sulla pagina Facebook del progetto Albatross è possibile seguire il racconto giornaliero del viaggio dei protagonisti. (A cura di Miriam Palma)